Pseudo-scrittore, perché è cosi che amo definirmi. Pseudo inteso come falso, simile, poiché non ho le doti giuste per ritenermi un vero e proprio scrittore. Ma ciò mi basta, semplicemente perché nello scrivere io riesco a dimenticare tutto ciò che di negativo mi frulla in testa; e devo essere sincero: da quando son venuto a conoscenza di Steemit, riesco a ritagliarmi sempre un po' più spazio per coltivare questa mia passione. Per il ritorno economico, direte voi! E non sbagliato, è certo un qualcosa che mi incoraggia molto, ma fidatevi quando vi dico che non è assolutamente quello il motivo principale... La vera ragione per cui sono molto contento di aver conosciuto steemit, è che mi ha dato la possibilità di inserirmi in una comunità (la nostra) che è sempre pronta a darmi opinioni su ciò che ho scritto. Non credete anche voi, che contenuti di alto valore come quelli che leggiamo qui, su altri social network passerebbero inosservati? Chiudo qui questa breve parentesi sul quanto sia contento di essere su steemit, per tornare alla trama principale di questo post.
Come è nata in me la passione verso la scrittura?
Cosa mi ha spinto a portarla avanti?
Come mi sento quando scrivo?
Cosa provo quando non ho nulla da scrivere?
Quel tema maledetto
[dreamstime.com]
Ricordo ancora come se fosse ieri i miei primi anni, quelli dall'asilo alle elementari; i miei genitori lavoravano entrambi, ed io trascorrevo circa il 70% della mi giornata in compagnia de le ziette. Zia Rosetta e zia Maria, più precisamente. Le sorelle di mio nonno paterno, che abitavano proprio nell'appartamento di fianco il mio; non si sono mai sposate, ed hanno sempre vissuto (ancora oggi) insieme. Sono delle donne fantastiche, molto premurose ed a cui devo molto, ed è grazie a loro che io, oggi, amo scrivere. La mia carissima zia Rosetta, infatti, era una temuta (quanto amata) professoressa di italiano, insegnava al liceo classico Bernardino Telesio, il più importante e grande della mia città; essendo cresciuto a stretto contatto con lei, all'età di quattro anni, ero già in grado di leggere e scrivere autonomamente. Le giornate le passavo infatti tra libri e quaderni; mia zia Rosetta era ormai in pensione, ed aveva deciso di dedicarsi a me, suo nipote più piccolo. Trascorrevo quindi interi pomeriggi a trascrivere le lettere dell'alfabeto, a metterle insieme per formare il mio nome e quelli della mia famiglia, per poi rileggerli in un costante loop; in tutto ciò, la presenza di zia Maria era fondamentale: lei è la sorella dolce, quella che si prende cura di tutti, che sta sempre in pensiero! E quindi, tra una lettera, un nome ed una lettura, era sempre pronta a viziarmi con qualche merenda, un po' di succo di frutta, e due chiacchiere per svagare un po' , che non guastano mai. Prontamente, però, usciva l'indole rigida di zia Rosetta, che le diceva di non distrarmi, che avrei avuto il tempo di fare merenda dopo aver finito di trascrivere le circa 20/25 parole che lei, ogni giorno, scriveva per me, in modo che potessi imparare da che lettere fossero formate, e di essere in grado di scriverle autonomamente. All'inizio, pensavo che fosse una perdita di tempo: mi ritrovavo dopo mezz'ora a non esser riuscito a scrivere niente senza commettere qualche errore, ma li subentravano prontamente gli insegnamenti di zia Rosetta, che mi diceva sempre che sbagliare è l'unica strada per arrivare a fare qualcosa senza commettere più errori. Passavano gli anni, cambiavano i metodi di insegnamento, ma le giornate erano sempre le stesse: pomeriggi pieni di studio, da italiano a storia, passando per geografia e qualche problema di algebra, per finire inevitabilmente con un pancarrè e nutella, accompagnato da un succo di frutta alla pesca. Se proprio vogliamo dirla tutta, l'unica cosa che le ziette non riuscirono a trasmettermi, è l'amore verso lo studio; per quanto io amassi passare le giornate a scrivere brevi temi, lo studio delle altre materie (esclusa la matematica, che amo follemente), era per me una specie di tortura. Arrivò poi un giorno, in terza elementare, che difficilmente dimenticherò! La maestra di italiano ci diede da svolgere a casa un tema, riguardante la famiglia; quando il giorno dopo lo consegnai, ero fiero del lavoro che avevo svolto. Non mi aspettavo assolutamente ciò che sarebbe successo qualche giorno dopo, quando i temi vennero corretti: voto insufficiente. Accompagnato al voto, una piccola nota, che la maestra mi disse di far leggere ai miei genitori, dove diceva che il tema era perfetto, ma che lo avrei dovuto svolgere io, senza l'aiuto dei genitori. Quando feci poi leggere questo appunto a zia Rosetta, mi disse che dovevo solo andarne fiero: il tema lo svolsi io, da solo, senza l'aiuto di nessuno! E se la maestra dubitava di ciò, era semplicemente perché non poteva credere che un tema, svolto così bene, senza alcun errore, fosse stato partorita dalla mente di un bimbo di soli 7 anni. Allora andai fiero da mia madre a mostrare il mio tema, con tanto di insufficiente ed NB della maestra, consapevole di aver raggiunto un ottimo risultato, solo con le mie mani. Ed ebbi anche modo di mostrarlo alla cara maestra Pace, che ci fece svolgere un tema in classe, davanti ai suoi occhi, e poté paragonarlo con quello scritto a casa, notando quindi la stessa capacità nello svolgerlo. Se ad oggi, quindi, sono innamorato della scrittura, lo devo al costante impegno de le ziette, che con molta passione e pazienza, mi trasmisero l'amore verso l'articolata, fantastica (quanto complessa) lingua italiana.
Cuffie, e via
[testiperfetti.it]
Col passare degli anni, ed il farsi sempre più difficili dei temi da svolgere, è cresciuta proporzionalmente la mia passione verso la scrittura. Come gia detto, non sono mai stato amante dello studio in generale, ma anche alle superiori, quando tornavo a casa, dopo aver mangiato un boccone, la prima cosa che facevo era immergermi nello svolgimento dei compiti! Ovviamente, rigorosamente, solo quelli di matematica ed italiano. Sarà per questo che ho sempre mantenuto la media del 10 in queste due materie, che andavano a compensare i vari 4/5 delle altre (vedi diritto, economia politica, francese). Quel che più mi rilassava, nelle giornate di pioggia, era proprio mettermi le cuffie, ed iniziare a svolgere i vari temi/saggi brevi, che mi uscivano, ogni giorno, sempre più naturali, quasi come se la mano si muovesse sul foglio con una vita propria! Ho portato avanti questa mia passione per tutto il corso delle scuole superiori, ed anche un po' dopo, durante l'anno in esercito; ho scritto molte pagine delle note del telefono, in cui trovavo il modo di sfogarmi attraverso le parole. Ne avevo da dire contro il mondo intero, all'epoca, nonostante svolgessi il "lavoro" che ho sempre desiderato; avevo la ragazza distante, la famiglia a 700km e gli amici che sentivo ogni giorno, senza però poter essere con loro, e questo piano piano mi logorava. Sempre, però, in maniera sopportabile; ero lontano, sì, ma stavo realizzando il mio sogno, e tutto diventava automaticamente sopportabile. Trovavo sempre più conforto nel far muovere le mie mani sulla tastiera de telefono, per riempire di pensieri (a volte anche insensati) le note dello smartphone, per poi rileggerli in continuazione nei momenti di calma. Ed in tutto ciò, ho sempre avuto una fedele compagnia al mio fianco, che non mi ha abbandonato ma, tutt'altro, mi ha spesso ispirato: la musica. Quando vengo infatti colto dall'illuminazione, quell'incipit che mi invita a scrivere, la prima cosa che faccio è cercare le mie cuffie, attivare la riproduzione casuale delle canzoni sul mio telefono, e lasciarmi trasportare dalle note di ogni canzone, che mi accompagnano in ogni testo che scrivo da quando avevo circa 12 anni.
Pagina bianca, PAURA
[teloscrivo.com]
È proprio così! Capita a tutti coloro che amano scrivere di attraversare un momento buio, in cui non si ha la più pallida idea di cosa e come scrivere, ed in me questo porta alla paura. La paura che non abbia più la stoffa per buttar giù due righe, la paura che l'ultima nota salvata sul telefono, possa essere l'ultima definitivamente, la paura che non abbia più il mio sfogo preferito.... Tutto ciò, tutte queste ansie e paure, mi salgono gia solo dopo pochi giorni dalla mia ultima sessione di scrittura, e nonostante io continui a ripetermi che è normale, che a volte possono passare anche mesi, l'ansia e la paura sono sempre lo, in agguato dietro l'angolo, pronte a saltarmi addosso. Ma quando finalmente ho un'idea, un argomenti su cui poter scrivere la mia, queste due bestie se ne vanno, sconfitte, ed in me sale un senso di appagamento, molto simile alla felicità, che mi tranquillizza e mi ridà la consapevolezza di non essere poi cosi scarso da non aver la stoffa di scrivere qualcosa. Questo, però, è un ciclo continuo; ciò significa che ogni volta che riesco a riempire le note del telefono di lunghi testi, dopo qualche giorno senza ispirazione, vengo colto dalle bestie sopracitate (ansia e paura) finché non ritorno sui miei passi, e trovo il modo di scrivere di ciò che provo.
A parte il fatto che dissento con il tuo autodefinirti "pseudo", quello che ho capito nel corso degli anni è che non si DEVE scrivere, ma semplicemente ci si deve "lasciare" scrivere. Come se fosse una cosa passiva, come se tu fossi guidato dalla scrittura (e non il contrario). Fidati, funziona! Grande come sempre.
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Quanto hai ragione Nic! Prima anche quando attraversavo quei giorni in cui non avevo alcuna ispirazione, mi sfirzavo di buttar giu du erighe ugualmente, ed il risultato erano delle cacate pazzesche! Ora invece a costo di star fermo per settimane, scrivo solo quando ho l'illuminazione, e mi ritengo anche abbastanza soddisfatto di ciò che ne esce...grande e grazie di complimenti e consigli 😊
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Alla fine se posso consigliarti, non forzarti a scrivere.
Scrivi come e quando ti va.
Io perlomeno faccio così e mi trovo bene :-D
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Ogni consiglio è sempre ben accetto, Mad! E comunque hai pienamente ragione, e lo noto nella qualità: quando mi sforzavo a scrivere, ne uscivano dei testi veramente indecenti. Da un po' ormai mi limito a scrivere solo ed esclusivamente quando sono ispirato, e devo dire che quasi sempre ne esco soddisfatto.
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:-) Matteo per gli amici :p
Poi i più grandi scrittori scrivono semplice. Basta leggere Manzoni, Hemingway, gli scrittori russi, Flaubert, Oscar Wilde.
Sono i contenuti che contano.
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Bel post, continua a scrivere con piacere e presto non sarai più uno pseude-scrittore ma uno scrittore vero e proprio.
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Eheheh, sarebbe il coronamento di un sogno, @silviu93! Però, come si suol dire, mai dire mai! Grazie dell'incoraggiamento 💪🏽
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scrivi già bene. l'unico consiglio che posso darti (ma solo perchè sono più vecchia) è riduci, asciuga, togli. Quando con il minimo delle parole possibili riuscirai a creare la stessa emozione, non sarai più uno pseudo, ma un vero grande scrittore. Complimentissimi
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Spero un giorno, con l'esperienza (che reputo fondamentale in campi come la scrittura) di riuscirsi. Nel mentre grazie dei complimenti e soprattutto grazie dei consigli, apprezzatissimi😊
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Mario, scusa se non ho commentato fin ora ma ho voluto aspettare di avere un momento di calma per leggerti come si deve. Sei d'ispirazione, soprattutto per me che quando andavo alle elementari e alle medie , rispettivamente maestra e professoressa d'italiano, andavano a mostrare in giro ai colleghi e agli alunni delle altre classi i temi che scrivevo perché erano spettacolari e avevo un talento naturale per scrivere, a detta loro. Io pensa che non avevo nessun amico o parente che mi aveva indirizzato, diciamo che non ho nessun intellettuale in famiglia, anzi ahahah. Ero bravissima in tutte le altre materie tra l'altro, una super insomma. Purtroppo arrivata al liceo ho subito un degradamento progressivo. Ho trovato professori che mi hanno dato problemi, con tutte le materie. Ho cambiato classe al secondo ma niente. Io ero una super secchiona, e mi impegnavo da morire anche per piccole cazzate. Però non sono stata abbastanza forte da sopportare la bastardaggine di quei prof, e mi sono fatta un po' abbattere... mi sono fatta convincere che ero una nullità. Avevo anche abbandonato questa piccola inclinazione per la scrittura che avevo. Mi avevano letteralmente fatto passare la voglia di fare tutto, di impegnarmi, di lottare! Questo ha avuto e sta avendo riscossioni sui miei tentativi di inserimento all'università. Sono rimasta talmente traumatizzata che quasi quasi ho cominciato ad avere paura di realizzare i miei sogni. Ma adesso forse, a due anni quasi di distanza da quel tanto bramato diploma, mi sto ribellando e sto ritornando in pista. Sei d'ispirazione perché sei stato forte a non arrenderti. E poi hai fatto scoprire anche a me questo bellissimo 'social' e sono d'accordo con te sul fatto che sia soddisfacente impegnarsi e fare qualcosa che viene considerata e commentata. E niente, continua così, senza farti sovrastare dalle bestie che cercano di tormentarti 💪
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