Con questo post riapro la mia personalissima sfida legata ai temi settimanali portati avanti da @spi-storychain con il neverendingcontest. Chiusi i 2 primi "romanzi" in 10 capitoli ne apro un altro.
Chissà dove mi porterà...
Oggi il tema e l'ambientazione scelti dalla vincitrice @piumadoro sono gli abissi marini in cerca di emozioni nuove.
Buona lettura.
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Le pagine ancora da scrivere nella nostra vita sono come gli abissi marini. Esistono, sono li, lo sappiamo ma non riusciamo a vederli o a toccarli, un giorno li vivremo attraverso racconti altrui, attraverso immagini alla tv e solo allora scopriremo di che materia sono fatti, quanto sono profondi.
Siamo noi stessi un abisso. Esseri profondi e perduti in cerca di qualcuno o qualcosa che possa riempire l'enorme vuoto dentro di noi.
Siamo un abisso dentro un abisso. Troppo vecchi per morire giovani. Troppo giovani per capire il mondo.
Il qualunquismo assume nuove forme ogni volta che proviamo ad ergerci a psicanalisti di vite altrui che assomigliano alla nostra, specchio riflesso di errori e paure che non riusciamo ad ammettere e affrontare.
Un abisso puoi riempirlo d'acqua, di alghe, di pesci ma non assomiglierà mai ad un acquario. Non sarà mai confortevole ma sempre selvaggio, un luogo dove lottare per la propria sopravvivenza sperando un giorno di accorgersi che la vita non è solo dolore ma che anche in un mondo sommerso esiste la speranza di emergere e respirare a pieni polmoni.
L'acqua come dimensione, l'abisso come limite estremo.
Una vita in linea di galleggiamento o una vita costantemente vissuta da annegato. Una vita a pancia in su a godersi il sole o una vita a sbracciare continuamente per arrivare alla riva e rifiatare.
Sotto di noi l'abisso. Un limite che mai vorremo valicare ma che una volta nella nostra esistenza valicheremo per approdare alla nostra INesistenza.
Dentro di noi l'abisso. Un cratere da riempire con emozioni e dolore, con esperienze e sofferenze fino a che non sarà colmo dell'uno o dell'altro definendo chi siamo.
Sopra di noi l'abisso. La paura di volare, di afferrare un sogno, di lanciarsi in un dirupo che è sopra di noi per scoprire chi siamo.
L'abisso accanto a noi. Le nostre incertezze, i nostri lutti, i nostri drammi coi quali conviviamo e che ogni giorno provano a spingerci sempre più giù.
Combattiamo strenuamente la nostra lotta perpetua con la rosa dei venti abissale cercando emozioni nuove che ci portino a scoprire che ogni abisso nasce da qualcosa che un tempo era pieno, era visibile, era tangibile.
Trovarle è difficile, non dipende sempre da noi. Riviverle a volte fa male, altre volte aiuta ad andare avanti.
Crearle da zero sarebbe pretestuoso. Non cercarle, troppo vanitoso.
Liberi liberi di non essere liberi.
Siamo esseri pensanti che si illudono di contare qualcosa, che si illudono di poter essere se stessi.
Quello che siamo non lo sapremo mai, quello che saremo dipenderà da quelli che ci circondano e da quello che ci circonda. Non saremo noi a deciderlo.
L'unica scelta veramente libera che abbiamo è quella di abbracciare l'abisso. Staccare la spina. Determinare la nostra fine. Solo cosi sapremo che a quell'ora, in quella data, in quel modo Mr. Abyss ha oltrepassato quel limite rendendosi libero.
Ma che senso avrebbe?
Nessuno.
E allora si riparte.
Si riparte verso l'abisso sopra la mia testa. In cerca di emozioni nuove.
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Come inizio non c'è male..
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Grazie..Anche se non è bastato per il postit...
Vediamo come procederà
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In bocca al lupo per la nuova storia! Parte esplorando abissi profondi, direi quasi oscuri... ti auguro di concludere fra le più alte e luminose vette.
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