“Luca prova ad aprire gli occhi, ma non ci riesce. Secrezioni incrostate sulle palpebre, muco nel naso. Il mal di testa non è una sorpresa, il resto sì. Ieri sera, Luca ha violato una regola della comunità: non gli è consentito pensare ai fatti suoi per più di 45 minuti di fila, perché le risorse intellettuali scarseggiano ancora più dei viveri. Da quando l’effetto serra ha trasformato il pianeta in una immensa Somalia, con guerre e carestie endemiche, l’uso di qualunque risorsa è razionato. L’autismo è punito con la pena di morte. Chi si chiude troppo nel proprio cervello invece di produrre pensieri utili, viene punito con emicranie artificiali, scatenate da elettrodi impiantati alla nascita nel cranio di ogni cittadino.”
Luca però non ci stava, non voleva arrendersi a tutto questo, limitare il suo essere, la sua essenza, e violava quella regola sempre più spesso. Luca voleva essere libero, creativo, estroso, come lo era stato in passato. Un passato che i più avevano dimenticato, soggiogati dalla voglia e dalla necessità più di sopravvivere che di vivere, dove sentimenti come l’amore, l’amicizia, la fedeltà, il rispetto, erano volati via più leggeri di una piuma in balia delle calde correnti di Agulhas.
Il dolore era forte, la sofferenza indescrivibile, ma Luca aveva imparato a conviverci: la sua arte era l’unica cosa che gli permetteva di andare avanti dopo aver passato le consuete dodici ore quotidiane nella fabbrica di Schwollenbach, un antico borgo di uno stato che non esisteva più, sulle rive di un fiume ormai in secca, in un continente devastato da siccità, eruzioni e terremoti, di cui ormai nessuno ricordava il nome. Per tutti era semplicemente “La Distesa”, uno spazio che pareva infinito, dove colline e deserti si ripetevano sempre uguali a se stessi fino a far perdere l’orientamento, e talvolta la ragione, a coloro i quali ci si avventuravano sperando di poter sfuggire all’oppressione ed alla vessazione che il Regime imponeva.
Non c’era via di fuga, non c’era possibilità di trasferirsi da una città all’altra o di viaggiare; solo enormi treni, controllati da consistenti scorte armate delle Schwarzentruppen, percorrevano gli interminabili e bollenti binari tra le città, distanti tra loro anche diversi giorni di cammino, trasportando materie prime e beni alimentari . Alcuni ribelli avevano provato, decenni orsono, ad attaccare uno di questi convogli durante quella che fu tramandata ai posteri come “La Giornata del Sangue”, con i risultati che erano ancora ben visibili agli occhi di tutti: i ribelli furono facilmente sconfitti ed i loro teschi impalati nella piazza principale, cosicché tutti potessero ricordare, negli anni a venire, le conseguenze del voler insorgere ed opporsi alle decisioni della Suprema Corte.
Luca si recava ogni giorno dopo il lavoro al Centro di smistamento, come tutti i suoi colleghi, per ricevere la propria razione quotidiana di cibo e acqua, appena necessaria per garantirgli le forze per tornare al lavoro il giorno successivo. Una vita trascorsa in questo modo era per lui peggio di qualunque tortura, di qualunque abuso, di qualunque violenza avesse potuto immaginare.
Luca aveva una sola cosa in mente: la musica. Ogni forma di arte, di creatività e d’ingegno era stata bandita, ma lui aveva trovato modo per andare avanti: i muri e i pavimenti della sua casa erano pieni di incisioni, simboli sconosciuti alla maggior parte della popolazione dell’epoca. Spartiti, chiavi musicali, pentagrammi, note e quant’altro: i motivi che riecheggiavano nella sua testa erano l’unica possibilità che aveva di lenire il dolore provocato dagli elettrodi nel suo cervello, come un sedativo. Luca percepiva in quelle note melodie di libertà, di allegria, d’amore, di sentimenti in lui mai del tutto sopiti. Luca ce l’aveva fatta, aveva trovato la libertà.
Nonostante tutto, era un uomo libero.
Si, lo era…
Grazie per aver partecipato al contest! Steem PostITalia e il contest Team si congratulano per l'ottimo risultato raggiunto. Complimenti!
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Grazie mille a voi per questa splendida iniziativa, mi auguro che ce ne siano altre e di poter prendervi parte :)
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