Prospective - Unreal

in ita •  7 years ago 



Bentornati amici di Steemit! Qui è il vostro amichevole Mr. Lica di quartiere che vi parla!
Ormai sono anni che non compro più musica a scatola chiusa, infatti, da quando Spotify (non crackato) è entrato nella mia vita, mi affido molto alle sue playlist di suggerimenti, e, nel caso in cui trovassi qualcosa di nuovo che mi interessasse, ne approfondirei l'ascolto per poi acquistare fisicamente la copia del lavoro in questione, ma per il lavoro di cui vi vorrei parlare oggi è stata una vero e proprio grande punto interrogativo, infatti durante un concerto di band emergenti locali, un amico mi ha detto: "li conosci questi? sono forti!", così, incuriosito, ho deciso di acquistare il CD in questione, oltretutto in vendita ad una cifra bassissima (5,00 €), ed ascoltandolo non ho potuto fare altro che ringraziare il mio amico per il suggerimento.

"Unreal" dei Prospective è un album del 2018 che, oltre ad essere una auto-produzione, restituisce uno dei lavori più interessanti del panorama nazionale, infatti, questo lavoro è la summa di tutta quella musica difficile da catalogare che spesso viene etichettata come "metal moderno", ma andiamo con ordine.

Il lavoro si apre con "The Void", brano che apre con un riff molto semplice in ascolto, ma che man mano si articola sempre più, grazie a delle serrate ritmiche create dal batterista Flavio Cacciari (membro fondatore del progetto) che riesce a comporre delle parti assai complesse, riuscendo allo stesso tempo a non coprire il suono globale degli strumenti con i suoi colpi sulle pelli; il brano poi si chiude, in struttura circolare, con lo stesso riff di apertura, ma con sopra le due voci della band che si intrecciano tra melodia e cattiveria.

Le due voci, rispettivamente del cantante Pietro Serratore e del chitarrista Luca Zini, a dispetto di quello chi possa pensare, non si mescolano tra loro sempre tra scream e clean, ma danno il meglio di loro quando si mescolano entrambe in clean, e un esempio perfetto di questo incredibile lavoro vocale lo s trova nel terzo brano, "Frames", probabilmente quello più cantabile e che prima resta in mente di tutto il lavoro.

Andando avanti si arriva a "So far Gone", quello che probabilmente è il pezzo più cattivo di tutto il il lavoro, dove influenze di band come Meshuggah si fanno pesantemente sentire nella linea vole e negli intrecci di chitarra, dove spesso a ritmiche serrate e meccaniche si mescolano riff su tonalità molto alte. Andando avanti si arriva a quello che è il pezzo che più ha colpito il mio orecchio, "Elisyum", e non a causa di articolatissime ritmiche o simili, ma perché il brano risulta forse quello rapido da digerire ed assimilare, mostrando una sfaccettatura molto più "catchy" di questo quintetto di Bologna.

L'album si chiude con "Grasp", traccia che avvicina il sound della band ai Periphery grazie ad una ritmica sincopata che si alterna a complessi riff e ritmiche, che riescono martellarti la martellarti la testa e a far muovere la tua testa su e giù senza che tu riesca nemmeno ad accorgertene.

Questa band può essere paragonata ad una insalata assai gustosa, dove si trovano mescolati Meshuggah, Periphery, Animals as Leaders, TesseracT, Distorted Harmony e Intervals, il tutto in maniera ordinata, composta, e che consente anche a chi non è avvezzo a questo genere di poter ascoltare qualcosa di abbastanza duro, grazie a sprazzi di melodia che riescono ad inserire con una facilità quasi disarmante, e non dimentichiamoci anche che questo lavoro è la prova tangibile che la musica in Italia non è morta, ma è solo nascosta dietro gli 86€ a biglietto dei Metallica...

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