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in vita •  6 years ago 

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Oggi voglio raccontarvi una favola che ho sognato questa notte e scritto questa mattina... leggetela una sera ai vostri bimbi, forse loro capiranno😉

C’era una volta, tanto tempo fa, una fattoria costeggiata da un ruscello dove scorreva abbondante acqua limpida e pura. In questa fattoria abitava una grossa comunità di topolini che trascorrevano il loro tempo cercando cibo e organizzando grosse feste dove tutti ballavano e si divertivano. Un giorno mentre un topolino stava cercando cibo sotto il grosso albero di mele, vide una splendida topolina che raccoglieva acqua dal limpido ruscello. I loro sguardi si incontrarono solo per un secondo, ma entrambi sentirono dentro che il loro sarebbe stato amore. Il topolino si fece coraggio e invitò la topolina a condividere la sera stessa il cibo che si era procurato; lei accettò molto volentieri. Passarono i giorni e tra i due topolini il sentimento crebbe. Il tempo scorreva veloce e felice, tra una festa e l’altra. Anche la raccolta di provviste occupava loro molto tempo, ma in fin dei conti era più che sufficiente al loro mantenimento. Un brutto giorno il fattore, stufo di vedere la felicità della comunità di topolini, escogitò un piano diabolico; montò delle ruotine nella stalla e le collegò al mulino in modo da non dover più usare l’acqua del ruscello. In seguito, dato che aveva osservato che i topolini ne andavano ghiotti, riempì delle piccole mangiatoie di granoturco e le mise davanti ad ogni piccola ruota. Il risultato fu che ogni topolino almeno una volta al giorno entrava in una ruota cercando di raggiungere la mangiatoia colma di semenze che in realtà erogava un chicco ciascuno ogni dì. I primi tempi anche il topolino, la topolina e la loro famiglia, a turno, azionavano una piccola ruota, in modo che il mulino del fattore potesse funzionare e loro potessero avere il tanto agognato chicco, ma ben presto il piccolo topolino si rese conto che qualcosa non andava. Infatti osservo che ormai non c’era più tempo per le feste dove tutti ballavano e si divertivano, perché lo sforzo fatto nelle ruote per ottenere il singolo chicco di granturco portava allo stremo delle forze sia la sua topolina che il resto della comunità. Convinto delle sue osservazioni e forte dell’amore che c’era tra lui e la sua compagna convocò una riunione e espose il problema a tutti. Al termine delle sue dichiarazioni si levò un chiacchiericcio colmo di risate, critiche ed accuse; la cosa non lo turbò molto, ciò che gli spezzo il cuore fu il vedere che anche la sua topolina e la sua famiglia lo denigravano a gran voce. Si rese conto a quel punto che tutta la popolazione di topolini ormai era letteralmente dipendente da quel granoturco e non poteva più farne a meno. Era una notte buia e tempestosa, e a suo malgrado il topolino decise di allontanarsi da quella comunità di topolini che ormai non l’ho accettava più e lo voleva uguale loro; uscì dalla stalla e sotto la pioggia scrosciante e un cielo terso di fulmini si incamminò senza meta. Dopo qualche ora di strada percorsa notò a pochi metri di distanza l’albero di mele dove spesso si recava a raccogliere qualche frutto caduto e non raccolto dal fattore. Con enorme fatica inizio la sua scalata verso l’alto, in cerca di un rifugio; il percorso durò tutta la notte è tutto il temporale. Venne la mattina e il topolino giaceva esanime su un alto ramo del melo, che sovrastava la stalla e forniva una vista completa di tutta la fattoria. Al suo risveglio il topolino notò che il temporale era finito e splendeva alto nel cielo i n fantastico sole. Dal suo ramo gli si presentò uno spettacolo meraviglioso; ricche fronde colme di mele facili da raccogliere facevano da contorno a una splendida insenatura nel tronco che sarebbe stata ottima come tana. Il nostro topolino si diede molto da fare i primi tempi, sia per sistemare la sua nuova casa, sia per raccogliere scorte per l’inverno. Dalla stalla due topolini anche loro stanchi di correre sulle loro ruote e di ricevere un solo chicco di grano al giorno, alzarono per caso lo sguardo e videro in lontananza la piccola e accogliente tana ricca di scorte del nostro topolino. Dopo pochi minuti e senza ragionarci troppo si incamminarono e intrapresero il duro cammino che portava alla cima dell’albero di mele. Una volta giunti sulla sommità corsero in contro al topolino e si abbracciarono in una stretta che durò parecchi minuti. Per festeggiare il loro riavvicinamento organizzarono una grande festa la sera stessa e tra una bevuta, una risata è una ballata furono osservati con grande invidia per tutta la notte dai topolini rimasti dentro la stalla nelle loro piccole ruote. Passarono i giorni e poi gli anni e la situazione nella stalla peggiorò di continuo, le ruote diventavano sempre più dure da far girare e la razione di mais venne ridotta a mezzo chicco al giorno. Della nostra topolina e del nostro topolino non ne fu più nulla, lei continuò a girare nella sua sicura ruota, lui si sistemò sulla cima dell’albero di mele con la sua nuova piccola comunità ed ognuno continuo la sua vita felice e contento.

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