Prologo

Nel precedenti capitoli abbiamo dipinto le figure principali di questo racconto ovvero i tre duchi che governano i territori dell'ovest. Le righe seguenti approfondiranno un aspetto marginale della storia ma comunque importante per comprendere alcuni comportamenti dei nostri personaggi nei prossimi episodi: la religione. Dal prossimo episodio la storia subirà una decisa accelerazione che spero vi tenga incollati a queste pagine...

La religione nel Regno era, di fatto, politeista. Gli Dei venerati da ciascun Popolo, tuttavia, erano molto differenti e talvolta costituivano motivo di scontro persino tra le persone appartenenti alla stessa stirpe. Lo scopo di queste righe è inquadrare meglio questo aspetto prima di passare all'azione!

I Therdentin, abitanti delle Montagne ad Est del Regno, adoravano diversi Dei legati alla Natura. Il Fuoco, l'Acqua, la Terra ed il Vento erano gli elementi principali che venivano adorati ed ai quali ci si rivolgeva durante le preghiere.

Anche alcuni animali erano oggetto di fede e venivano divinizzati per la loro funzione di sostentamento alimentare come, ad esempio, la Dea Capra o per la loro funzione sociale come il Dio Orso ed il Dio Lupo dai quali si ricavavano le pelli e che rappresentavano rispettivamente la forza e l'astuzia in battaglia.

Questo popolo non aveva sacerdoti che professassero la religione. Ciascun abitante poteva scorgere segnali divini in ogni elemento ed in ogni situazione, poteva interpretarli autonomamente ed esporli durante i consigli cittadini. Per questo motivo il numero delle divinità dei Therdentin proliferava di generazione in generazione mentre altre scomparivano altrettanto velocemente nell'oblio.

Questo fiero e spietato Popolo era in sintonia con la Natura. Gli abitanti dei ducati li descriveva come luridi animali senza anima ma loro amavano la Natura sopra ogni cosa e a questa votavano la loro esistenza anche in battaglia.

I sacrifici erano all'ordine del giorno. Sacrificavano piccole bestie per ingraziarsi il Dio Orso affinché non attaccasse i propri villaggi oppure per intercedere con il Dio Lupo affinché l'inverno non fosse troppo rigido: ogni sacrificio doveva essere pubblico e poteva essere compiuto da qualsiasi abitante in grado di tenere un'arma in mano previa autorizzazione dei saggi del villaggio.

Le donne erano bandite da queste pratiche sebbene anche loro adoravano le medesime divinità e partecipavano attivamente alla vita sociale del villaggio. Spesso i litigi tra i due sessi erano dovuti alla scelta della divinità da ingraziarsi ed alla quale presentare un sacrificio.

I Rusdan, pusillanimi abitanti del deserto e grandi commercianti, adoravano soltanto due Dei: il Dio Sole e la Dea Luna. Questi due avevano la massima espressione con il Giorno e la Notte e scandivano le vite degli abitanti del deserto e delle oasi dove erano state costruite le città.

Durante il giorno le città vivevano e prosperavano mentre in mezzo al deserto un uomo da solo rischiava costantemente di morire per la mancanza di acqua o per l'eccessivo calore. Al contrario durante le gelide notti le persone si rintanavano nelle proprie abitazioni mentre in mezzo al deserto rischiavano il congelamento.

I Rusdan, che basavano la propria esistenza sul commercio tra est ed ovest del Regno, associavano le loro divinità anche alla Ricchezza ed alla Povertà. Il Sole rappresentava la ricchezza, l'opulenza, la possibilità di vivere in case grandi o enormi; più il Sole era alto e splendente, migliore sarebbe stata la posizione sociale di colui che lo venerava. Al contrario la Luna rappresentava la povertà e l'indigenza. Più fredda e buia era la notte, più povero sarebbe stato l'infedele che non credeva negli Dei o colui che li aveva offesi con le proprie azioni.

La religione veniva professata dentro grandi templi nei quali i sacerdoti dispensavano il verbo. Costoro si arricchivano sapientemente sfruttando l'ignoranza dei propri fedeli e richiedevano loro ingenti somme di denaro con la scusa di intercedere per loro presso gli Dei. I governatori delle città conoscevano questo meccanismo e lo sfruttavano a proprio vantaggio: esigevano, infatti, tangenti dai sacerdoti che potevano variare da piccoli oboli ad enormi flussi a seconda delle esigenze del reggente in carica.

I sacrifici erano per lo più umani: i sacerdoti, gli unici che potevano praticare questa pratica, sacrificavano con regolarità gli schiavi presenti nelle proprie città immolandoli nel nome del Sole o della Luna. Il sacrificio degli schiavi serviva anche da monito per questa categoria di abitanti delle città; il messaggio che passava velatamente era... *come sacrifichiamo uno schiavo oggi, nessuno ci vieta di ucciderne tanti domani quindi... portate rispetto ai vostri padroni..."

I Rusdan non veneravano la Natura; in fondo l'unica espressione della Natura che conoscevano era legata al Deserto che circondava le proprie città e che non attraversavano quasi mai. Questo popolo, composto da commercianti, aveva un solo obiettivo che cercava di perseguire ad ogni costo: aumentare la propria ricchezza. Tutto il resto non aveva valore e poteva essere gettato al vento in una notte gelida.

Gli abitanti dei ducati che abitavano ad ovest del Regno veneravano diversi Dei legati alla quotidianità ed alla Guerra.

Data la natura belligerante dei ducati, senza dubbio il più autorevole era Quarr, Dio della Guerra. Persino gli altri Dei rispettavano Quarr e lo reputavano un esempio di virtù da seguire.

Stythg, fratello minore di Quarr*, era il Dio del Commercio e delle Ricchezze. A lui si rivolgevano i cittadini prima di intraprendere una trattativa a livello commerciale o politico.

Quarr aveva diversi figli, uno per ogni arma conosciuta: Lis Dio della Spada, Zherdsh Dio dell'arco ed il preferito dal Duca di Reynwald, Dyrrunt il Dio dell'Ascia.

Una variegata pletora di Dei venivano venerati in luoghi aperti o nelle proprie abitazioni. Non esistevano templi nei ducati ma ogni Dio maggiore come Quarr o Stythg aveva dei sacerdoti che venivano interrogati dai cittadini come se fossero oracoli che, guidati dai propri Dei. Costoro predicevano il futuro in una sorta di trance indotta da alcuni alimenti che facevano arrivare dalle montagne ad est.

Gli Dei minori, al contrario non avevano sacerdoti specifici ma venivano adorati dalla popolazione senza alcun problema.

Nei Ducati si praticavano raramente sacrifici per lo più di animali di stazza media o grande quali capre o cavalli.

Solo rarissime occasioni rendevano necessario il sacrificio di esseri umani ma la storia tramandata di padre in figlio da secoli, contavano queste occasioni sulle dita di una mano.

Epilogo

Nel prossimo capitolo torneremo nel vivo dell'azione! Ci aspetta un percorso ricco di azione che partirà dalla preparazione del Duca di Reynwald al fine di affrontare il prossimo assalto. Certo si tratta di uno tra migliaia già affrontati dal condottiero ma anche il primo che andremo a descrivere in questa storia!

NB: la copertina ed eventuali altre immagini presenti nel presente post o in quelli della medesima saga sono state realizzate con il Servizio Canva avvalendosi delle immagini gratuite in esso disponibili ad uso gratuito.

Indice

Se ti fossi perso uno dei precedenti capitoli:

• La Guerra dei Ducati. 01: una bussola per il lettore.
• La guerra dei Ducati. 02: Boku di Salor.
• La guerra dei Ducati. 03: Schoer capitano di Gortash.
• La guerra dei Ducati. 04: Croll, maniscalco della Città Oscura.
• La guerra dei Ducati. 05: Atn, capo del popolo dei Therdentin.
• La guerra dei Ducati. 06: Omyh, governatore dei Rusdan a La Terza.
• La guerra dei Ducati. 07: Il Duca di Delmdel.
• La guerra dei Ducati. 08: Il Duca di Ramarok.
• La guerra dei Ducati. 09: Il Duca di Reynwald.