“Una storia mai scritta” - prefazione [CONTESTEEM]

Il romanzo “Una storia mai scritta” nasce in un contesto molto particolare e insolito.
Il giovane @serialfiller non obbedisce a un suo interiore ordine di stesura ma accetta la sfida di non avere uno schema da seguire, ovvero la sfida dell'improvvisazione. I suoi capitoli si adattano ai temi proposti settimanalmente su una piattaforma online, apprestandosi a dar loro una continuità di scrittura e un senso compiuto finale, armonizzando, per quanto gli sia possibile, la forma e i contenuti.
Nonostante questa difficoltà l'autore non si tira indietro raccontando una semplice storia di fantasia, anzi, egli si immerge nella narrazione con domande e tematiche prevalentemente etiche ed esistenziali. Non si tratta di un racconto di fantascienza come un lettore ingenuo potrebbe pensare, bensì ci troviamo dinnanzi ad un romanzo con basi filosofiche che affronta temi profondi come la tendenza auto distruttiva dell'umanità, gli universi contenuti nella nostra immaginazione, il tempo e lo scorrere inesorabile della vita, il desidero umano di immortalità, la clonazione.
L'io narrante, l'eroe del romanzo, ci svela un futuro dove l'uomo non esiste più, soppiantato dalla tecnologia e dalle macchine che lui stesso ha inventato per rendersi la vita più facile.
“Ciò che io racconto è la storia dei prossimi due secoli. Io descrivo ciò che viene, ciò che non può fare a meno di venire: l'avvento del nichilismo. Questa storia può già ora essere raccontata; perché la necessità stessa è qui all'opera.” : possiamo trovare in queste parole di Nice (La volontà di potenza) un parallelismo con l'idea che soggiace allo scritto di @serialfiller. Il protagonista però ha qualcosa in più: si sente, urgentemente, che l’amore per l'umanità diviene implicitamente l’unica forza capace di attraversare il tempo e lo spazio per dare all'uomo un'altra possibilità. Il passato e il futuro si chiudono in un unico cerchio e l'uomo stesso è responsabile del suo futuro; come l'io narrante scrive per amore dell'umanità l'uomo deve essere capace di salvarsi in virtù dell'amore verso se stesso e i suoi figli (recupero del concetto di famiglia), per sopravvivere in una vita che, seppur mortale, è meravigliosa. L'uomo non deve dimenticare chi è stato, sembra che egli abbia cancellato ogni traccia di sé ma non è così: l'io narrante è l'eroe positivo del romanzo e rappresenta l'uomo nel suo divenire se stesso in una nuova epoca, un'epoca futura determinata, però, necessariamente, da un ritorno al passato.

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