Con questo posto partecipo al contest settimanale di @spi-storychain. Questa settimana proseguo e concludo la mia storia in 10 capitoli seguendo la traccia e l'ambientazione proposta da @pawpawpaw: anno 2149, tema scoperta.
Per chi volesse ricapitolare tutta la storia vi rimando al mio ultimo post dove troverete gli altri 9 capitoli.
Mi chiedo se un tempo questo luogo fosse per loro quello che oggi è per noi.
Oggi sono qui, in questa giornata uggiosa, a cercare di capire, di ricordare qualcosa che non ho mai vissuto e che pure è dentro di me, fa parte di me.
Per noi ragazzi/uomini del 2149 il passato rappresenta un mistero glorioso, una casetta in riva al lago nascosta dalla nebbia che sappiamo essere li, forte, salda, confortevole e che pure non riusciamo a vedere a causa di una nebbia troppo fitta per permetterci di lanciare il nostro sguardo su quella fortezza di memorie e di memoria.
Per noi ogni rivelazione, ogni pagina di un libro vecchio è una scoperta.
Come saranno stati i primi anni 2000?
Non so se questa voglia di scoprire come vivevano, cosa ascoltavano, di cosa discutevano le persone dell'epoca sia una voglia che provavano anche loro in riferimento a chi aveva vissuto 100 anni prima di loro.
Lo chiamano effetto nostalgia alcuni. Altri la chiamano storia. Altri la definirebbero antropologia.
Mio padre mi diceva che ogni generazione crede di vivere in un mondo peggiore della precedente.
Sarà vero?
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Se cosi fosse vorrebbe dire che l'umanità peggiora di generazione in generazione senza soluzione di continuità. Arriveremo all'autodistruzione, se tanto mi da tanto.
Se volgo gli occhi al cielo oggi non posso che pensare che quell'autodistruzione è vicina.
Sono qui in uno dei tanti cimiteri storici della città a fissare la tomba di mio padre. Non il mio padre biologico ma il mio vero padre. Colui che ha generato la generazione di cui faccio parte. Se questo grande uomo un giorno non avesse deciso di salvare dalla fame e dalla guerra i miei avi Sasha e Ryan io oggi non sarei qui.
A distanza di oltre 100 anni da quella decisione lui resta un faro per tutti noi. Si tramandano storie di quotidiano amore e di grande perseveranza di quell'uomo gentile e mai sofferente che deve avere avuto qualcosa di speciale.
Lo abbiamo mitizzato? Aveva degli scheletri nell'armadio? Era un'ipocrita come tutti gli altri?
E' incredibile come possa essere potente la forza della memoria.
Sono qui a riflettere sul mondo, su me stesso, sulla mia vita su una tomba di una persona mai vista, mai incontrata, mai conosciuta. Di solito quest'impresa appartiene ai grandi poeti, musicisti, artisti, rivoluzionari che tante anime hanno ispirato e che tante persone hanno salvato con il loro libri, la loro musica, i loro dipinti, le loro gesta.
Lui era un uomo qualunque.
Nessun capolavoro da tramandare. Nessun'opera lirica a sua firma. Nessun movimento pittorico o filosofico che porti il suo nome. Nessuna legge o manifestazione che fosse stata guidata da lui.
Nulla. Un uomo che è nato, ha vissuto la sua vita e se ne è andato in un giorno d'estate mentre leggeva "Il deserto dei Tartari".
Eppure io sono qui a fissare la sua lapide e domandarmi tante cose.
Oggi che in occidente non seppelliamo più chi muore. Oggi che le città sono divise in 2 da un muro che separa ricchi da poveri. Oggi che l'Europa è diventata unita per davvero ma non per aggregarci tutti sotto una sola bandiera o scopo ma per dividerci ulteriormente in chi merita di essere "visto" e chi deve essere abbandonato. In alto ci sono tanti dirigibili ad avvisarci del coprifuoco, a ricordarci di indossare le nostre tute e mascherine dalle 16 alle 18 di ogni giorno. I maxischermi sono sparsi ovunque. Mi raccontavano che un tempo erano l'oggetto entro cui vi erano nascosti i desideri degli uomini. Oggi si servono di essi per fare propaganda H24.
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Chissà come deve essere stato il suo mondo. E chissà perchè noi oggi siamo oramai tra i pochi "dissidenti", tra i pochi aspiranti "rivoluzionari" che vorrebbero portare la bellezza al centro di tutto e l'uguaglianza nella costituzione europea. Non ci è permesso più viaggiare. Per farlo devi essere dalla parte giusta del muro. Nella nostra zona non abbiamo treni o metropolitane, figuriamoci un aereoporto.
Il nostro vero padre viaggiò in Uganda per metterci al mondo. Se avesse vissuto nel 2149 non sarebbe potuto andare e noi non saremmo mai nati.
Quanti bambini stanno morendo oggi in Africa? Non ci è dato saperlo. Non abbiamo accesso a queste informazioni. Ma se fossero tutti nelle condizioni in cui erano Sasha e Ryan all'epoca scommetto che a quest'ora ne stiano morendo a centinaia ogni minuto.
Non potremmo salvarli neppure se volessimo.
Aldilà del muro si ingozzano, prosperano, eccedono. Noi riusciamo a sopravvivere ma non viviamo. In Africa staranno morendo. Mi chiedo se qualche paese al mondo stia emergendo.
Vorrei poterlo sapere. Vorrei poterlo vedere.
Ogni generazione crede di essere più sfortunata della precedente.
Non è un motto vuoto tramandato anno dopo anno. Io so per certo che questa è la realtà dei fatti.
Chissà se lui credeva di aver fatto la differenza salvando 2 bambini e donando loro amore e strumenti di vita dal valore inestimabile.
Me lo chiedo spesso. Chissà se davvero il mondo sarà salvato da tanti uomini come lui o se per salvarlo servirà l'ennesima guerra.
So che qui, alle soglie della sua lapide mi sento al sicuro.
Chissà se quell'uomo ha passato cosi tanto tempo a scrivere una storia felice per gli altri dimenticando di scrivere la sua.
Vorrei poter scrivere un libro, un romanzo in suo onore se solo potessi.
Da questa parte del muro non ci è concesso scrivere, purtroppo.
Restano i ricordi e le storie da tramandare, di generazione in generazione, sperando possano smuovere le coscienze di chi verrà dopo di me cosi come lui ha smosso quelle di chi era con lui allora e che dopo di lui ha vissuto grazie a quella decisione presa in quel giorno di caldo terribile in Uganda.
Hai compito l'impresa, bravo.
Ma c'è un piccolo errore.
Non @sbarandelli, ma io :P
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corretto...sorry...
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:D 👍
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Sei un grande!
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Troooooppo buono nei miei confronti
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