Ciao a tutti. Oggi è una bella giornata di sole ed avendo fatto un giro in campagna, ho deciso di parlarvi un po' della permacultura. Chi ha seguito un po' il mio post di presentazione, sa già a grandi linee di cosa parlo, ma come mi sono avvicinato a questo mondo così affascinante?
Durante il corso come garden designer, un amico una mattina portò questo librone: “Introduzione alla permacultura”. Incuriosito gli chiesi di spiegarmi di cosa trattasse e vi devo dire la verità, in un primo momento non ci capii molto. Parto dal fatto che sino a quel momento, mai avrei pensato di mettere le mani nella terra e coltivare, anzi...l’orto non mi piaceva proprio! Infatti, quello fu un libro che lessi successivamente; il libro che realmente mi ha avvicinato a questo mondo si chiama “la rivoluzione del filo di paglia” di M. Fukuoka; un simpatico ragazzo che da un giorno all’altro ha una crisi di coscienza ed inizia a sperimentare in agricoltura, fino a che non riesce ad ottenere con la produzione di riso gli stessi risultati della più grande azienda, produttrice di riso, dell’epoca.
La sua “rivoluzione” per l’appunto, sta nel fatto che il riso viene coltivato in piena terra e non più nell’acqua, con una forza lavoro molto minore, usando semplicemente tanta pacciamatura (copriva il suolo con la paglia dei cereali) e osservando come reagiva la terra e cosa accadeva al suolo. Ecco, lui è stato il promotore della Permacultura, nata ufficialmente in Australia da Bill Mollison e David Holmgren negli anni 70. Il termine deriva da permanent agriculture, cioè agricoltura permanente.
Il gruppo in Italia che ha curato la traduzione del libro “introduzione alla permacultura”, decise di propria volontà di cambiare una lettera, così da permacoltura diventò permacultura, per dare un senso più olistico al tutto. In definitiva, essa è un modo di progettare e gestire spazi destinati a soddisfare i bisogni della popolazione. Per esempio stiamo assistendo alla nascita di diversi, così detti, ecovillaggi; (immaginate il villaggio degli hobbit) quasi tutti sono progettati secondo i metodi dettati dalla permacultura. Le aree sono suddivise in zone e settori, esistono 12 princìpi, e il tutto viene fatto e costruito in maniera ecosostenibile. Una delle regole fondamentali della permacultura è l’osservazione. Prima di iniziare qualsiasi progetto, sarebbe opportuno osservare almeno per 12 mesi e prendere dati su temperature max e min, venti, sole, ombra, che specie crescono ecc…
Ci sarebbe davvero tanto da parlare, sono stati scritti libri su libri, manuali su manuali ed ogni giorno esce qualcosa di nuovo. Grazie alla permacultura sono state riscoperte vecchie tecniche di costruzione, di coltivazione, di progettazione e tanto altro, la riscoperta di vecchi valori e saperi come il foraging (la raccolta di erbe spontanee) o tecniche di irrigazione a impatto ambientale minimo. Magari prendendo spunto da questo testo, più in la vi parlerò nel dettaglio di tecniche e nuove scoperte. Nel frattempo auguro a tutti voi una buona giornata, un saluto a tutti, ciao!
Casper
Bravi! Io "coltivo" qualcosina nei vasi sul balcone... ed è una gran soddisfazione :-)
Saluti
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Grazie, ti posso assicurare che in piena terra è tutta un'altra cosa! Il contatto con tutto ciò che ti circonda è la cosa più importante!
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Sai che non conoscevo "la rivoluzione del filo di paglia"?
Ma vuol dire che io potrei coltivare il riso anche senza costruire una risaia tradizionale?
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Consiglio vivamente di leggerlo, tra l'altro Fukuoka era molto zen e sono sicuro che la cosa potrebbe interessarti :) tieni conto che lui era in Giappone e sicuramente il clima e il micro clima è diverso, tra l'altro non credo loro abbiano la nostra percentuale di aridità, le loro terre sono molto più ricche di acqua! Ovviamente parlo della mia zona (puglia), non so tu dove sei, comunque potresti provarci, perchè no :D Lui usava combinare il riso con altri tipi di cereali.
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Io sono in provincia di Cuneo e potrei fare l'esperimento di coltivare riso in due possibili terreni: quello sotto casa mia, in collina e molto argilloso - la pianta più coltivata qui sono le patate, fondamentalmente - oppure in un terreno sul fiume, molto sabbioso e ricco d'acqua. Forse nel secondo meglio.
Mi attira molto l'idea del riso, perché pian piano mi piacerebbe riuscire ad essere autosufficiente con i cereali. Quest'anno per la prima volta ho coltivato il mais ed è già stato un piccolo passo in quella direzione. Il riso non avrei mai pensato neanche di prenderlo in considerazione!
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Allora sono contento di averti dato un'dea, anche se ti proporrei la quinoa. In ogni caso ti consiglio di leggere il libro, sono sicuro che potrà darti tanti spunti :)
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