Questa notte ho dormito nell'albergo municipale di Azogues dove sono stato benissimo anche se il locale era strapieno.
Questa mattina sono ritornato a Tambo e da lì sono andato a Ingapirca per vedere le famose rovine, uno dei più importanti siti archeologici della nazione. Ingapirca è una parola quechua che significa muro o parete degli Inca ed è stato un importante centro religioso, politico, scientifico, militare e amministrativo per la gente Cañar e Inca. Oggi è il luogo più archeologico dell'Ecuador ed è costituito da un enorme insieme di strutture in pietra, le fondazioni delle case, terrazze e strade asfaltate.
Appena giunto sul posto la guida ci ha parlato della sua importanza e delle lotte sostenute con gli Inca che volevano sottometterlo. La lotta finì perché i due gruppi si unirono attraverso i vari matrimoni. In seguito ci ha detto che le parti più importanti sono El Castillo o Tempio del Sole, Pilaloma, la Condamine e di valle, la Ingachungana, Cara dell’Inca, tartaruga, Intihuayco, Scala Canyon.
Questi componenti del complesso archeologico sono evidenziati da caratteristiche uniche della sua pietra, l'unicità dell'architettura dell'edificio principale, una torre ellittica (Castillo). Mentre si cammina all'interno si scoprono piccole pareti in pietra, scolpite nello stesso luogo, che formano quadrati, rettangoli e ovali, con figure di animali scolpite in rilievo.
Si trova una serie di acquedotti, che sono stati utilizzati per trasportare l'acqua, sia in ingresso che in uscita nei bagni. Nella seconda parte della visita accompagnati da un’altra guida abbiamo fatto il giro completo tramite un percorso secondario. Quello principale degli Inca attraversava le province di Chimborazo, di Cañar, di Azuay, di Loja per proseguire nel Perù.
Alla fine del giro sono rientrato a Tambo e non essendo riuscito a trovare un posto per la notte mi sono spostato a Cañar ove ho avuto miglior fortuna. Qui sono al centro per visitare la Chiesa dedicata a San Antonio. Ho fatto un giro al centro per poi recarmi a visitare il museo archeologico di Guantaq dove c’erano molti reperti in ceramica dei vari periodi. Annesso al museo c’era quello etnografico. Anche qui ho riscontrato lo stesso problema di ieri. Il custode non poteva accendere la luce perché la centralina era chiusa con lucchetto la cui chiave era nelle tasche del tecnico. Avrei potuto osservare meglio questi reperti che ho potuto vedere lo stesso con poca luce. Oggi pomeriggio c’è stata una pioggia continua e un freddo sempre maggiore dato che siamo vicino ai 3000 metri.
Da quello che ho visto oggi mi sembra una città estesa anche se la popolazione non dovrebbe essere molta. Essa inoltre come tutte le altre zone vorrebbe contare sul turismo anche se deve fare molto per migliorare la propria immagine.
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