Porcellini scemi! I più scemi del mondo!

Finalmente era iniziato l'autunno e il nipote si era pure raffreddato, per cui il mese di allontamento forzoso e forzato volgeva al termine.
Luigi era commosso: mai in vita sua era stato così felice di rientrare in città.
Dato che era l'ultima sera lì nella ghost town (come amava definire il campeggio in cui era stato confinato) decise di accontentare le richieste del moccioso.

• Zio, io voio una tolia divettente.
• Certo nanetto bello, dammi una traccia, un argomento.
• Un titolo?
• Sì ecco…
• Porcellini scemi! I più scemi del mondo!

C’erano una volta due porcellini che nella pancia della mamma si erano messi schiena contro schiena e le loro codine si erano intrecciate.

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Quando nacquero, tutti dissero: “Che carini!”; e nessuno li districò.

I poveretti dovevano sempre camminare uno in avanti e uno all’indietro. Solo che Pullo era grande e grosso mentre Pillo era piccolino per cui spesso inciampavano e cadevano rovinosamente.

“Che buffi!” dicevano tutti; e nessuno li scioglieva.

Tutte le mattine, nel lettino, Pillo compilava l’elenco delle cose da fare: colazione, scuola, attività pomeridiane...

• E per fare la cacca?
• Avevano un water doppio dove sedersi in due.
• AHAHAHAAH!

Per i due fratellini non era facile neanche vestirsi: andava tutto bene fino a che dovevano infilare calze, scarpe, magliette, camicie e maglioni. Come pantaloni invece avevano un modello speciale con un grosso spacco chiuso sopra le code da un bottone.

Pillo fra l’altro era un maniaco degli accostamenti, per cui pretendeva che indossassero capi complementari o identici.

• Cosa vuol dile?
• No rosso e arancione insieme.
• A ME MI piacciono.

E comunque, tutto funzionava fino a che non avevano impegni diversi.

A Pillo, che era ipocondriaco, piaceva andare dal dottore per cui Pullo era costretto ad annoiarsi terribilmente per ore in sala d’attesa.
Pullo invece voleva giocare a calcio e Pillo tremava ogni volta che si avvicinavano al campo. Pullo sognava di fare l’attaccante o il terzino ma, quando aveva provato a scattare dietro il pallone o prenderlo di testa, l’esito era stato disastroso.

Nessuno dei due sopportava quella convivenza forzata, così il giorno del compleanno chiesero entrambi alla fatina dei desideri di separarli una volta per tutte.

La fatina ascoltò le loro vocine e si travestì da vecchietta con le ali ripiegate sotto ai vestiti.

Quando i due videro la grossa gobba non poterono credere che ci fosse qualcuno messo peggio di loro e iniziarono a prenderla in giro.

• Cos'è la gobba?
• Quando uno ha la schiena con la curva dietro.
• Non fa lidere.
• Ah no? Non vuoi sapere come finisce?
• No, volio la stolia diveltente!
• E com’è?
• Con le pussette!

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C’erano una volta sei porcellini che facevano sempre le puzze perché lo trovano molto divertente. I genitori disperati aprirono dei buchi nelle pareti di casa; ma d’inverno, quando veniva il freddo, erano costretti a chiuderli con i tappi di sughero.

• AHAHAHAAH! Prooot proooooot

Una sera il papà si mise a urlare: “Basta! Basta! Non si respira”. Mentre si agitava gli scappò una scoreggia e i porcellini subito dissero: “Che schifo!”, “Ma che puzza”, “Bleah!”. Allora alla mamma venne un’idea e cominciò a farne anche lei.

I sei figli la implorarono di smettere. “Sembra una stalla!” “Ma cosa hai mangiato?!”.

Da quel momento nessuno fece più puzzette.

I porcellini, annoiati, decisero che il nuovo gioco sarebbe stato correre facendo versi con la bocca e agitando contemporaneamente braccia e gambe.

La prima vittima fu il televisore e subito scattò il divieto di giocare in casa.

I porcellini allora si spostarono in strada e i pedoni scapparono terrorizzati vedendo sei maialotti, schierati sul marciapiede, che correvano all'impazzata.

• Collevano così? Gne ggggnnnneee fnnnne
• Haya!!! Ma stai attento!!!
  …
• Non te la racconto più, a nanna!