Con un video certamente interessante, Graham Zabel consultant di Devoteam presenta "the death of devops" e poi tra parentesi (come li abbiamo conosciuti) perché ovviamente il titolo in se è un po' provocatorio.
Siccome rientro nella categoria dei dev ops, più ops che dev, il video come dicevo lo trovo interessante. In pratica qui in Italia appena ora si introduce il ruolo di dev-ops, cioè un sistemista infrastrutturale (quindi non help desk, cioè quello che risponde alle richieste "non mi va il monitor o la stampante") che però invade parzialmente il ruolo degli sviluppatori, dove in quel "parzialmente" è una zona grigia almeno nel nostro paese.
Graham Zabel invece segna i contorni in modo deciso, con processi ben delineati sia per i Dev che per gli Ops. Ma per lui questo è il passato, ovvero da cinque anni fa ad oggi. Interessante perché questo ancora una volta certifica che siamo cinque anni indietro, a volte facciamo qualche salto in avanti considerevole, ma sono casi sporadici.
Quello che è il futuro, ovvero tra cinque anni per noi se teniamo questa scala di ritardo, sarà il dev-op as a service, che a dire il vero è una cosa a cui penso da qualche mese, anche se in modo differente da Zabel. Infatti per "as a service" lui intende che la parte Ops si andrà a scaricare di tutta la parte hardware e quello che ne consegue, per passare in modo totale alle parte cloud. Quindi al nuovo dev-op sarà richiesta una fortissima conoscenza dei servizi azure, aws o google o varie ed eventuali che oggi magari sono visti come minori nel mercato. Questo apre alla visione che difficilmente un dev ops per essere fortemente preparato su un sistema infrastrutturale cloud, di uno specifico brand, lo sia poi in modo eguale per gli altri.
In tutto questo concetto di smaterializzazione del data center mi pare inoltre che non si tenga conto di soggetti come HPE, IBM o Dell per fare i nomi più grossi, che vendono server, storage e servizi. Non credo proprio che staranno a guardare impotenti, mi aspetto delle risposte sia in termini di tagli di prezzo (e comunque i servizi Cloud non sono economici) che di consistenti e massicce campagne di trade-in cioè ammodernamento dell'hardware, ritirando quello vecchio, magari con formule simili al leasing.
In Italia poi la situazione è anche più complessa, perchè più del 50% delle aziende ricade in una zona intermedia per cui l'infrastruttura cloud risulta ancora troppo costosa, quella interna della sala server è più abbordabile anche sul lungo termine ,ma magari non c'è il budget per internalizzare un sistemista, magari appunto un dev-op che offra qualche sviluppo minimo. In questo senso il mio concetto di "as a service" è più legato alla parola letterale, cioè quando è necessario. Però allo stesso tempo deve avere una conoscenza delle esigenze aziendali , dei metodi e delle risorse, cosa che in qualche modo va "contabilizzata".
In questo caso le figure "in affitto" dovranno essere pronte poi al passaggio dal livello fisico a quello remoto, quindi cambieranno anche le scale di priorità, se da una parte non ci interesserà (anche perché non si potrà fare nulla) tutto l'ambito hardware, dall'altro il sistema di connettività diventerà ancora più centrale, ad esempio con l'obbligo di una linea di backup su fornitore diverso, magari con tecnologie diverse (ponte radio o sistema di affasciamento delle reti 4-5G), e un servizio di certificazione e monitoraggio non solo della propria linea ma anche quella verso il cloud.
Ad ogni modo penso che nonostante tutto i server in casa li vedremo ancora a lungo, ad esempio basta prendere la parte contrattuale dei cloud e si scopre che di fatto in caso di problemi il fornitore non è imputabile di nulla, visto che certi incidenti o guasti anche solo provarli, dall'esterno, è sostanzialmente impossibile. In caso di disservizio siamo quindi nelle mani di terzi, che essendo piuttosto grossi hanno dei servizi di supporto preparati a fare da muro di gomma. Nel frattempo il fermo dell'operatività aziendale in termini di danaro è sicuramente più alto del servizio richiesto, e più di qualche azienda avrà grossi mal di pancia.
Di sicuro in questo lavoro non ci si annoia mai.