PostIT - n.174

Siamo sempre più connessi, più monitorati, più tracciati. Possiamo sapere potenzialmente tutto su noi stessi tramite una manciata di app: peso, forma fisica, battito cardiaco, numero di passi, dove andiamo, cosa pensiamo, cosa facciamo minuto per minuto. Eppure mai come in questo mondo del XXI secolo la sensazione di spaesamento e di mancanza di punti fermi è mai stata tanto forte. Mancano i capisaldi culturali, politici, ideologici, non si riescono a immaginare scenari futuri per costruire la propria vita da qui a dieci anni. Una strana contraddizione: sappiamo tutto di noi ma non sappiamo dove stiamo andando. Non c’è soluzione, se non il lasciarsi andare al fluire della quotidianità e all’educarsi a cogliere ogni momento vivendolo al massimo. Lasciar perdere la fotografia sui social di un paesaggio e prendersi invece una pausa per immergersi nell’acqua cristallina di un lago di montagna; spegnere il cellulare e leggere quel romanzo abbandonato sul comodino da tanto. Chiacchierare fino a notte fonda con chi ci è accanto, senza filtri.

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