Nei giorni scorsi mi è capitato in più occasioni di riflettere sul ruolo del curatore all'interno di steemit tutto, all'interno della comunità italiana in particolare.
Se siamo qui è per guadagnare qualcosa, inutile negarlo o saremmo ipocriti dal primo all'ultimo, ma accanto a questa esigenza/speranza vi è anche la necessità di cimentarsi in qualcosa di unico per il proprio percorso sia esso autoriale, interattivo o semplicemente di lettore e attento osservatore delle dinamiche di questo universo piccolo piccolo che è steemit.
Se il ruolo di un autore è ben definito, anche se a mio avviso molto poco evidenziato e valorizzato, è sicuramente molto più sfumato, confuso e difficile da inquadrare quello del curatore.
Chi è che può definirsi davvero un curatore e soprattutto chi è che può definirsi buon curatore?
Se intendiamo questa figura come colui che da valore agli scritti degli altri attraversi sistemi premiali come gli upvote o sistemi interattivi come i commenti ai post o addirittura una sponsorizzazione dei post altrui allora parliamo di un lavoro a tempo pieno e altamente qualitativo.
Se, invece, lo intendiamo come colui il quale in maniera quantitativa segue e vota chi gli permette guadagni maggiori in termini di curation allora decade il concetto "nobile" espresso poco sopra.
Ma attenzione ! Un curatore "quantitativo" non ha nulla da recriminarsi o di cui farsi perdonare. Se è vera la premessa che siamo qui per guadagnare in primis allora egli sarà legittimamente impegnato a perseguire il suo scopo principale.
Un curatore "quantitativo" è, però, difficilmente in grado di costituire valore aggiunto per la società/comunità in cui aziona.
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Ma se questo è cristallino e verissimo e legittimissimo dovremmo però interrogarci su chi sia e quanti siano i curatori "qualitativi" nella nostra comunità.
Quando mi sono posto questa domanda devo dire che mi la risposta non è stata delle più gradevoli.
Come autore prolifico quale sono (in termini quantitativi con almeno un post al giorno ed oltre 300 in 6 mesi in valigia) credo di essere la persona più adatta per "accorgermi" di chi, come e quanti siano davvero i curatori qualitativi.
Secondo me ne sono pochi, pochissimi.
La curation è legata a doppio filo con autori ed argomenti trattati, quindi ci saranno sempre delle nicchie di chi segue qualcuno perchè gli piace come autore tout court e chi lo segue perchè ama alcuni argomenti specifici di cui tratta.
Ma in quanti danno davvero valore aggiunto ai singoli post, ai singoli autori, alla community tutta.
Escludendo i curatori da postIT, che svolgono un eccelso lavoro dietro le quinte, la risposta è ancora amaramente che sono pochissimi.
Inoltre vi sono casi palesi di utenti che commentano con le 4-5 frasi di repertorio tanti post dando però l'impressione di non leggere davvero i vari articoli.
Possono definirsi essi curatori?
C'è poi la categoria di quelli che se voti o commenti un loro post tornano sul primo post del commentatore lasciando a loro volta un commento. Un ipotetico do ut des curatore insomma che non sembra esattamente il massimo della coerenza.
Sono essi dei curatori a vostro avviso?
C'è poi chi commenta, ricommenta qualsiasi cosa sperando che prima o poi il pesciolino più grande possa ricambiare il favore e magari anche un voto.
E' questa vera curation?
Se escludiamo questi casi restano davvero pochi attenti, fedeli e critici curatori e qui vi è poi un'altra distinzione importante.
Meglio un commentatore entusiasta o uno "polemico"?
Chi è che offre più spunti di conversazione?
Probabilmente il secondo ma spesso anche i più entusiasti riescono ad essere fondamentali in quanto danno forza e motivazione all'autore per continuare su quella strada.
Ogni autore almeno una volta nella vita si sarà chiesto "di cosa parliamo oggi?" vien da chiedersi se effettuato il login su steemit di buon mattino anche un coscienzioso curatore di tanto in tanto si chieda:
"Ma di cosa curiamo oggi?"
Perso tra le montagne di Twin Peaks mi ritrovai ad Albuquerque dove un furgone mi trasportò a Westeros e a Westworld successivamente dove ritrovai una cabina telefonica inglese con un Dottore pronto a giocare a Basket o a Calcio con me e a parlare di sociale, politica, futuro, persi come fossimo sull'isola di Lost.
Attenzione!
Leggere i miei post può creare dipendenza!
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Si parla del curatore di steemit, la mia opinione riguarda soprattutto la comunità italiana. Non conosco bene quella fuori dall'Italia, ma devo anche dire che non credo di trovarmi di fronte ad un ribaltamento del mio giudizio, perché il mio giudizio riguarda la piattaforma e qualcosa di più generico.
Non è detto che una cosa deve fare a botte con l'altra, ma la mancanza della seconda mi produce notevoli problemi etici: uno scienziato può costruire la bomba atomica (essere pagato bene per questo) ma deve anche chiedersi qualcosa intorno al senso della sua attività (anche di colui che utilizzerà il suo lavoro). Questo vale per l'artista o per l'autore, se io non ho alcuna intenzione di essere un artista o un autore, mi alzo la mattina da disoccupato e qualcuno mi dice: "ti pago tot per un post al giorno", posso benissimo accettare (se so un minimo scrivere), ma non sarò mai veramente un artista o un autore. Non perché non sono bravo ma perché semplicemente non ho alcun interesse oltre all'offerta economica che mi è stata fatta.
Io penso che steemit sia questo. Qualcosa che offre un pagamento con delle regole a fronte di creazione di post e attività di curation e allora abbiamo molte persone che si mettono al lavoro per scrivere post e commenti, addirittura avviare piccoli progetti editoriali, magazine, ecc. Ma nessuno di questi, tra quelli che ho potuto vedere all'opera, ha una reale intenzione di avviare un percorso come autori o come editori.
Gli unici appassionati che rimangono in giro (perché gli altri lasciano la piattaforma) sono appassionati di informatica (programmazione), mentre altri cercano di dare valore all'attività in steemit immaginando contenuti che possono richiamare attenzione dai lettori (che ho più volte detto non esserci in steemit, o sono pochissimi), oppure in sistemi automatici per potenziare il meccanismo di crescita di valore (reso possibile da steemit).
Io invece, ad esempio, sono per progetti editoriali che siano al contempo sia progetti culturali sia progetti che raggiungono un equilibrio economico. Come si fa questo? E' difficile ma si può lavorare in questa direzione (ma non si può avere, come ho ripetuto più volte, come unico riferimento steemit). Ma il percorso che propongo io non è comodo, non si può sperare di farlo comodamente dal divano di casa mentre contemporaneamente si fa anche qualcos'altro. Certo, in questa comunità c'è chi si fa il culo per offrire servizi e altro (guadagnandoci anche, penso), non lo nego, solo che questi servizi sono a favore di chi vuole rimanere comodo sul divano e si basano sulla speranza (davvero ingenua) di quest'ultimi di guadagnare in questo modo. Un po' come diventare trader di successo lavorando 30 minuti al giorno ed altre cavolate del genere (che giustificano in rete una miriade di servizi e di corsi).
Il problema sta tutto in questo, poi a valanga tutti gli altri. E steemit non è colpevole da solo di questa situazione. Il problema ancora più generale sta nella cultura (decadente, ingenua e superficiale) in cui siamo immersi (e che siamo anche noi, evidentemente). Per questo non credo che altre piattaforme possono far meglio senza un cambiamento culturale di approccio di tutti noi. Ma se questo cambiamento c'è allora anche steemit potrebbe diventare qualcosa di valido.
Sono stato critico anche dei tuoi post, qualche volta. Perché? Perché scrivi su tutto quello che potrebbe attirare attenzione nel modo (secondo te) più coinvolgente possibile (per me "retorico"), immaginando (ingenuamente) che questo sia il lavoro di un autore, quando questo è solo il lavoro di un autore a comando, di uno scrittore a servizio (che viene pagato a chilo). Un autore chiede conto a se stesso del senso della propria attività e sviluppa un percorso sia personale sia di confronto con altri autori e i lettori. Non dico che non lo fai, dico che questa parte siamo sempre meno capaci di farla, dico quindi che non la fai bene (come anche io, non ti credere).
Stiamo parlando di curation? Allora ti chiedo: come mai io scrivo un commento al tuo post? Qual è la mia motivazione? Saprai che non sto lavorando per aumentare il valore del mio account steemit, in nessun modo, che nelle ultime settimane (e probabilmente continuerò così, se non lascerò la piattaforma) non sto più scrivendo post.
Insomma, per quale motivo impegno il mio tempo per scrivere questo commento? Perché sono un lettore, uno dei pochi qui su steemit e ho letto il tuo post.
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Credo che sia un problema molto italiano questa idiosincrasia per l'aspetto artigianale e non artistico di certi lavori: scrittura, pittura, cinema, etc.
Il 99% dei libri pubblicati sono semplici e onesti lavori artigianali, come il 99,99% dei post su Steemit, come il 100% degli articoli giornalistici, etc. etc.
La parte artistica è minima, soggettiva e sostanzialmente irrilevante, la produzione letteraria è artigianale, il che non vuol dire che non possa portare anche a dei guadagni, a volte anche enormi.
All'estero, in particolare nei paesi anglosassoni, c'è il massimo rispetto per chi scrive e, in modo onesto, lavorando, produce dei buoni prodotti letterari, senza nessuna velleità artistica, semplicemente facendo bene il proprio lavoro/hobby.
Se i lettori leggessero solo opere d'arte, letto tutto il pregresso, avrebbero ben poche cose nuove su cui soffermarsi.
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sì, sono d'accordo, anche se userei il termine "tecnico" piuttosto che artigianale, non che sia scorretto il tuo dire (è che così è più vicino al mio pensare). Tecnico vuol dire: ho l'abilità tecnica per poterlo fare e lo faccio (qualsiasi cosa). Ad esempio photoshop (per chi impara ad usarlo) da l'abilità tecnica per fare che so una locandina, ma non l'abilità grafica (che è un'altra cosa). Steemit è una piattaforma tecnica per la pubblicazione di contenuti online, se non sai come crearti un blog da un punto di vista tecnico puoi usare steemit (ma non ti da la capacità di essere comunicativo, originale, creativo, ecc.).
Quello che sta capitando è che molte persone che hanno l'abilità tecnica di realizzare una cosa (con queste piattaforme, ma penso anche altri strumenti come la macchina fotografica digitale, ecc.) la realizzano e sperano di guadagnarci senza chiedere conto intorno al loro fare, e questo è un danno anche per chi vuole fare non l'autore in quanto artista ma anche il comunicatore in marketing, o il giornalista, o l'editore, o il curatore. Venendo meno completamente questo chiedersi conto (dare senso), che è propriamente il percorso culturale di ogni fare, viene meno anche il rispetto verso gli altri (la professionalità ma anche il percorso degli altri).
Oggi però non c'è scampo: o si dialoga (ci si confronta) o si fallisce, tranne l'1% dei grandi furbi e squali che sfruttano la situazione, ma sono in pochi questi e bisogna anche saperlo fare, io onestamente devo dire che non voglio e non so farlo. Confrontandomi con altri vedo che molti sono convinti (ingenuamente) di poter essere questi grandi furbi e si comportano di conseguenza quindi, da furbi non da persone che vogliono il confronto, ecco da dove nasce la retorica del confronto, della comunità falsamente unita, ecc. Perché dico ingenuamente? Perché il 99% di questi furbi non sono squali ma pesciolini che procurano il cibo (quando non lo sono loro stessi) agli squali.
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Fillo (@serialfiller) sono della tua.
Sarò breve: è inutile sciorinare un mare di parole, la verità è che a (quasi) nessuno frega un cazzo.
L'italiano super egoico pensa: "già non guadagno niente se scrivo, perché mai dovrei sorbirmi quello che scrivono gli altri? Poi chi me lo fa fare oh, sei mesi fa ero un analfabeta funzionale come tutti gli altri, perché dovrei smettere di esserlo"?
Se ti sta bene beccati un bel post, bravo, sennò manco quello tanto boh...
Ricordiamo a tutti il magico URL che vi ha tolto tanti anni fa dal mezzo di una strada: www.facebook.com
La porta di Mark è sempre aperta! Vi aspettano ricchi temi culturali, meme, foto delle vacanze, video e mipiace a palate!
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Un curatore secondo me é anche buon commentatore.
Non sono un autore prolifico ma seguo le persone interessanti e quando secondo me lo merito, commenti ed uptove.
In tal senso i trail di voto, deve mi usi anche io, rovinano un po'questa piattaforma.
Vedo gente che scrive "oggi piove" e porta a casa 10SBD mentre altri scrivere primi post e non arrivare ad 1SBD..
Un buon curatore può essere anche polemico ma non si tutti i post altrimenti diventa un hater.
Io ad esempio ti seguo con Ginabot ma per me scrivi troppo e leggo solo i post tuoi che mi attraggono sul titolo (lo ammetto).
In definitiva quindi secondo me, se si togliessero i trail di voto il curatore potrebbe diventare quasi un lavoro e lo farebbe bene chi legge davvero i post e commenta un modo costruttivo: ora polemico, ora entusiasta, ora piccato, ora rilassato ma sempre costruttivo
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Daccordo con te quasi su tutto. Dissento parzialmente sul ruolo dei trail. Essi sono uno strumento potentissimo ed automatico che ci consentono di abbinare curation quantitativa atta a farci guadagnare a curation qualitativa atta a farci seguire e premiare gli utenti che ci piacciono di più. Essendo esso uno strumento totalmente automatico non ci sottrae tempo, motivo per cui possiamo comunque procedere con la curation end to end, quella fatta di interazioni, commenti e seguito di assoluta interattività.
Questo pezzo manca e fa perdere di valore a tutti sminuendo soprattutto il lavoro degli autori che qui in pratica sono morti e defunti in quanto ad apprezzamento, critica e seguito.
Purtroppo di veri curatori ne vedo pochissimi, motivo per cui prevedo una migrazione di massa ad altri luoghi in futuro.
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@serialfiller come puoi ben vedere ho upvotato il commento di @anedo mentre non ho upvotato il tuo post...
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Per prendere questa decisione vuol dire che hai letto.
Tanto mi basta, di questi tempi sapere che qualcuno ha letto mi basta.
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Ho letto il tuo post e purtroppo solo in parte il commento di @anedo (mi dispiace, ma non riesco proprio a leggere roba troppo lunga, perdo lo stimolo e la curiosità tipica del lettore principiante).
Come tutte le cose non esiste una verità unica, ma la verità si trova nel mezzo a tutto. Qui ci sono, e dico meno male, persone di tutte i tipi e si può trovare gente che, come me, nei viaggi tra casa e lavoro adora leggere o scrivere, chi cerca, sempre come me, anche un soldino extra, o semplicemente la soddisfazione personale che qualcuno sia riuscito a vedere dentro la propria testa.
Per me la curation è tutto, leggere per passione e lasciare un segno. Aiutare un amico a correggere gli errori di scrittura/digitazione/grammatica in genere. Suggerire anche come migliorare i propri post consigliando di aumentare la lunghezza dell'articolo o mettere più immagini o qualunque cosa passi per la mente. Però... un lavoro del genere spesso è rivolto a chi prende pochi spicci e, curare post di valore, spesso è la soluzione per avere un tornaconto per il tempo perso dietro ad altri.
E comunque.... chi me lo fa fare di leggere roba di cui non mi frega una cippalippa?
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