Il caso Riva d’epoca, quando l’asset alternativo è di nicchia.

in asset •  4 years ago 

Parliamo di Riva, azienda storica italiana conosciuta in ogni angolo del mondo grazie alle imbarcazioni costruite dall’Ing. Carlo Riva, suo fondatore, che ancor oggi vanta il patrocinio per l’icona della nautica mondiale, il Riva Aquarama.
Nata nel Novembre del 1962 per mano di Carlo Riva, oggi questa nicchia di mercato è considerata a tutti gli effetti una classe alternativa di asset di investimento, avendo tutte le carte in regola per poter garantire solidità, valore e prestigio in questi anni caratterizzati da tassi di rendimento “risk free” tutt’altro che soddisfacenti.
E’ solo infatti nell’ultimo quinquennio, che nell’immaginario collettivo i Riva d’epoca vengono sempre più assimilati e paragonati per trend e rendimenti, al mercato delle opere d’arte, non avendo ormai più nulla, o poco, in comune con le dinamiche che caratterizzano i prodotti del settore nautico.

Riva Aquarama Bellini Nautica.jpg

I 517 esemplari rimasti ne garantiscono la solidità in termini di valore, supportata dalla forza del brand italiano che nonostante le non sempre rosee vicissitudini e i molti passaggi di testimone, da fondi di private equity a partner industriali, ha resistito a crisi e ristrutturazioni senza mai diminuire di fama e prestigio.
Seppur difficile e a tratti straniante per un oggetto che è da sempre considerato strumento più di divertimento che di investimento, è possibile verificare con i numeri un track record quarantennale che mostra senza artifizi la solidità di questo asset.

Oggi ci troviamo di fronte a uno scenario in cui i confini tra le diverse asset class alternative diventano meno distinti, Come scrive Tower Watson, aumentando sicuramente le possibilità di scelta per gli investitori, i quali devono però essere consapevoli che non tutte le alternative sono equivalenti. Questo evidentemente snatura il concetto di asset alternativo che risulta però più che mai presente se l’asset oltre ad essere tale, possiede le caratteristiche di un mercato di nicchia in estinzione solo per la natura del prodotto, non certo per solidità della domanda.
Quarant’anni di track record positivo è vantato da poche asset class alternative, un CAGR dell’8.6% la rende unica.

Bellini Nautica - Riva vintage asset.png

Come risaputo nelle classi di asset alternative troviamo il classico trade off tra rendimento e liquidità dell’ asset. Per definizione questi oggetti sono considerati asset illiquidi, ha senso però specificare che il tempo medio di vendita calcolato con l’indice di rotazione del magazzino di questi prodotti per un campione di addetti ai lavori (seppur non statisticamente significativo) è di 93 giorni.

I costi di mantenimento dell’asset hanno una media dello 0,83% del loro valore, la normativa fiscale è snella e poco onerosa.
I Riva d’epoca infatti, sono considerati natanti, imbarcazioni con lunghezza di omologazione sotto i 10 metri, tra gli 8 e gli 8,78 mt a seconda delle differenti serie. Questo implica una normativa molto leggera. Hanno la possibilità di non essere iscritte presso alcuna capitaneria di porto, cosi come non intestate, l’unica documentazione necessaria all’uso e che identifica il possesso di questi asset è la documentazione originale dei motori e la certificazione.
Il valore di queste opere d’arte è fortemente dipendente dalla variabile restauro e conservazione. Le condizioni e le maestranze che hanno effettuato lavori per riportare all’eccellenza questi oggetti possono influire sul prezzo con una media del 15% con picchi fino al 25%.

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