Come concepiamo il Potere?

in potere •  7 years ago 

Risulta abbastanza complesso descrivere il fenomeno del POTERE.

È forse una risorsa, cioè qualcosa che si possiede?

O più che altro l’esercizio di influenza nei confronti di qualcosa o qualcuno?

Da dove derivano le nostre disposizioni interne ad esso relative?

Oggetto privilegiato di ambivalenze, connettiamo il concetto di potere alle dimensioni di autorità, dominio, influenza, dipendenza, sottomissione e resistenza.

Esso è tanto desiderato quanto subìto e non può non essere che concepito, come scrive Michel Foucault, come un “complesso gioco di forze” presente in ogni relazione sociale.

Ritroviamo dinamiche di potere infatti a tutti i livelli, nelle relazioni di coppia, nel gruppo familiare e in quello amicale e, ovviamente, tra le mura (e oltre) dei nostri luoghi di lavoro.

Il termine viene anche inteso come “possibilità”, la facoltà, la forza, la capacità oppure i mezzi per fare qualcosa

In generale, la prima e più ovvia fonte di potere è rappresentata dall’autorità formale; le posizioni e i ruoli formali da questo punto di vista definiscono delle sfere di autorità delegata.

È pur vero però che alle volte possono esistere dei leader informali che possono arrivare ad avere un potere e un’influenza paragonabile o addirittura superiore a quella formale (provate a pensare ad esempi in cui importanti personaggi si sono ritrovati a dipendere in maniera critica dal coniuge, dall’amante, dalla segretaria o dal consigliere di fiducia).

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In secondo luogo, la capacità di controllare le risorse rappresenta una delle maggiori fonti di potere.
È ovvio che in questo caso l’elemento che assume la maggiore rilevanza è il denaro, che rappresenta la più liquida delle risorse oltreché essere convertibile in tutte le altre risorse esistenti.

Un’importante forma di potere si possiede inoltre se si è in grado di influenzare in maniera sostanziale le percezioni degli altri, filtrando la comunicazione e gestendo l’informazione e dunque condizionando i processi decisionali altrui.

Il potere inoltre nel momento in cui attrae e sostiene chi lo cerca, tende ad incrementarsi in chi ce l’ha, vale a dire che nel momento in cui la gente appoggia e favorisce chi già detiene del potere nella speranza di entrare nei suoi favori, al momento in cui tali attenzioni verranno ricambiate con un sostegno attivo, chi beneficerà di tale sostegno spesso si sentirà indebitato nei confronti del titolare del potere, promuovendone così ulteriormente il potere.


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Ma la dimensione prettamente psicologica viene messa in luce dalla sua dimensione immaginaria:

Secondo le teorie psicoanalitiche l’immagine del potere si struttura nella psiche di un bambino sin dalla nascita.

Il “cucciolo di uomo” è tra tutti quello che gode di una maggiore “immaturità prolungata”, ovvero ha bisogno per la sua sopravvivenza di qualcuno che se ne prenda cura per molto più tempo di qualunque altro essere vivente sulla terra.

Ecco che si stabilisce fisiologicamente un rapporto di dipendenza verso coloro che lo allevano e quindi altrettanto naturalmente una relazione di potere.

Cosa avviene dunque nella plastica mente di questo esserino?

Il bambino interiorizza i divieti e apprende le regole e i codici proprio nella sottomissione.


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Crescendo, l’identificazione avverrà anche con altre figure di riferimento (reali o immaginarie) e proverà a riflettere a sua volta queste immagini ideali di potere e di relazioni di potere e, una volta adulto, tenderà a proiettare, nelle situazioni sociali che gli ricorderanno in varia misura una struttura familiare, gli scenari fantasmatici in questo senso vissuti tramite le figure parentali e le possibilità di interazione che da esso derivano.


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Da queste premesse partirà il mio prossimo post sulle dinamiche psicologiche che si sviluppano tipicamente nella relazione leader and follower nei contesti lavorativi.


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Grazie per la lettura e l’interesse!

Fonti:

Barus M. J., Enriquez E., Lèvy A. Dizionario di Psicosociologia, 2005

Video 1
Mario - una serie di Maccio Capatonda. S 3 E 5

Video2
Aladdin Disney movie 1992

Img 1
costruzione personale di immagini
sopra da en.wikipedia.org.
Saruman, Grima wormtongue e Re Tehodèn. dal film "The lord of the ring" diretto da Peter Jackson.
sotto da wikiedia,commons.com
Louis XV, Madame de Pompadour

Img 2
Social.cat

Img 3 e 4
Pixabay.com

Img 5
scena da Simpson by Matt Groening S10 E13

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interessante. E comunque il video di Maccio Capatonda non si batte

Ahahaha 😝😝
siiiiiiiaaamoooo pooooteeeeeeentiiiiii!!!!

Articolo interessante come al solito, spero di leggere presto anche la seconda parte! Sono molto curiosa di sapere cosa succede nei contesti lavorativi. Magari, rapportando quello che scriverai alle mie esperienze personali, potrò analizzare le dinamiche psicologiche (o psicopatiche?) che si sono innescate nei miei contesti di lavoro.
Grazie della lettura!

Ahahaha 😝 grazie mille Fra, mi farai sapere tra qualche giorno allora se ti sei mai ritrovata in qualcuna delle categorie che citerò! 😘

Quando farai un articolo di Freud vs Reich? :D

  ·  7 years ago (edited)

A dire il vero, Reich non lo conosco bene, non mi è mai capitato di approfondire le sue teorie... e Freud... lo trovi dappertutto... quindi fammi una proposta più allettante se sei interessato a qualcosa e ti accontentero. 😘
Ps so che ancora devo approfondire l aspetto neurobiologico del social sharing, (anzitutto per te x @silviu93)
ma sono un po così... non ho nulla di pronto... Vado a sentimento e progetto più argomenti contemporaneamente... sennò mi annoio! Ma ogni promessa è debito per me!