C'è troppo vento.

Abito rosso fuoco,

su una pelle troppo chiara.

Labbra rosse su un viso cosparso di lentiggini.

Capelli lunghi di un colore chiaro-scuro indefinito.

La schiena scoperta,

una parte del corpo troppo sensuale

da nascondere.

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Ogni tanto ci pensa a quello che è stato, ogni tanto ci pensa.

Ci pensa a cosa aveva sotto la sua seconda pelle.
Seconda pelle cucita appositamente in quella parte del suo corpo.
Solo lei poteva vedere ancora cosa si nascondeva lì sotto.

Il profumo non poteva mai mancare,

il mascara sulle ciglia neanche.

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Che poi, perché era così triste?
Il suo cuore batteva in modo sregolato,
lo faceva troppo spesso ultimamente.

Scarpe nere di velluto intrecciate sulle caviglie.

Calze? Niente calze, troppo caldo per le calze.

Smalto trasparente perfettamente applicato.

Che poi, perché diavolo le sue mani dicevano così tanto di lei?
Ma tanto quelle cose le sapeva solo lei,
come sapeva della sua seconda pelle.
Quelle vene che diventavano evidenti ogni volta che...

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Borsetta abbinata perfettamente alle sue scarpe, piccolissima e di velluto.

Una piccola catenella e se la mise in spalla.

Aspetta, le chiavi. Hai preso tutto?

Si dimenticava sempre delle stesse cose e ricordava troppe cose che avrebbe dovuto dimenticare.
La sua seconda pelle,
le sue mani,
i suoi occhi.
Troppo sensibile, troppo sensibile... smettila di riempirli di lacrime come una bambina.

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Sì ora aveva tutto e poteva uscire,

chiude la porta,

gira l'angolo, quanto vento, troppo vento, perché tutto questo vento così all'improvviso?

D'altronde non si sentiva lei così dentro?
Sotto quel vestito così leggero,
sotto la sua pelle,
sotto la sua seconda pelle,
dentro le sue vene,
nelle sue lacrime.

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