Come promesso qualche giorno fa qui:
eccomi pronto a qualche considerazione sul tempo.
Il mio rapporto con il tempo è complicato..
Già solo il pensare che ti porti via, la giovinezza e ti conduca per mano verso la maturità e la vecchiaia, lo rende indigesto, eppure non esiste modo (almeno dal nostro punto di osservazione) di porsi al di fuori del tempo.
E così, meglio farselo amico che nemico.
Da quando, con le prime lezioni di solfeggio, ho capito che mi avrebbe "tormentato" anche nella mia vita di musicista ho così iniziato ad osservarlo e studiarlo meglio.
Essere compositore e poterlo in qualche modo manipolare, ti lascia come un senso di brevissima onnipotenza.
E così (senza nessun desiderio di paragonarmi ai grandi filosofi, scienziati e pensatori che hanno parlato del tempo) eccomi qua con una piccola riflessione.
Essendo abituati al suo scorrere, accettiamo che ad un qualcosa seguirà un Qualcos'altro.
Ed ecco che il tempo crea presente passato e futuro. ma crea anche l'attesa.
L'attesa è definibile come un lasso di tempo più o meno breve nel quale noi aspettiamo che accada qualcosa.
Fermiamoci di fronte all'inutilità di questa definizione.
Sta già accadendo qualcosa ma noi siamo proiettati verso un'altra...
Vuoi per noia, vuoi per aspettativa, vuoi per importanza, quello che stiamo vivendo in quel momento, viene sottovalutato, o, peggio, addirittura ignorato, in favore di qualcosa che verrà prima o poi (se verrà).
Ed ecco che buttiamo parte del nostro tempo.
foto di proprietà dell'autore
Ne siamo consapevoli, eppure il nostro cervello ci spinge altrove.
Cosa succede allora?
Semplicemente il tempo ci frega... come sempre!
Quella condizione che noi valutiamo come "non essere altro", rafforza la sua condizione di "essere".
E, magicamente entriamo in un loop:
- Diamo al secondo (che per noi è unità di misura del tempo) improvvisamente la capacità di dilatarsi.
- il tempo sembra trascorrere più lento.
- spostiamo l'attenzione dal futuro al presente.
- l'attesa prende vita.
- diamo importanza all'attesa
ed il ciclo ricomincia, fino a che il tempo (sempre lui!) ci ricorda che il secondo è sempre un secondo, e che è la nostra percezione a fregarci.
l'evento tanto atteso diventa realtà e stavolta, in men che non si dica, è già passato.
Niente secondi dilatati adesso che servono?
"Tempo ti odio!"
"Semplicemente stai vivendo il presente, amico mio, impara ad apprezzarlo sempre, non solo quando ti conviene!"
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