Ortesi, cosa sono e le loro applicazioni per gli arti inferiori

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Un'ulteriore premessa che forse avrei dovuto fare anche negli articoli precedenti:

Tutto quello che leggete fa parte del mio percorso di studi e proviene da fonti affidabili, ma io non sono un medico, e non sto studiando per diventarlo.

Tutto quello che segue è a puro scopo informativo e nient'altro.

Grazie e buona lettura.
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Definizione: “Per ortesi si intende un dispositivo esterno utilizzato al fine di modificare le caratteristiche strutturali o funzionali dell’apparato neuro-muscolo-scheletrico”

Protesi AFO per la stabilizzazione della caviglia

Le ortesi vengono utilizzate solitamente quando è necessario ristabilire la funzionalità di un’articolazione a seguito di una lesione.
Di conseguenza un’ortesi può agire su una o più articolazioni in molteplici modi:

-Immobilizzandola, totalmente o parzialmente.

-Limitandone il campo di movimento.

-Equilibrando eventuali carenze o eccedenze di alcune porzioni di muscolatura rispetto ad altre, che potrebbero portare ad un’instabilità di tutto l’apparato.

-Riducendo lo sforzo a carico.

È possibile inoltre distinguere tra protesi statiche e dinamiche.
Le prime vengono utilizzate per tenere fermo un segmento corporeo, e trovano impiego nel trattamento di fratture e altre lesioni, e non sono deputate in nessun modo allo svolgimento di alcun lavoro.
Le seconde invece sono dispositivi che consentono, facilitano o modificano lo svolgimento di un compito.

Problematiche comuni relative all’interfaccia ortesi-paziente

Tra le possibili controindicazioni per quanto riguarda l’utilizzo di questi strumenti in ambito ortopedico vi è che l’ortesi non è solidale ai segmenti ossei su cui va ad agire, ma ai tessuti molli sui quali è applicata.

Di conseguenza non è impossibile che le alcuni aspetti quali un accoppiamento che genera pressioni disomogenee, o degli eccessivi sforzi di taglio fino ad arrivare all’umidità dovuta alla sudorazione possano essere causa di danni ai tessuti sottostanti, portando alla formazione di piaghe o infiammazioni.

Ortesi per l’arto inferiore

Ortesi del piede 

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Banalmente

Il piede è un elemento estremamente complesso e articolato. Una modifica patologica o un’anomalia congenita possono avere effetti deleteri su altri segmenti del corpo anche remoti, come la schiena.

Di conseguenza non è infrequente l’utilizzo di plantari o calzature ortopediche, il tipo di ortesi più comune.

Ortesi piede-caviglia, o Ankle-foot Orthosis  (AFO)

Queste sono ortesi estremamente versatili, e possono venire utilizzate per la risoluzione di pressochè qualsiasi disturbo neuromuscolare a carico dell’articolazione tibio-tarsica, da una ipertonicità o spasticità, una perdita di stabilità a seguito di una lesione, fino ad una paralisi parziale in un paziente emiplegico.

Ortesi del ginocchio, o Knee Orthosis (KO)

Come molti di voi ben sapranno, il ginocchio è un’articolazione molto spesso soggetta a traumi, e, per la sua posizione e il tipo di sforzi a cui è normalmente sottoposta, anche delle lesioni relativamente lievi possono comportare ad una compromissione delle funzionalità.

In caso quindi di instabilità, carenza muscolare, eccessivo range articolare in estensione, la presenza di traslazioni antero-posteriori eccessive o anche, semplicemente, per prevenzione, può essere necessario utilizzare una ortesi KO.

Le più comuni sono i tutori, vale a dire dei tubi di neoprene che contengono e limitano i movimenti laterali, e nei casi in cui questo non basti possono avere anche delle barre articolate o delle molle ai lati.

In caso di lezioni gravi, invece, esistono apposite ortesi rigide a 3 o 4 punti di appoggio.

Ortesi KAFO, o Knee-Ankle-Foot Orthosis

Queste protesi, originariamente utilizzate nel caso di disfunzioni di entrambe le articolazioni tibio-tarsica e ginocchio, hanno subito un recente calo di utilizzo, dovuto allo sviluppo di nuove tecniche chirurgiche.

Vengono comunque utilizzate in caso di indebolimento dei muscoli relativi al controllo del ginocchio, di degenerazioni o deformazioni lesive o congenite di ginocchio o anca, o nel caso di danni neurologici che coinvolgono gli arti inferiori.

Protesi HKAFO (Knee-Ankle-Foot Orthosis)

Queste protesi coinvolgono, come si capisce dal nome, l’anca, il ginocchio, la caviglia e l’articolazione tibio-tarsica).

Queste attrezzature vengono principalmente utilizzate su paziente con una totale o completa paraplegia, con scopi differenti, che spaziano da un’immobilizzazione totale degli arti ad un recupero parziale della deambulazione, anche se per adesso non possono sostituire la sedia a rotelle, ove ce ne sia la necessità.

Normalmente questo tipo di protesi sono chiamate a sostenere e stabilizzare la struttura, applicando e modulando delle forze propulsive in caso di cammino o del problema principe di questo tipo di equipaggiamento, cioè l’atto di alzarsi dalla sedia.

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Il futuro, se tutto va bene




Questo è tutto, grazie per l'attenzione


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