Se solo avesse saputo [theneverendingcontest]

in ita •  6 years ago  (edited)

New York, martedì 11 settembre 2001, ore 7.30 am

Vivian e Cora
-Mamma, mamma, oggi andiamo al parco con le altalene alte? Il parco di Charlotte...- Cora era così allegra, aveva trovato una nuova amichetta e non vedeva l'ora di giocare ancora con lei, ma purtroppo abitava lontano da casa sua.
-Tesoro, oggi c'è scuola e poi non ci resta molto tempo. Ci organizziamo per sabato, va bene?- le rispose sua madre sperando che non restasse troppo delusa.
-Va bene mamma, ma quando arriva sabato?- disse Cora agitando le sue manine nell'aria.
Vivian adorava la sua piccola e vivacissima bimba, con quella massa di capelli ricci che non voleva tagliare e i suoi occhi neri come la notte. Era sveglia, furba e le piacevano le storie di magia. E le altalene, ovviamente.
-Più in alto mamma, spingi più forte, fino al sole! Tu sei mai arrivata al sole mamma?-
-Sei tu il mio sole, tesoro!- le rispondeva sempre Vivian.
-Tu non ci vedi bene mamma. Il sole è giallo e io sono nera!-
Come poteva spiegarle Vivian che sua figlia era la luce che illuminava la sua vita e il fuoco che scaldava la sua anima? La vedeva crescere ogni giorno di più e aveva terrore del tempo che passava così veloce, troppo veloce per una mamma. Le voleva insegnare tutto della vita, a non arrendersi mai, ad essere una persona forte, ad andare oltre i pregiudizi, ad amare tanto. Voleva esserle accanto quando sbagliava, quando cadeva, quando era triste. Voleva meravigliarsi con lei per ogni nuova scoperta, voleva portarla a fare il giro del mondo, voleva vederla diventare una donna.
-Forza Cora, a scuola adesso. Dammi un bacio!- Cora le si attaccò al collo come una scimmietta e la riempì di baci.
Se solo avesse saputo ...
Vivian lavorava come segretaria della società American Express, al 94° piano della Torre Gemella Nord.


Oliver e Maya
Non c'era suono che Oliver odiasse più della sveglia della mattina. Era conscio che la fatica era racchiusa tutta in quei tre secondi in cui si sposta la coperta e ci si alza, ma era più forte di lui. Spense la sveglia e allungò la mano verso la parte del letto di Maya. Sapeva già che era vuoto, ma voleva accertarsene. Sua moglie era infermiera e quella mattina era uscita molto presto per cui si trovò solo a fare colazione. Mentre beveva il suo caffè si accorse del biglietto che Maya gli aveva lasciato sul tavolo. “I love you” diceva, con un bacio stampato con il rossetto. Maya era una donna molto romantica e spesso gli lasciava messaggi scritti sui tovaglioli o registrati nella segreteria telefonica. Lui sorrideva perchè gli piaceva un sacco leggere le dolci parole che lei gli dedicava. Era qualche anno che cercavano di avere un bambino, ma evidentemente non era ancora arrivato il momento giusto. Maya era molto fatalista: “Vedrai, la cicogna verrà quando meno te lo aspetti!” gli ripeteva sempre per calmare la sua impazienza.
Oliver si preparò con cura, quella mattina aveva un appuntamento importante con un cliente. Si era preparato molto per quell'incontro e ci teneva particolarmente per dimostrare le sue capacità al suo capo. Al lavoro pretendevano parecchio, c'era molta competizione, ma lui aveva studiato parecchio e tutti dicevano che aveva una marcia in più rispetto agli altri. Sperava di avere una promozione in poco tempo.
Si sistemò giacca e cravatta davanti allo specchio e quasi senza accorgersene prese il biglietto della moglie e lo mise nella tasca, come ad averla vicino a sé.
Se solo avesse saputo ...
Oliver lavorava come impiegato presso l'Accenture Consulting, una delle società di consulenza aziendale più grandi del mondo, all'ultimo piano della Torre Gemella Nord.



1 - Immagine CC0 creative commons
2 - Immagine CC0 creative commons
3 - foto dell'autore


Lucas e Ellie
Ellie arrivò eccitata a New York per fare una sorpresa a Lucas. Suonò con foga il campanello ma non rispose nessuno. Bhe, considerati i turni di lavoro, aveva il 50% di possibilità di trovarlo a casa, ma pazienza, si sedette sugli scalini e lo aspettò. Per fortuna l'attesa non fu lunga e la sorpresa riuscì piuttosto bene: -Ellie! Cosa ci fai qui?- la sua voce quasi balbettava.
-Tanti auguri Lucas! Non volevo perdermi i tuoi 30 anni! E visto che da quando ti sei trasferito qui non vieni più a trovarci molto spesso, ho pensato di prendermi due giorni di vacanza per stare con te!- rispose lei abbracciandolo. E continuò: -La mamma dice che se non vieni per il Ringraziamento ti disereda! Potresti anche farglielo un regalo ai nostri poveri vecchi! Ah, ovviamente devi presentarti con la tua ragazza, pena il lavaggio dei piatti del pranzo!-
-Ahah questa è bella! Non vi illudete proprio, non ci sarà nessuna fidanzata! Curiosone! Raccontami di te piuttosto … -.
-Lavoro sempre alla scuola e se esco con qualcuno lo faccio uscendo di nascosto dalla finestra!! Mamma ha scoperto che fumo e mi ha fatto la ramanzina per mesi!!- e risero pensando che la loro fosse la mamma chioccia più chioccia del pianeta!
-Dovresti andare a vivere da sola, sarebbe ora no? Perche non ti trasferisci qui?-
-Non dirlo … potrei prenderti in parola!!-
-Dai adesso preparati, stasera offro da bere ai miei amici al pub-
Fu una bella serata, risero, ballarono, chiaccherarono a lungo e la compagnia era piacevole.
-Sono felice che sei qui, mi hai fatto un bel regalo!- le disse Lucas dandole un gran bacio.
La mattina dopo, Ellie, che dormiva sul divano, nella penombra vide Lucas pronto per uscire.
-E' già ora- chiese assonnata.
-Si, io devo adare. Ma tu continua a dormire, ci vediamo dopo. Preparami il pranzo- le urlò chiudendo la porta.
Se solo avesse saputo ...
Lucas lavorava come pompiere presso la Stazione dei Vigili del Fuoco di NYC da più di quattro anni.


Nahla e Sarif
Mancava poco, ancora pochi minuti e il volo AA11 diretto a Los Angeles sarebbe partito da Boston. Sicuramente Sarif e i suoi compagni si erano già imbarcati ed erano pronti all'azione.
Nahla aveva salutato per sempre Sarif due giorni prima. Lei sapeva.
-Sarif, puoi ancora ripensarci, non andare!- gli disse, cercando però di non avere una voce troppo supplichevole.
-Che dici Nahla? Io sono pronto, non ho paura. Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato- le prese la mano e la strinse forte.
-Lo so, ma ora l'idea di perderti per sempre mi sembra insopportabile- rispose lei.
Sarif la baciò con trasporto e lei ricambiò con disperazione.
-E' la mia missione, vado a combattere i nemici, è Allah che lo chiede. Tu avrai sempre il mio cuore, e ti aspetterò nel Paradiso dei giusti quando sarà il momento- i suoi occhi non facevano trapelare la minima incertezza.
-Io no, io non sono pronta. E ho paura, tanta paura … - avrebbe voluto gridare, ma rimase in silenzio.
Quando scoprì che l'amore della sua vita era un musulmano radicale estremista era ormai troppo tardi. Lo amava e sebbene non condividesse appieno le sue idee, gli rimase accanto, pensando che mai il destino sarebbe stato così crudele con loro.

Ora Nahla era lì a guardare il cielo e pregò un qualsiasi dio che qualcosa andasse storto, che quell'attacco venisse scongiurato. Non voleva quella guerra, non voleva la strage di persone innocenti che come lei desideravano solo una vita normale, senza pensare alla politica, al potere, alla religione.

Ma nessun dio l'ascoltò.

Alle ore 8.46 am il volo American Airlines 11 precipitò violentemente contro la Torre Nord del World Trade Center, nella lower Manhattan. La CNN iniziò a trasmettere le immagini del disastro con una edizione straordinaria; si pensò ad un trribile incidente e fu devastante quando, pochi minuti più tardi, anche un secondo aereo si schiantò in diretta televisiva contro la seconda delle Torri Gemelle, quella Sud.
La gente era attonita, esterefatta, inorridita, terrorizzata. Morta.

Lei sapeva. E questo fardello le opprimeva il petto impedendole di respirare.





In partecipazione a:
theneverendingcontest n° 23 S3-P5-I1 – Contest di @spi-storychain

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Una drammatica epopea. Bravi!!

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Grazie del complimento e di leggerci sempre @sbarandelli!

Ciao!

Bellissimo ed emozionante.

-Tu non ci vedi bene mamma. Il sole è giallo e io sono nera!-

Amo la spontaneità dei bambini.

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Grazieeeeee @pawpawpaw!! Anch'io mi sono emozionata nello scrivere, sono contenta che arrivi! un abbraccio

Migliaia di vite spezzate all'improvviso...ogni mini-racconto parla di una tragedia personale e gigantesca.

Si, è come se avessi visto delle fotografie che poi si sono spezzate in due, lasciando un immenso vuoto. Grazie @piumadoro

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