Oggi ho lasciato l’Amazzonia che mi sta piacendo molto per continuare il mio percorso ritornando sulla Serra per scoprire Riobamba e tutte le altre province che si trovano a sud del paese. Ho visto un mondo nuovo ed una natura quasi incontaminata in cui una parte della popolazione lotta per mantenere questa situazione contro lo sfruttamento delle industrie petrolifere e delle multinazionali.
II clima è aumentato di molto per la sua umidità e per il caldo per cui con molto piacere tornerò sulle montagne per avere un’aria più fresca. In questi giorni dopo aver lasciato Latacunga ho trovato sempre la pioggia al mattino o al pomeriggio per poi avere subito il caldo.
Questa mattina pensavo di fare un giro nelle zone vicine ma alla fine ho deciso di prendere il mezzo alle 10.30 per partire. Il bus ha cominciato ad arrancare su una lunga salita per una strada in terra battuta a causa dei lavori in corso con un cielo sempre più scuro con una pioggia finissima da sembrare acqua neve. Guardando fuori e vedendo salire la gente con giacche imbottite mi sono reso conto che eravamo saliti molto di quota. Ho saputo dal bigliettaio che eravamo oltre i 4000 metri di altezza e che ci trovavamo vicino alla laguna Atillo nel parco nazionale di Sangay. Il mezzo ha incominciato un lunghissima discesa fino a giungere a Riobamba a 2800 metri mentre saliva gente con un vestito particolare che apparteneva al gruppo di Kichwa con una lingua molto diversa da quel gruppo che avevo visto in Oriente.
Giunto al terminal stavo telefonando alla sorella dello scalabriniano Manuele quando ho visto che mi sono venuti incontro un ragazzo ed una ragazza con un bambino che mi hanno detto di essere i nipoti del mio amico. Mentre andavamo a casa della loro nonna mi hanno detto che la ragazza era dottoressa, che lavorava a Chaco in Oriente e che il fidanzato studiava ingegneria commerciale. Siamo andati a casa ove mi hanno ricevuto con tanto calore la signora Jolanda, sua cognata e la zia di 90 anni. Mentre prendevo un caffè della zona ho conosciuto il fratello di Manuel che stava a lavorare ad Ambato in una palazzina per gli impianti elettrici e che era venuto a salutare la mamma in quanto abitava con la sua famiglia sulla costa. Questo signore mi ha fornito molte indicazioni su quello che avrei potuto vedere stando in zona e proseguendo verso il Perù. Sono stato a parlare con queste 4 persone ed in seguito sono arrivate le due sorelle di Manuel che lavoravano nella scuola di Ambato e in un’altra zona. Dopo un certo tempo siamo andati a fare un giro nel centro per vedere la città di notte e per riuscire a visitare la chiesa di Sant’Alfonso dei Liquori che era stupenda e grande.
So che questa è l’ultima possibilità che ho di stare ospite in una famiglia e posso dire di essere stato fortunato di aver trascorso alcuni giorni da Quito in poi in ambienti familiari dividendo con loro la tavola e partecipando ad alcuni momenti della loro vita familiare. So di essere stato fortunato in Ecuador ad aver incontrato Padre Arturo e Manuel che mi hanno aiutato molto e so anche che in altre zone la situazione sarà molto diversa perché dovrò cavarmela da solo.
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