Le Twin Towers sono sempre bellissime in questo periodo dell'anno.
Ricordo quando arrivai all'aereporto di Newark 20 anni fa, pieno di speranze e di fatica, e tra la neve che sommergeva la pista cercavo di allungare il collo con l'ingenuità di chi sperava di scorgere quei 2 giganti sin dal New Jersey.
Che povero sciocco che ero.
Per uno che aveva vissuto a Lipsia tutta la sua breve vita e che aveva visto ogni sogno infrangersi contro un muro ed ogni via di fuga chiudersi paradossalmente contro una gigantesca porta Berlinese era difficile immaginare un mondo dove 2 torri si ergessero cosi sicure e cosi imponenti su una città cosi libera e variegata come New York.
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In questi 20 anni ho imparato sulla mia pelle quale è il prezzo della libertà, quanta ipocrisia e quanti paradossi vi siano dietro il tanto agognato sogno americano, quali siano i compromessi che un uomo libero debba affrontare giorno dopo giorno.
Mi sentivo soffocare nella mia Lipsia ma adesso la rimpiango spesso quando con una cravatta stretta al collo come un cappio corro fra corridoi tristi per portare in dote ai miei mille capi relazioni o caffè come se poi fosse la stessa cosa.
Detestavo quelle zuppe calde ma salutari, vere e genuine e adesso mi ritrovo ogni sera seduto sulla mia poltrona ikea a consumare una miniporzione precotta costata quanto 2 ore di lavoro.
Sognavo una vita libera e bella oltre quel muro e ho trovato tante finte opportunità nelle quali crogiolarmi.
Vedevo mio padre nella sua Trabant verde e mi vergognavo per lui salvo fare la spola tra Harlem e Wall Street ogni giorno, per rincorrere il tempo tra una metropolitana e l'altra.
Quelle 2 Torri rappresentavano per me l'ideale distaccamento dalla mia fredda e piatta non Germania. Ogni volta che mi ritrovavo davanti agli occhi un'immagine della splendida isola di Mahnattan le vedevo svettare su tutto e tutti, su quei volti sorridenti a 32 denti, su quell'innovazione sfrenata e inanticipabile, su quelle storie leggendarie e una ricchezza indiscriminata e per tutti.
Quell'aereo che mi portò qui 20 anni fa, dopo mille vicisitudini, era stato per me una sorta di tappeto volante capace di portarmi di colpo dalle stalle alle stelle e aprirmi ad un nuovo mondo.
Bisogna avere sempre paura di quello che si sogna, di quello che si desidera.
Cosi come allo stesso modo bisogna tenersi stretto e apprezzare quello che si ha.
Nel mezzo ci siamo noi, miseri esseri umani che altra responsabilità non abbiamo se non quella di provare ad essere felici, migliorare la nostra vita e quella di chi ci sta intorno.
Che stolto che sono stato a scappare cosi dalla mia patria. Che irriconoscente. Che codardo.
Ero ancora piccolo quando spararono a Gorbachev quel giorno. Ricordo il terrore negli occhi di mio padre e di mia madre.
Ricordo come se fosse oggi quando mio fratello, appena diciottenne, decise di arruolarsi e partire verso San Pietroburgo per proteggere i nostri fratelli e compagni sovietici dalla tirannia Occidentale e dall'usura dei Capitalisti.
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Non capivo ma facevo finta di farlo perchè quando nasci e vivi in un mondo separato nel mezzo di una vita binaria o ragioni come uno zero o ragioni come un uno.
Credevo che mi fratello fosse uno zero.
Mi sentivo un uno.
Lui credeva in qualcosa che aveva visto e sentito. Io sognavo qualcosa che non avevo mai visto o sentito.
2 facce della stessa medaglia.
Ci saremmo potuti trovare l'uno contro l'altro in quell'11 settembre 2001 quando nella Neutrale Berlino quello che doveva essere un incontro di pace fra il presidente americano Al Gore e quello dell'unione sovietica Putin divenne un bagno di sangue.
Oltre un km del muro che separava le 2 Germanie fu abbattuto da colpi di cannone in quella che fu una vera e propria avanzata verso l'occidente.
Quanti morti, quanto sangue. Mio fratello era li mentre io ero nel mio buco di appartamento nel Queen's Newyorchese.
Pregavo per lui e iniziavo a capire perchè si fosse arruolato.
L'Europa non era mai stata cosi divisa e l'America non era stata mai cosi vulnerabile.
La storia non farà che riproporci che Gorbachev fu ammazzato da agenti della C.I.A. per impedire che gli stati Uniti potessero allentare la presa sull'Unione Sovietica.
La teoria del complotto più consolidata e ricca di prove a sostegno ci dice che fu proprio lo zoccolo duro del KGB a far fuori il presidente dell'U.R.S.S. colpevole di essere sul punto di denuclearizzare l'unione e spogliarsi di ogni difesa nei confronti del nemico giurato dopo anni di guerra fredda.
La guerra fredda non è mai stata più calda da allora.
L'unione Sovietica è sempre più in espansione.
La Cina, la Palestina, l'Iraq, il Pakistan e gran parte del mondo arabo si sono uniti a Mosca formando una coalizione strategica spaventosa.
La DDR è l'anello di congiunzione fra questi paesi e il resto del mondo ed oggi è forse la repubblica più forte del globo essendo il luogo dove tutto può avvenire e non avvenire allo stesso tempo.
Spagna, Grecia, Italia e Portogallo si sono dichiarate neutre in questa diatriba ed oggi sono delle potenze commerciali importanti grazie al fronte comune che hanno instaurato con i paesi del Nord Africa. L'accoglienza è diventata un'arma vincente e adesso i P.I.G.S. rappresentano un polo attrattivo per tutti e un esempio di integrazione che in molti vorrebbero riproporre questo schema in centro Europa dove nazionalismi e integralismi stanno dilaniando non solo la Germania.
Sono scappato in tempo o sarei dovuto restare?
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Me lo chiedo spesso mentre continuo la mia vita tra un McDonald's e una fotocopiatrice usata, mentre mi arrovello il cervello per capire come partecipare al prossimo grande fratello e cercare un modo per cambiare la mia vita in meglio.
Ho rinunciato all'auto visto il prezzo della benzina qui a New York da quando George W.Bush dovette rinunciare all'invasione del Golfo per fronteggiare la minaccia sovietica. Senza auto nel paese dove l'auto era ed è uno status symbol e adesso rimpiango la Trabant che avrei dovuto avere prima o poi nella mia vita parallela.
Ho dato via la mia anima per inseguire una libertà apparente.
Al tempo stesso ho inseguito un sogno incerto a scapito di un futuro piatto ma certo.
Ho fatto bene caro Hans?
Oggi sei un esempio per tutta Lipsia e sei conosciuto in ogni angolo dell'unione. Uno dei primi soldati tedeschi ad imbracciare le armi per i compagni sovietici.
Hai lottato per qualcosa, hai creduto in qualcosa ed oggi quel qualcosa fa paura a tutto il mondo.
Ti sei mai chiesto cosa sarebbe stato di te se fossi stato dall'altra parte?
Avremmo potuto partire per l'Italia, insieme con mamma e papà. Oggi avremmo avuto milioni di lire e una casa in un piccolo borgo felice.
Che stolti coloro che volevano un europa unita ricordi? Sognavano di creare una moneta unica. Che follia.
Ti immagini i P.I.G.S. intenti a rinunciare alle loro ricchezze, alla loro cultura per aiutare la nostra Germania divisa?
Te li immagini i presidenti di Spagna e Italia a concederci migliaia di immigrati per darci una mano con la manodopera e aumentare la nostra produttività? Oggi al nostro paese non resta che raccattare transfughi dall'Est e provare a convertirli in piccoli e vuoti soldati da propaganda.
Che mondo strano questo, che mondo acerbo e diviso.
Io son scappato.
Tu sei restato.
Entrambi abbiamo fallito.
Le mie 2 torri son qui a ricordarmi di quanto la caduta sia più dolorosa se precipiti da altezze folli.
Quel tuo muro sgretolato è li a ricordarti di come chi prova a separare prima o poi è costretto a soccombere cosi come chi prova a sfondare i muri anzichè scavalcarli o abbatterli dolcemente.
Nel 2018 mi sarei aspettato altro.
Resto ancora un po qui a pensare a cosa sarebbe successo se fossi rimasto e a cosa sarebbe successo se ti avessi convinto a non arruolarti.
So che per te è un'eresia ma che ne dici di venirmi a trovare un giorno?
Non ho molto da offrirti ma posso offrirti il mio amore fraterno caro Hans.
Ci travestiremo da turisti e ti porterò in cima all'Empire State Building, pattineremo al Rockfeller Plaza, passegeremo a Central Park, andremo ad Harlem a presenziare ad una messa Gospel, andremo al Dumbo a fotografare lo scorcio del nostro film preferito di Sergio Leone.
Saremo fratelli e turisti, 2 ragazzi normali in viaggio verso se stessi, lontano da casa e dai problemi e quando saremo al World Trade Center alzeremo gli occhi al cielo fino a quando non riusciremo a capire dove finiscono le 2 torri e dove comincia il cielo.
Solo allora forse ci sentiremo uniti, sotto lo stesso tetto, oltre lo stesso muro, dentro lo stesso mondo.
Un abbraccio my brother. Stai attento.
Perdona le riflessioni ad alta voce, perdona il tono da storico delle
Ricorda di portare un tulipano bianco sulla tomba di Mà e una rosa blu su quella di Pà.
Mi mancano.
Saluta anche loro e non fare pazzie.
Con affetto,
Oliver
Davvero bravo. Sei riuscito a toccare tutti i punti principali della storia riproponendoli nella tua versione attraverso il racconto di un uomo comune, con delle descrizioni precise e al tempo stesso scorrevoli. Non era un compito facile, complimenti!
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Ti ringrazio molto.
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Bello, bravo.
Ti segnalo che ci sono un sacco di typo, se ti va di correggerli, non che mi abbiano ostacolato nella lettura, vedi tu.
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Maledetta fretta.
Grazie dei complimenti e soprattutto del contest veramente sfidante,spero di aver reso al meglio l'idea che avevi in mente.
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Davvero un gran bel lavoro, complimenti.
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Ti ringrazione @scriptamanent
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