La vedevo piangere (racconto scritto il 28-09-15)

in metamorfosi •  7 years ago 

Ricordo di aver scritto questo racconto breve, subito dopo la scoperta di Luigi Pirandello. Quel giorno la mia professoressa di letteratura ci lesse "la carriola". Ciò provocò in me un cambiamento radicale, ed è questo che provai. Appena arrivata a casa la scrissi tutta d'un fiato. Da allora non ho più visto la vita nello stesso modo. Pirandello mi ha cambiato l'esistenza.

"La vedevo piangere, rabbrividivo; la sentivo gridare interiormente, come se spilli le stessero trapassando il sistema nervoso senza anestetico, non potevo fare nulla. Cercavo disperatamente di farle calmare l'animo agitato dalle turbolente scosse al di sotto dei nostri piedi, della sua realtà. Tutto intorno a lei sembrava che stesse collassando, i suoi occhi si guardavano attorno come se lei non vedesse, non vedeva, lei era stata assente , lei era assente. Volevo disperatamente farle riprendere i sensi, cercavo di farle capire che nel mondo vi è un equilibrio; del fatto che tutto continua ad andare avanti. Ma il mondo intorno a lei sembrava bloccato, stipato come tante sardine nello stesso contenitore di ferro, tutto era privo di aria fresca, il respiro le si affannava, e ne percepiva meno ad ogni tentativo. Era di fianco a me, ma non con me, era in un mondo a parte , quello in cui le piaceva rifugiarsi, evidentemente non vi erano state poste delle basi congrue per reggere tutto quello stess mentale, ad ogni modo esso stava crollando, collassando, era morente. Doveva fuggire in un 'altro mondo , ma doveva porvi nuove basi, e la mente le era così annebbiata che le idee sembravano scivolarle tra le mani come acqua di rubinetto. Stava soffocando, come un pesce fuor d'acqua, e allo stesso tempo annegava nel suo stesso creato, proprio come la donna mortale che era, e che raffigurava dal di fuori per l'umanità. Lei nella sua mente era immortale, lei poteva essere dio, lei creava nuove cose e fuggiva, sempre con gioia nel percorrere sentieri nuovi. Però non in quel contesto, non in questo presente, non in questa dimensione, lei oggi stava morendo, lei oggi era morta d'avanti ai miei occhi, e io come in un sogno onnironautico nel quale non si riescono ad afferrare oggetti, non ho saputo afferrarla, mi è scivolata dalle mani, ed è andata in frantumi. Nonostante ciò lei era ancora di fianco a me, io la vedevo, lei vedeva me, e dopo si rialzò , una sola lacrima le sfiorò il viso, non avrebbe mai ammesso al mondo ed a se stessa di essere collassata, ma in quel preciso istante, senza parole, spiegazioni, con quella singola lacrima lo ammise. Lei era rinata quel giorno, la sua esistenza era stata segnata irrimediabilmente. Lei quel giorno, non per la prima volta nella sua vita, forse per la seconda, la terza, la quarta, anche per un infinità, ma in maniera nuovamente differente, lei era viva . Svegliata come da un pugno in pieno volto, tremava ancora dallo spavento, dal terrore che le si era impresso nel volto, aveva avuto paura che il mondo la vedesse in quello stato. Ora era passato tutto , ora stava bene. Così mi alzai e mi asciugai la lacrima sul volto, quella singola lacrima, mi costò la mia dimensione, il mio mondo. Nulla di quel creato sembrava più reale, ma neanche la realtà stessa. Così presi un pò di tempo per me, ragionai a mente fredda, e mi rimmersi in un nuovo creato, per ricominciare a respirare."

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