Solitudine

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Spesso mi chiedo come ci si deve sentire ad essere solo e rendersi conto che tutto dipende da te, consapevoli di non avere consigli e nemmeno supporto da nessuno a volte basterebbe un appoggio morale, avere una persona che possa farti sentire vivo, farti sentirsi che appartieni a questa società e non come un vegetale che attende solo che il destino alla fine faccia il suo decorso.
Sono sempre stato e lo sono tutt’ora una persona ottimista, ma noto come più il tempo passa e più queste persone rimangono ai margini della società e la cosa che più ferisce e vedere la completa indifferenza di tutti noi, vedere un emarginato sdraiato su una panchina in quel metro quadrato simbolo della sua residenza è diventata un’immagine consueta e che non attira l’attenzione della gente intenta a correre per strada, tutta di fretta altrimenti si perde l’arrivo della metró oppure non arriva in tempo alla fermata dell’autobus, per assurdo il nostro tempo corre frenetico, la nostra vita, il nostro appartenere a questa realtà, mentre per loro il mondo si è arrestato, per loro non esiste il tempo.
Ora non saprei dire se il giusto equilibrio stia nel mezzo delle due realtà, di sicuro ne la nostra e nemmeno la loro sono da prendere come stili di vita, so che è un discorso che potrebbe aprire diverse diatribe ma sicuramente qualcosa non va in entrambi le realtà, chi veramente è più solo ?, davvero sono loro quelli a sentirsi soli oppure siamo noi ?.
Forse per rendersi conto della vera realtà ci si deve trovare immersi e viverla, quindi non sono di certo io a poter giudicare e nemmeno voglio giudicare loro o noi, era solo una riflessione perché man mano che il tempo inesorabile ci sfugge di mano ci si accorge che potrebbe succedere anche a noi

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Per sentirsi solo non intendo solo il sentirsi emarginato ma anche il problema della senilità che fa ancora più male, tutti arriveremo a quel punto è si spera di non sentirsi emarginato è messo da parte, ecco dove volevo arrivare con la mia riflessione.

English version

I often wonder how you will feel to be alone and realize that everything depends on you, there is no advice and no support from anyone would sometimes need a moral support, have a person who can make you feel alive, make you feel that you belong to this society and not as a vegetable that only awaits destiny in the end it makes its course.
I have always been and still are an optimistic person, but known as time passes and more people at the limits of society and the thing that I like most and see the complete indifference of all of us, see an outcast Suona a meter in a square meter of his residence has become a usual image and does not attract people's attention for a long way, all the hurry otherwise the arrival of the metro or does not arrive in time at the bus stop, for absurdity our time runs frantically, our life, our belonging to this reality, for them the world has stopped, for them there is no time.
Now I can not say if the right balance in the middle of the two realities, certainly neither ours nor their are to be taken as still life, so it is a speech that could open a different diatribe but surely something is wrong both realities, who is more alone ?, are they really those who feel alone or are we?.
Perhaps to make the profile of true reality we must find ourselves immersed and live it, so I'm certainly not a judge and I do not even want to judge them, it was just a reflection because man who inexorable time escapes us from hand you realize that it could happen to us.
To feel alone I do not mean only feeling marginalized but also the problem of senility that hurts even more, we will all get to that point and hope not to feel marginalized is put aside, that's where I wanted to get with my reflection.