Molti italiani, purtroppo, in questi giorni stanno vivendo il dramma delle alluvioni, a causa delle forti perturbazioni, che continuano a susseguirsi quasi ininterrottamente. E mentre @fulviaperillo assiste all'età di 11 anni, nel 1966, alla devastazione dell'alluvione a Grosseto, io nel 1994, vivevo, a 15 anni, un'esperienza molto simile, per l'alluvione del Piemonte, che colpì moltissimi comuni, che sorgono a ridosso del lungo percorso del fiume Po.
Foto dell'autore.
Dopo giorni di pioggia incessante, il livello del fiume Po, iniziò a crescere in modo preoccupante. La nostra piccola cittadina, a metà tra Vercelli e Torino, che conta a oggi non più di 9000 anime, sorge a nemmeno 2 km dal letto di questo importante fiume della Pianura Padana. La paura di vedere un fiume in piena di questa portata, è sempre molto forte, soprattutto negli anziani che vissero altre alluvioni in passato, come quella all'inizio del '900, nella quale l'esondazione del fiume arrivò fino alla piazza, entrando in città per almeno un paio di km.
Io, da quindicenne, non avvertivo il pericolo nel modo in cui avrei dovuto e quello stato di allerta, che scombussolava la città. Frequentavo il secondo anno delle superiori e sabato 5 novembre 1994, in classe eravamo forse solo 3 o 4(già perché all'epoca si andava scuola anche il sabato), chi arrivava da città limitrofe, era rimasto bloccato a casa dato che alcuni ponti, erano già stati chiusi al traffico.
Foto dell'autore.
La situazione verso sera iniziò a peggiorare, gli affluenti verso monte, come la Dora Baltea e l'Orco, erano talmente carichi che, immettendosi nel Po, crearono una massa enorme e potente d'acqua, che in pochi minuti esplose, uscendo dal suo letto e creando una voragine di almeno 50 metri, portandosi via tutta la strada a ridosso del ponte della nostra città.
A questo punto non c'era più nulla che si potesse fare contro la violenza del fiume esondato. La piccola frazione a ridosso del Po venne completamente sommersa, obbligando gli abitanti a salire sui tetti delle loro abitazioni, per mettersi in salvo dalla furia dell'acqua.
Foto dell'autore.
Due sorelle, Maria Teresa e Loredana Ierinò, rispettivamente di 21 e 15 anni (mia coetanea e compagna delle elementari), attesero sul tetto della loro casa, i soccorsi per tutta la notte. Finalmente, nella mattinata del 6 Novembre 1994, videro giungere il gommone dei soccorritori, arrivati dalla lontana Como con i loro mezzi attrezzati, per aiutare la nostra popolazione ormai in ginocchio.
Ma il destino a volte è troppo crudele. Uno spuntone del cancello della loro casa forò ed affondò in pochi attimi il gommone dove le due sorelle erano appena state fatte salire. Pochi istanti...non sapevano nuotare...l'acqua torbida le inghiottì e le loro giovani vite si spezzarono, così all'improvviso. Nessuno riuscì a salvarle.
Io mi trovavo su una sopraelevata a ridosso del ponte, con mio padre che riprendeva con la videocamera, il baratro nell'asfalto, creatosi nella notte davanti al ponte, quando sentimmo avvicinarsi il rumore di un elicottero. Mio padre spostò quindi la ripresa, sul vicino elicottero, dal quale notammo pendere un lungo cavo che, alzandosi in quota, mostrò appeso all'estremità, un Vigile del Fuoco che sosteneva nell'imbracatura una ragazza. Non eravamo ancora a conoscenza della tragedia che aveva colpito quella famiglia e pensammo di assistere ad un eroico salvataggio. Ma la nostra gioia durò pochi istanti. Nell'avvicinarsi l'immagine si fece più distinta e la ragazza, che ricordavo ai tempi della scuola, con la sua lunga treccia di capelli corvini, ora raccolti in una coda, apparve riversa inanime all'indietro. Eravamo sgomenti, fu facile capire che la giovane ragazza, era ormai senza vita e mio padre, interruppe immediatamente la ripresa.
Foto dell'autore.
06 Novembre 2018:
Sono trascorsi ormai 24 anni ed il ricordo della morte e della distruzione, portata dal Po, è ancora vivo in tutti noi.
Molte persone, in quei giorni in Piemonte, persero la vita a causa di quella grandissima forza della natura, che si mise contro di noi. In una cascina qui vicino, annegarono tutti i bovini, i campi rimasero a lungo allagati. Molte autovetture sommerse nei garage andarono perse, così come i beni personali nelle abitazioni ai primi piani, raggiunti dalla piena, che nella cittadina a 15 km dopo di noi toccò i 4 metri di altezza, fino al centro città, distruggendo molte attività, che in seguito, furono costrette a chiudere i battenti. Ci furono molte persone che persero tutto nel giro di poche ore e che faticarono molto a risollevarsi dopo una batosta del genere e molte altre furono incolpate, per non aver dragato il fiume quando necessario. Non credo, comunque, che dragare potesse fare la differenza in casi del genere.
Nel 2010 respirammo nuovamente la paura da vicino, tanto che le persone trascorsero la notte, in piedi, vicino al ponte, per tenere sott'occhio il livello dell'acqua che per fortuna, grazie ad una grandissima opera di creazione di un argine artificiale piuttosto alto, non esondò.
E quando arriva un novembre simile a quello del 1994, allora la mente torna inequivocabilmente a quei drammatici giorni, dei quali ricordo il grigio del paesaggio e del cielo ed il fango e l'immagine ancora troppo nitida nei miei occhi, della mia coscritta Loredana, appesa senza vita a quell'elicottero. E come se potesse essere troppo facile da dimenticare quel giorno, in memoria di quelle due sorelle, è stata dedicata una piazza.
Le immagini del post le ho scattate proprio oggi pomeriggio perché siamo di nuovo in stato di allerta e quindi si fa la spola, avanti ed indietro a controllare il livello del fiume, con aggiornamenti più facili da condividere con internet che rispetto a 24 anni fa, ora fa veramente la differenza. Ed è il sindaco in persona, che oggi, ci informava con foto e video sulla situazione, dandoci indicazioni, al momento rassicuranti. Ma purtroppo sale il livello di guardia, il Po, in queste ultime ore, ha quasi raggiunto i 5 metri e a 5 metri e mezzo il ponte verrà chiuso. Pertanto, se le piogge non diminuiranno nelle prossime ore, saremo zona a rischio, nella speranza che gli argini, questa volta, reggano la violenza.
Perlomeno, non ci coglierà impreparati.
Leggere di simili tragedie è devastante, viverle di persona è ancora peggio... un abbraccio.
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È vero...grazie di cuore x le tue parole ♥
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io mi ricordo bene quella del 2000 in piemonte, tra cui a Torino ed ero andata a portare della roba al sermig, presa in pieno quel giorno.
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Si anche quella del 2000 è stata brutta ma per fortuna l'argine ha tenuto e non ha fatto danni. Grazie per il tuo commento.
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non aveva tenuto. arrivò davanti a una struttura d'accoglienza e ora a distanza di 18 anni venne incisa nel muro dove arrivò l'acqua. poi ero anche li, nella struttura e mi ricordo eccome quel momento. ma figurati
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Non ricordavo che a Torino fosse successo questo, noi siamo più giù a circa 50 km e nel mio paese in quell'occasione non era successo nulla di grave. Posso solo immaginare l'angoscia ad essere presenti ad un episodio del genere
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Che situazione angosciante deve essere quella di essere soggetti alla potenziale furia della natura, un fiume della portata come il Po incute terrore solo con la portata normale delle acque, figuriamoci quando ci sono potenziali picchi di piena, diventa una furia devastante in grado di spazzare via tutto quello che trova sul suo percorso.
Vi mando il più grande degli in bocca al lupo, di cuore
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Si in effetti è un grande fiume con una grossa portata soprattutto in Torino, da noi in condizioni normali si creano anche degli isolotti nel centro. Oggi per fortuna ci ha graziato una bella giornata di sole e sono quasi 24 ore che non piove. Ma domani dovrebbe ricominciare speriamo che nel frattempo sia sceso un po' il livello. Sono passata a vedere stamattina verso le 9 ed era ancora come ieri e scorreva impetuoso nel punto in cui c'è il nostro ponte ha un letto largo almeno 200 metri. Grazie di cuore per le tue parole
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