NBA Trip: Cleveland Cavaliers

in nba •  6 years ago 

Dopo aver sviscerato 10 squadre, 5 per est e 5 per ovest, portando a conclusione l'analisi delle prime 2 division NBA oggi ritorniamo ad est per un giro nella central division.

E' li che si celano 2 delle più grandi sorprese della NBA 2019.

Oggi però partiamo dalla peggiore squadra di tutta la lega: Cleveland Cavs.

La NBA è una giostra. Si sale e si scende continuamente e da un anno all'altro ci si può trovare di colpo molte posizioni avanti o indietro rispetto all'anno precedente.

Difficile, quasi impossibile però che una squadra possa passare dalla vittoria della conference e la disputa delle Finals ad essere la squadra peggiore del torneo.

Ecco a voi i Cleveland Cavs.

E pensare che non è la prima volta che questo accade. Anche 5 anni fa accadde la stessa identica cosa.

Entrambe le circostanze hanno lo stesso minimo comun denominatore: Lebron James.

I Cavs son diventati tra le squadre più tifate del pianeta nell'ultima decade grazie alle gesta del prescelto. Dopo il vorticoso addio in seguito alla sua famosa "Decision" in molti bruciarono le sue magliette in Ohio urlandogli del traditore.

LBJ vinse 2 anelli e svariati MVP nei suoi 4 anni a Miami in seguito ai quali decise di tornare nella sua città Natale, lui che è di Akron, con unica missione: portare il primo titolo della storia a Cleveland.

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4 anni, 4 finals e la tanto agognata vittoria dell'anello in uno strepitoso 3-4 contro gli imbattibili Warriors di Steve Kerr.

In Estate LBJ è volato ad LA. Stavolta l'addio è stato dolce e meno tempestoso. L'obiettivo era stato raggiunto e i cavs avevano finalmente potuto issare la bandiera con il titolo conquistato nella Quick & Loans Arena.

In seguito a questa separazione tutti ipotizzavano che la squadra di Altman potesse ripartire dal tanking. La dirigenza ha sempre rinnegato questa visione millantando la voglia di andare ai Playoff anche senza il prescelto. Son bastate poche partite per capire che i Cavs erano LBJ e basta, il che ha reso ancora più potente le gesta del prescelto nei 4 anni precedenti.

La poca convinzione nel decidersi a tankare ha impedito ai Cavs di ricostruire in anticipo dalle fondamenta una franchigia priva di talento.

Ad un passo dalla deadline 2019 si sono accorti di dover preparare il terreno per il futuro e solo ora stanno provando a cedere contratti onerosi e role player inutili in giro per la lega in cambio di future scelte.

Son partiti Shumpert e Burcks ed in queste ore si sta provando a cedere JR Smith, Tristan Thompson e Kevin Love.

L'obiettivo è ripartire da giovani come Colin Sexton, tankare 1-2 anni e creare spazio per qualche ottimo free agent.

L'appeal della franchigia è basso e ad oggi sono pochi i giovani che lasciano ben sperare. Larry Nance, Cedi Osman e Ante Zizic hanno brillato a tratti. Non hanno il pedigree necessario per essere le stelle del futuro ma sarà importante valorizzarli per provare ad affiancargli almeno 2-3 giocatori top 100 della lega.

Ai cavs LBJ manca come il pane, ma altre squadre hanno dimostrato che con una buona programmazione i playoff e a volte anche qualcosa di più ambizioso sono percorribili nel giro di 3-4 anni.

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Direi anche Jordan Clarkson che nelle ultime partite sta giocando bene e segnando tanto. In generale tutti gli ex lakers (l'ex core giovane): Russel Randle e appunto Clarkson stanno giocando bene, a riprova che i ragazzi vanno aspettati e fatti maturare soprattutto se presi in così giovane età. Contento di parlare di NBA anche su questa piattaforma

Finalmente un altro appassionato!
Piacere!
Clarckson sta avendo un ruolo da sesto uomo allalou williams.
Nonmi fiderei troppo però.
Nel deserto cavs facile esaltarsi.
Sui lakers che dire. Giocatori da aspettare quelli ma il loro piano B pagherà dividendi

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Una città che ha saputo amare, odiare e nuovamente amare un giocatore che, come hai scritto tu, l'ha resa famosa nel mondo del basket.
L'anno scorso però si è avuta la chiara dimostrazione di come il Re da solo in questa squadra potesse sia fare la differenza (guardare i vari record che ha centrato la scorsa stagione), ma anche non riuscirsi a completare nuovamente, quando la presenza di un Kyrie Irving in squadra è venuta a mancare: Alone in the Land.
Chiaro messaggio quindi che questa volta il binomio LeBron-Cleveland sia stato dettato dalla società e non tanto dal giocatore (come la prima volta): egli ha soltanto capito che lí non ci fosse piú nulla per cui combattere ed ha preferito cambiare aria.

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