Città del Capo è il simbolo dell’Africa, si pensa a una zona abbiente e ricca rispetto agli altri stati africani, in quanto tutti hanno accesso ai servizi, le industrie sono fiorenti per il loro commercio transnazionale, ma in ultimo perché è come se fosse il punto di riferimento delle rotte commerciali per il suo continente. Negli ultimi anni o addirittura decenni il Sudafrica con una delle sue città più importanti sta riscontando gravi problemi di siccità dovuti ai cambiamenti climatici: le piogge sono sempre più scarse i fiumi non conoscono le piene come i laghi percepiscono poco affluenza; tutto questo sta mutando le condizioni di salute degli abitanti che cercano di rispettare la fonte idrica e limitare i loro consumi.
Città del Capo è lontana dall'unica città ad essere sul punto di perdere le sue scorte di acqua potabile. Ma in contrasto con molti altri, la sua risposta alla crisi del Day Zero (interpretato come una scena da film in cui il disastroso evento ambientale pone milioni di persone in condizioni igienico-idriche catastrofiche) è stata più trasparente e politicamente responsabile di molti altri.
Dall'altro lato dell'Africa meridionale, le autorità di Maputo, famosa città mineraria, hanno recentemente disattivato i rubinetti nelle zone della capitale del Mozambico a giorni alterni per conservare l'acqua dopo che il più grande bacino idrico della città è caduto pericolosamente basso. Il governo sta cercando di rilanciare la costruzione di un'altra grande diga per rifornire la città, questo non è facile in quanto nei paesi del “Terzo Mondo” ci sono alti livelli di corruzione e di sfruttamento: perciò i finanziamenti e gli appalti brasiliani per il progetto di riqualificazione sono stati intrappolati dalle conseguenze dello scandalo per corruzione di Lava Jato, definito il più rilevante negli ultimi 20 anni che ha toccato paesi latinoamericani e africani.
Possiamo intravedere conseguenze anche in altri Stati, come le proteste in Iran che hanno scosso la repubblica islamica alla fine dell'anno scorso: esse possono essere in parte ricondotte alla rabbia per una crisi idrica nella città centrale di Isfahan, che ha già sopportato anni di cattiva gestione della risorsa primaria per la sopravvivenza dell’essere umano. Altre città stanno soffrendo mentre l'Iran lotta per la sua peggiore siccità per mezzo secolo e l'esaurimento delle acque sotterranee in tutto il paese. Il governatore generale di Isfahan ha avvertito che la carenza di acqua potabile si sta profilando. Non ultimo, questo mese gli agricoltori locali hanno protestato contro la presunta corruzione dietro il dirottamento del fiume principale della città in un'altra provincia.
In Oceania o Asia meridionale, dove le stagioni delle piogge contribuiscono alla normale “idratazione” della Terra si possono trovare anche lì dei casi di siccità: per esempio a Jakarta, dove i canali che la attraversano sono una fonte idrica distintiva, si può sottolineare che le megalopoli tropicali come quest’ultima potrebbero presto affrontare una penuria, come dimostra il fatto che la città di Jakarta sta affondando 10 cm all'anno. L'uso eccessivo di acque sotterranee per bere sta causando il crollo di sassi e sedimenti sotto la città. In aggiunta lo sviluppo urbano ha impedito la ricarica delle falde acquifere, quindi l'acqua potabile riesce a rifornire solo una minoranza della popolazione di quasi 10 milioni di abitanti della Capitale ed è spesso inquinata.
Concludendo il problema della siccità è grave, come lo dimostrano le conseguenze mondiali elencate. La colpa può essere attribuita all’essere umano, in quanto il cambiamento climatico dovuto all’inquinamento è una criticità che le nostre generazioni e le future dovranno affrontare con la dovuta sensibilità. Gli accordi climatici sono sempre meno restrittivi, gli interessi delle potenze mondiali hanno sempre il sopravvento sulle condizioni del nostro Pianeta.
Prevenire è meglio che curare, ma sembra che nessuna delle due ipotesi sia complementare alla passione per la Terra.
[Immagine CCO di Pixabay.com https://pixabay.com/en/drought-dehydrated-clay-floor-earth-1675729/]
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Secondo me sarebbe opportuno già iniziare uno stile dedicato al riciclo dell'acqua, con costruzioni che limitano al massimo le perdite, favoriscono il riciclo e un approvvigionamento. Qualcosa già si muove, come la costruzione di un modello di ospedali che recupera l'acqua piovana per usi diversi dall'alimentare ovviamente. C'è ancora troppa acqua che si perde o scorre in maniera copiosa in alcuni periodi per poi essere assente in altri.
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