IO NON SONO IL MIO SPECCHIO.

Ci siamo mai soffermati a pensare davvero ale funzioni svolte da un semplice oggetto di vetro presente in tutte le nostre case: lo specchio.

La cosa che spesso mi chiedo è se l’immagine che vedo sia data realmente dalla superficie riflettente e dalla vera capacità dei nostri occhi di guardare quel' immagine oppure se sia data da un qualcosa di più profondo.

Allora mi rispondo: se gli occhi sono il mezzo con cui guardo lo specchio la mente è il mezzo con cui controllo gli occhi.

E' facile quindi pensare che l’immagine che abbiamo di noi stessi non nasca dal riflesso ma nasca da una precondizione mentale che ci porta già ad anticipare la nostra immagine prima che essa venga riflessa.

Lo specchio più che essere un qualcosa di assolutamente veritiero, non è altro che l’idea che abbiamo di noi stessi che si riflette su vetro, ovviamente questo mi conduce ad un altra conclusione: se lo specchio non gioca un ruolo attivo come si tende a pensare allora vuol dire che gioca un ruolo passivo e il vero protagonista sale in cattedra, ovvero: LA MENTE...

Il nostro cervello infatti con i suoi pensieri emotività, fragilità, debolezze può creare un immagine di se a suo piacimento e servirla come una fotografia all’interno di quello strano oggetto di uso quotidiano.

Una fotografia che perciò non rappresenta per forza di cose la realtà ma un’istantanea della nostra percezione personale. suscettibile di essere influenzata da ogni nostro umore positivo negativo che esso sia.

Probabilmente lo specchio è uno dei luoghi al mondo in cui è difficile rimanere imparziali e vedersi per quello che si è davvero per quanto lo specchio sia sempre associato ad un sinonimo di affidabilità e di riproduzione perfetta della nostra imagine personale.