Il Materasso Morfeo

in writing •  5 years ago  (edited)

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L’Eden del Sonno era un luogo dedicato al dolce dormire o piuttosto al dormire in ogni sua forma e desiderio.

Ogni materasso aveva una precisa caratteristica, assolveva ad una precisa funzione psicofisica dedicata al sonno.

C’era il Materasso Punta riempito di rovi per quelli che volevano autopunirsi per il troppo dormire, c’era il Materasso Ruscello, fornito di acqua corrente, per sentirsi cullati dal suono del torrente, come quando si va in montagna.

Avevano il Materasso Doppio, due materassi sovrapposti con un esiguo spazio per il dormiente onde sentire il peso lieto del sonno, anche sopra la testa.
Per quelli che soffrivano d’insonnia, c’era il Materasso Cerebrum. Da esso uscivano cavi che finivano in una calotta di metallo in cui confluivano impulsi studiati per indurre a dimenticare l’insonnia. La calotta veniva applicata sul capo e l’insonnia veniva annullata, quasi sempre.

C’era il Materasso Orfeo, con dolci melodie che scaturivano da minuscole casse sonore collegate a play list a scelta.
Fisioterapeutico il Materasso Cervicale e appetitoso il Materasso Torta di Mele.

Esaltante era il Materasso Montagne Russe, che richiedeva una camera da letto molto spaziosa: era alto cinque metri e largo sei.
Quando ti coricavi su di esso e lo accendevi, quello andava su e giù, con ritmi spezzati, ruotava e si piegava a destra e sinistra.
Si alzava a novanta gradi e per i più coraggiosi si capovolgeva. Cinghie apposite impedivano che tu cadessi.
Ti addormentavi per sfinimento o svenimento…

Il top della collezione era ovviamente il Materasso Morfeo. Dalle sue cuciture si sollevavano lievi fumi obnubilanti, che creavano illusioni deliziose. Potevi scegliere che tipo di illusioni volevi avere, schiacciando pulsanti appositamente collocati a portata di mano. Oppure potevi lasciare al caso gli effetti che ne scaturivano.

Non si può dimenticare il settore erotico, con materassi di ogni tipo, sempre di alta qualità: Materasso Marchese De Sade con frustini ch, attivati elettronicamente con blue tooth, scattavano e si abbattevano sul dormiente. E poi il Materasso Prendimi, il Materasso Ti è piaciuto?, il Materasso Abbracciami forte con bracci morbidi che spuntavano fuori e stringevano in dolce abbraccio la coppia in amore.
Un piumone di qualità si chiamava Non fermarti.
Interessante anche, per soggetti soli, il Materasso Umano che era a forma di uomo o donna, accogliente e dotato di movimento autonomo, con varie velocità…

Ogni pezzo poteva essere matrimoniale o singolo.

Marianna e Roberto si stavano per sposare.
Si aggiravano nei saloni, abbagliati da quei materassi così vari e pieni di sorprese.

Ormai era due ore che cercavano di capire cosa volevano, ma non avevano ancora scelto.

Nella mente di tutti e due, quelle sollecitazioni creative avevano attivato pensieri contrastanti: si rendevano conto di avere una vita monotona e insulsa.

Questi pensieri innescavano sfoghi malevoli che stavano per indirizzarsi al partner.

“Io cercavo dei normali materassi…magari in lattice.” disse Roberto.
“Certo, tu sei il solito normale, guai a scostarsi dalla solita strada.”
“Il lattice è un po’ la novità…”
“Si, da quarant’anni…”
“Parli del lattice come se lo conoscessi da sempre…magari l’hai sperimentato più volte…”
“Il maschio è geloso del mio passato, come di dovere. Ecco di nuovo il luogo comune che ti porti dentro. Non è necessario scopare sul lattice, per sapere che esiste da un sacco di tempo nei materassi.”
“Vuoi un litigio diverso?! Vuoi che io sia innovativo? Dimmi cosa è un blue tooth! Dimmi cose un dropbox! Come credi che funzioni la maggior parte di questi materassi stravaganti?! Con l’elettronica! Ma tu scappi come un coniglio di fronte a questa nuova frontiera!“
“ Nuova frontiera?! Stando seduto davanti ad uno schermo con il touch che ti ossessiona! Ma quale nuova frontiera!?? Nuova frontiera significa mettersi le scarpe da trekking!”
“Ti adoro quando parli inglese.”
“Sei cretino!”
Dicendo così e sorridendo Marianna diede una spintarella a Roberto che indietreggiò barcollando.

“Mi hai colpito al petto, anzi al cuore! Ti sfido e ti attacco!!!”

Roberto balzò contro Marianna e la scaraventò.
Lei per non cadere si aggrappò al suo braccio, così lo trascinò indietro e i due finirono proprio sul Materasso Morfeo.

Quando sprofondarono nel materasso, immediatamente si levarono due nuvolette che li avvolsero e li fecero tossire e lacrimare.

Imbarazzati e un po’ intontiti, si alzarono di scatto, guardando se c’erano i commessi.
Poi si allontanarono di qualche passo.
Erano passati pochi secondi e Roberto vide comparire da dietro un mobile un uomo vestito di nero, che si aggirava furtivo.
Aveva degli occhiali e dei baffi visibilmente finti.
Si avvicinò a Roberto: “Prendi questa key, contiene files segreti della Polonia. Io devo scappare e scappa anche tu. Porta la key al New York Center a Danzica! Non farli prendere dai polacchi, mai!”
Roberto afferrò stranito la key e in quel momento sentì colpi di pistola.

“Scappiamo Marianna, ci sono i polacchi!”
“I polacchi??”
“Abbassati!!! I proiettili!”
“I proiettili?”
“Ti salverò! Metterò il mio corpo davanti al tuo!”
Prese per mano Marianna e la trascinò, stando basso basso, nel salone vicino.
“Stai bassa! Stai bassa! Sparano! Vogliono la key!!”
“Non sento nessuno sparo!”

Sbucarono nel salone dei Materassi ad Aria e Marianna vide galoppare contro di lei un toro, nero come la notte.

“Dammi la muleta, Roberto!”
“Cosa?!”
“Il drappo rosso! Stai dietro di me! Lo affronto io il torello! Soy el torero mas forte del mundo!! No te preoccupes, mi amor!”
Marianna si trovò in mano la muleta e la sventolò davanti al muso del toro.
Marianna aveva le corna a pochi centimetri di distanza.
Il toro si fermò e iniziò a scalpitare, scalciare e si avventò infuriato.
Ma Marianna con un elegante gesto si scostò e fece passare la muleta sulle sue corna.
Il toro fece una piroetta e si abbattè al suolo, svenuto.

“Te l’ho detto! L’ho messo al suo posto, mi corazon!!”
“Ma quale toro?!”
“Vieni, amado mio. Andiamo a ricevere il premio!”

Fu in quell’istante che due succhiellate di acqua investirono Marianna e Roberto in pieno volto.

L’acqua fredda li fece risvegliare dagli effetti del Materasso Morfeo.

I commessi erano accorsi e vedendoli delirare, avevano capito che erano finiti proprio sul Materasso Morfeo ed erano entrati in azione, nell’unica maniera per fermare la follia obnubilante: l'acqua.

“Robbi, non c’era il toro?”
“Mai visto, Marianna…e le spie polacche?”
“Mai viste…”
“Che avventura però…”
“Già…un’avventura…”

Si guardarono in silenzio.

Poi Marianna si scosse: “Ho deciso.”
“Cosa?”
“Fidati.”
“Si, mi corazon!”
“Vamos!”

Un anno dopo.

“Quassù è un altro mondo. Grazie Marianna. E’ vero, sei tu la freccia che ci lancia in avanti e ci fa cambiare.”
“Tu mi hai seguito e vuol dire che non sei del tutto perduto…”
Si abbracciarono mentre una vento freddo li sferzava in quel settembre di un anno dopo.
“E’ ora di scendere a valle.”

Chiamarono i cani e incominciarono a riunire il loro gregge di settanta pecore.

Tolsero il recinto elettrificato, raccolsero le loro cose e le stiparono nelle ceste che il loro mulo Spartaco portava sui fianchi del dorso.
Nell’Alta Val Maira, nel cuneese, sulle montagne piemontesi, Marianna e Roberto avevano acquistato un pezzo di terra e una baita.
E avevano acquistato una settantina di pecore.

Avevano affittato una casa ed un ovile ad Acceglio, più a valle, dove trascorrevano l’inverno.

Accanto alla casa avevano un piccolo capannone dove portavano la lana delle loro pecore.
Dentro questo locale avevano tutte le attrezzature per filare e cardare la lana alla maniera antica e per costruire sani materassi tradizionali.

I loro materassi erano molto richiesti nella valle, non solo dagli anziani ma anche dai turisti e dai nuovi abitanti.

Ma nessuno sapeva che nella loro baita, in alto, accanto al loro letto con un loro materasso, c’era un altro letto con un materasso speciale, non un loro materasso, ma il Materasso Morfeo che avevano acquistato dall’Eden del Sonno.

Una volta all’anno, a luglio, dopo la transumanza di giugno, si lasciavano cadere come piombi sul Materasso Morfeo, le nuvolette si spandevano nell’aria e i due simpatici novelli pastori vivevano per un giorno avventure indimenticabili.
Avevano addestrato mulo Spartaco e cane Boldo, in modo che, quando la cosa diventava eccessiva, arrivavano in loro soccorso.
Uno dei due, Marianna o Roberto, lanciava il grido d’aiuto: “Acqua!”.
Spartaco afferrava con la bocca una canna collegata alla fonte e Boldo apriva il rubinetto.
Il getto d’acqua dissolveva l’illusione e i due innamorati riprendevano la loro nuova vita.

C’erano ogni tanto dei contrattempi: come quella volta che Roberto stava per dare il segnale e Marianna l’aveva bloccato.
“Fermati, Roberto, mi trovo in mezzo ad una splendida torta alla panna!”
“Si, ma io sto per essere attaccato da un pterodattilo! Aiuto!!!”

La loro vita era cambiata e il vortice delle novità, tra tradizione e innovazione, li stordiva piacevolmente.
Ma la cosa più bella era guardare il cielo di stelle nelle notti serene, mentre i cani facevano la guardia al loro gregge e il mulo dormiva poco distante.
Pace e lucida illusione in attesa del prossimo viaggio sul Materasso Morfeo.

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I disegni sono dell'autore
Con questo racconto partecipo a theneverendincontest 48 S3-P10-l1

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nessun nome sarebbe stato migliore di quello assegnatogli...MORFEO....e dal racconto si evince la comodità e la voglia di prender sonno...per gustare e assaporare l'addormentarsi

Giusto. Grazie commento!