I'M ALIVE: A fan's dream

È il 25 giugno di un ormai lontano 2009. Dagli Stati Uniti d'America arriva una notizia sconvolgente, che non resterà indifferente a nessun amante della musica e dello spettacolo. A Santa Barbara (California), nella villa in cui vive ormai da tempo, muore Michael Jackson. I motori di ricerca vanno in tilt. Migliaia, me compreso, sono le persone che sperano si tratti della solita bufala che si trova sul web. Ma purtroppo, a quanto pare, è tutto vero; l'icona dello spettacolo, della musica pop, muore per un abuso di psicofarmaci. Oggi voglio parlare col cuore in mano di uno degli uomini che reputo, secondo il mio modesto parere, più spergiurati e diffamati nella storia. Sarà che parlo da fan accanito, o sarà che non riesco a credere che un uomo che amasse a tal punto i bambini da costruire un parco giochi nella sua villa e renderlo usufruibile a chiunque, possa mai pensare di abusare di questi.

Ma andiamo per gradi. Vorrei prima descrivere il re del pop secondo il mio punto di vista. Con la sua voce e con i suoi incredibili passi di danza ha incontestabilmente cambiato il mondo della musica! Per non parlare dell'incredibile feeling che è riuscito, anno dopo anno, a costruire e migliorare con i suoi fan, quelli che son riusciti a vedere nel profondo del suo cuore, nonostante le innumerevoli accuse dei tabloid. Ma come si fa a guardare dentro l'animo di una persona? Il mio parere? Non può una persona cattiva (come descritto Jako dai giornali) donare ingenti somme milionarie per la cura di malattie di bambini ed adulti, arrivando con la sua organizzazione "Heal the World Foundation" secondo solo all'UNICEF negli interventi di beneficenza.

Inutile è parlare della sua carriera, sarebbero troppe le parole da scrivere su questo mito, e poi parliamoci chiaro, chi non conosce la carriera di questo artista? Vorrei soffermarmi, più che altro, sulle assurde dinamiche della sua morte. Partendo dalla telefonata effettuata al 911, dove traspare un'insolita calma e viene denunciato un attacco cardiaco; tuttavia, la persona che parla al telefono, non si identifica ne dice ai paramedici che la persona in questione sia Michael Jackson. Altra stranezza è il massaggio cardiaco effettuato dal medico, sul letto anziché sul pavimento, come andrebbe correttamente effettuata la procedura di rianimazione. L'ambulanza che arriva a Neverland con le sirene ed i lampeggianti spenti, il corpo del cantante trasportato sulla barella coperto da un lenzuolo, rendendo impossibile l'identificazione, ed addirittura medici che afferma o che quel giorno, il corpo di Michael non arrivò mai all'ospedale. Da quel funesto momento, usciranno ben tre diverse autopsie, NESSUNA firmata dal coroner, quindi nessuna dichiarata autentica. A questo punto, la mia opinione si divide, portandomi a due grandi interrogatovi. Che la morte di Michael Jackson sia stata pilotata e voluta? Ma da chi? E ancora. Che Michael Jackson abbia inscenato la sua morte per ritirarsi a vita privata, lontano da stampa e riflettori?

Ogni volta che ci penso, spero fortemente di sbagliarmi riguardo la mia prima opinione, perché sarebbe ingiusto! Pilotare la morte di una persona, che nella vita ha affrontato tante battaglie e fatto del bene, sarebbe un qualcosa di abominevole. Da sognatore, quale mi ritengo, continuo a sperare che oggi Jako sia ancora vivo, rilassato su qualche spiaggia, a godere dei frutti della sua fantastica carriera, lontano dai tabloid che lo hanno ritratto come un mostro. Anche se una cosa è certa, non esiste morte per chi vive ancora nei cuori della gente. E per me, mio caro Michael, tu vivrai in eterno.
Tuo grande fan, Mario.