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Sin dagli anni 50 si fantasticava sul volto della città del futuro; pensando all’evoluzione tecnologica degli edifici ci si immaginava torri di vetro, tubi di acciaio, colonne sempre più sottili. Probabilmente nessuno avrebbe mai ipotizzato un ritorno alla primordialità della foresta!
Since 50s people have been daydreaming about the face of the future city; thinking about technological evolution, they expected glass towers, giant steel pipes, even thinner columns. Probably noone was imagining of the return to the forest primordiality!
La suggestione dell’integrazione del verde nelle architetture è un trend che nell’ultimo lustro sta spopolando: creare dei veri e propri microboschi nei centri urbanizzati, perlopiù sviluppati in altezza a ricoprire le facciate oppure in aggetto dagli edifici. Il punto di partenza è stato il brevetto di Patrick Blanc del Green Wall (Mur Vegetal, in francese - 1986): questo eccentrico botanico francese ha ipotizzato per primo di spostare il giardino (che già dai tempi di Le Corbusier era stato “trasferito” in copertura) dalle superfici orizzontali a quelle verticali, realizzando un nuovo tipo di rivestimento.
The suggestion of the green integration in the buildings is a trend diffusing in the last 5 years: creating micro-woods within the urbanized centres, mostly with a vertical development, to cover façades or balconies. The start point of this revolution was Patrick Blanc’s Green Wall (Mur Vegetal, in french - 1986): this eccentric french botanist first has supposed to move the garden (which from Le Corbusier’s times was “moved” to the rooftop) from horizontal surfaces to vertical ones, realizing a new cladding typology.
Patrick Blanc con il suo ciuffo verde e un esempio di Mur Vegetal.
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Da cosa nasce l’idea? Dal trovare soluzione a tutta una serie di esigenze ambientali rilevate nei centri urbani: assorbimento della radiazione solare, facilitazione del raffrescamento naturale, filtraggio degli inquinanti dell’aria, incidenza sull’umidità relativa, mitigazione dell’effetto del vento, sono tutta una serie di apporti positivi che le pareti verdi possono dare all’edificio, contribuendo alla riduzione dell’impatto ambientale nella produzione edilizia come nell’intero ciclo di vita dell’edificio. Per non parlare degli aspetti psicologici delle scelte green-oriented, che conferiscono una dimensione più accogliente e naturale all’ambiente abitato. Un rinnovato interesse per la sostenibilità, in un momento in cui la consapevolezza della diminuzione delle risorse aumenta costantemente: la necessità si traduce in tendenza.
Why does this idea start? Because of the needs of the new urban centres: solar radiation absorption, natural cooling, pollutants filtering, incidence on relative humidity, wind effects mitigation, these all are positive contributions that green walls can give to the building, reducing the environmental impact in the building process as in the entire life cycle. Plus, psychological aspects of the green-oriented choices, which give a cozy and natural dimension to the setting. A renewed interest for sustainability, while awareness for the lack of resources is growing:* the need becomes a trend*.
Tutto ciò si allinea al progresso tecnologico nel concetto di Smart City. Cosa sarebbe? Una città pianificata al fine di rendere fruibili servizi integrati tra di loro, dai trasporti pubblici al fare la spesa, il tutto ottimizzato per migliorare la vita umana e impattare il meno possibile sull’ambiente, che tramite la raccolta e l’elaborazione di dati si rende sempre migliore.
Tralasciando aspetti tecnici più o meno noiosi, passiamo a esaminare qualche progetto.
Everything is connected to technological progress within the Smart City concept. What is that? A city, planned to make integrated services usable, from public transports to shopping, all optimized to improve human life and decrease environmental impact, by means data collection and processing.
Passing technical aspects (boring or not) away, let’s look for some project.
La città del futuro: Vincent Callebaut
Signore e signori vi presento uno degli (apparenti) utopisti dell’architettura contemporanea.
Vincent Callebaut, architetto belga, il cui studio è pioniere dell’architettura sostenibile. Callebaut ha coniato un termine per descrivere la sua personalissima idea di architettura: la definisce “archibiotica”, con riferimento non soltanto all’aspetto naturalistico ma anche all’Information Technology, fondendo il concetto di Smart City con l’importanza di preservare la biodiversità. L’architettura deve mettersi a servizio dello sviluppo umano, che passa inevitabilmente tramite un ecosistema: la città deve necessariamente proporre l’integrazione tra tecnologia e natura. Come realizzare tutto ciò? tramite l’autosostentamento, l’autoproduzione di alimenti e di energia. Un concetto davvero ampio! Si può dire che Callebaut progetta microcosmi autosufficienti.
Ladies and gentlemen, I introduce you to one of the (apparent) utopians of contemporary architecture.
Vincent Callebaut, belgian architect, whose office is a sustainable pioneer. Callebaut has invented a word to describe his personal idea of architecture: he defines it “archibiotic", referring not only to the naturalistic aspect to the Information Technology too, melting the Smart City concept to the biodiversity preservation. Architecture has to help human development, unavoidably passing through a ecosystem: city has to propose integration between technology and nature. In which way? Through self-sustenance, self-production of food and energy. A very large concept! We can say that Callebaut plans self-sufficient microcosms.
Tao Zhu Yin Yuan Tower (2017)
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Questa torre si ispira alla doppia elica del DNA, simbolo della archibiotica di Callebaut in quanto indica armonia e vita. Ogni elica è costituita da appartamenti dotati di 165 mq di balconi ricoperti di verde, che rendono possibile tutta quella serie di vantaggi ambientali di cui abbiamo parlato finora. In totale il complesso residenziale prevederà l’installazione di 23mila alberi! E non solo: ogni appartamento avrà il proprio orto, con vegetali e frutta da coltivare e consumare.
This tower inspires to the DNA double helix, symbol of Callebaut’s archibiotic because it indicates harmony and life. Every helix is composed of apartments with 165 sqm of green balconies, making possible all that environmental needs we were talking about. In total this residential complex will provide the installation of 23000 trees! Plus, every apartment will have its own orchard, with vegetables and fruit to grow and eat.
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La torre, composta da 20 piani, completa una rotazione di 90 gradi fino in cima, quindi in base al punto di vista vi potrà apparire come una piramide, un’elica o un’ellisse, e dagli abitanti dell’edificio allo stesso tempo potranno essere godute visuali diverse sulla città mantenendo la privacy nel proprio giardino sospeso. Sezionando l’edificio possiamo riconoscere delle “vertebre” sovrapposte, formate da un nucleo centrale e due ali laterali (che ruotano dalla base alla cima). Ogni piano prevede due appartamenti nelle ali laterali, il taglio è quello di un appartamento di lusso (ognuno di essi prevede addirittura una cucina cinese e una cucina di servizio) ma la distribuzione è progettata per avere la possibilità di dividerli in tagli minori. Le tipologie sono quattro, per poter scegliere l’orientamento dell’appartamento. Per ogni unità abitativa è disponibile un parcheggio in quota nel nucleo centrale che contiene, oltre ad un normale ascensore, anche un “car elevator”!
The tower, composed of 20 stories, completes a 90 degrees rotation from the bottom to the top, so depending on the point of view it can appear as a pyramid, a helix or an ellipse, meanwhile inhabitants in the building will have different views on the city still having privacy in their own suspended garden. Cutting the building we can recognize some overlying “vertebrae”, made of a central nucleus and two lateral wings (which rotate til the top). Every floor has two luxury apartments in the lateral parts ( each one has even a chinese kitchen and a service one) but distribution is designed to divide them in smaller apartments. For each housing unit there is a parking on the same floor, in the central nucleus, which contains a normal elevator and even a special car elevator!
Dal punto di vista degli specifici accorgimenti bioclimatici...chi più ne ha più ne metta: sistemi di doppia pelle per sfruttare l’effetto camino e raffrescare gli interni, sistemi di raccolta e riciclo dell’acqua, vetri basso emissivi, pannelli solari, controllo digitale dei parametri...tutto per muoversi verso l’nZEB - nearly Zero Emission Building. Potete ammirare lo scheletro di questa avveniristica struttura anche su Google Maps, dove facendosi un giretto a Taiwan è ben visibile il cantiere. La Torre infatti vuole mettersi a confronto con il Taipei 101 e aggiudicarsi anch’essa il titolo di landmark.
From the bioclimatic point of view...so on: double skin system to make the most of the chimney effect and cool the interiors, water collection and recycling systems, low-e glasses, solar panels, digital control of various parameters… everything to move towards nZEB - nearly Zero Emission Building. You can admire the skeleton of this futuristic structure on Google Maps, where the building site is well visible in Taiwan. The tower indeed aspires to compare as landmark with Taipei 101.
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Ma la torre di Taiwan non è l’unico esempio firmato da Vincent Callebaut: se fate un giro sul sito troverete numerosi progetti in fase di concept che meritano abbondantemente il titolo di Stranger Things.
But this tower in Taiwan is not a single example signed by Vincent Callebaut: if you visit his website you can find many projects, still in the concept status, which totally deserve the title of Stranger Things.
Qualche esempio
Hyperions
Per New Delhi, spazi di coworking e uffici misti a coltivazioni estensive e orti botanici. Uno dei render del progetto mostra un bambino con cappello di paglia e carriola che trasporta manghi in mezzo alle galline. Possibile? Sicuramente non impossibile.
For New Delhi, coworking spaces and offices, mixed to extensive cultivations and botanical gardens. One of the project’s render shows a kid with straw hat and barrow, transporting mangos among some chickens. Possible? Not impossible, for sure.
Nautilus Eco Resort
Un resort per turismo responsabile nelle Filippine, a protezione dell’ecosistema danneggiato dal turismo di massa e dalla pesca massiva. Impianto planimetrico a spirale e torri a forma di conchiglia di diverse dimensioni--una sorta di Dubai verde.
A resort for responsible tourism in the Philippines, to protect the ecosystem damaged by mass tourism and overfishing. Spiral masterplan and seashell-shaped towers, with different dimensions--a sort of green Dubai.
Manta Ray
Terminal crocieristico per Seul, con una copertura a forma di razza, con “tentacoli” inferiori che la stabilizzano a terra e provvedono al collegamento verticale, e delle “protuberanze” eoliche in copertura. Vi giuro che non saprei spiegarlo meglio di così…
Ferry terminal for Seul: a suspended manta-shaped roof, with lower “tentacles” to stabilize it to the ground and containing the vertical connections, and some eolic “protrusions” on the roof. I swear I cannot do better explaining this project...
Asian Cairns
Torri residenziali/uffici a Shenzhen, dei “farmscraper” in forma di pietre sovrapposte (tipo rock balancing): ogni ciottolo è un ecoquartiere a sé, con un minimo di 8 appartamenti e 4 orti da coltivare per l’autosufficienza. 3 torri ognuna con 21 ciottoli che svettano sulla città.
Residential/offices in Shenzhen, “farmscrapers” in the form of overlaying stones (something like rock balancing): each pebble is a eco-district, with 8 apartments and 4 gardens minimum to grow for self-sufficiency. 3 towers, each one with 21 pebbles which spire on the city.
Date un'occhiata qui!
Questi modelli sono esportabili pressocché in qualsiasi città del mondo, per risollevarne le sorti bioclimatiche: le prime teorizzazioni di Callebaut sono in atto per Parigi.
Quindi...tenetevi pronti ad abitare in una conchiglia verde!
These models are exportable in any city of the world, to improve their bioclimatic trend: first theorizations are place for Paris.
So...be ready to live in a green seashell!
Ciao @marielladeg! Mi hai fatto venire subito in mente il Bosco verticale che abbiamo a Milano progettato dallo Studio Boeri. Ha un impatto sia visivo che ambientale molto forte, unica pecca i costi davvero elevati che ne permettono l'accessibilità solo all'élite. Sarebbe molto bello se venissero progettati edifici di questo genere per edilizia popolare o cmq più accessibile a tutte le tasche. Post molto interessante :)
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Tra i vari esempi ho ovviamente pensato anche a Boeri e al bosco verticale, poi ho deciso di selezionare quelli più utopistici... Comunque hai decisamente ragione, magari tra qualche anno questo tipo di costruzione diventerà la norma e risulterà più accessibile!
Grazie per la lettura :)
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Hey @marielladeg, thank you for sharing this amazing compilation! We would like to thank you for supporting @archisteem by continuously using our #archisteem tag. The Archisteem is all about forming a community that believes and strives for the betterment of the future built environment and we are proud to have you on board! Looking forward to more of your posts soon. Steem on!
In the meantime, we are currently running a project – 1001 Places to Remember. We would like to invite you to join the project as well by just submitting a story. You can read here to know more about it.
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Thank you, I appreciate your work. I'll take a look at the contest :)
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Great :) hope to have you joining the contest!
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Ciao! Complimenti davvero per il tuo post, ben documentato e molto interessante. Sono sempre stata attratta da argomenti quali risorse rinnovabili, sostenibilità ecc ma non sapevo niente di questi progetti, tanto belli e strani quanto utili, quindi grazie per la tua condivisione!
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