CRISI ECONOMICA: L’UNICA SOLUZIONE E’ L’ABOLIZIONE DEL LAVORO E DEL DENARO
Piano per uscire dalla crisi economica e sociale in tre punti:
A) Stampare nuovo denaro per garantire un reddito minimo di sopravvivenza.
B) Automatizzare sempre più l’industria e l’agricoltura liberando così l’uomo dalla costrizione di avere un’occupazione.
C) Creazione di una nuova società del tempo libero e liberare l’essere umano dalla schiavitù del lavoro e denaro.
La prima fase di questo piano può essere quella di istituire un reddito minimo di sopravvivenza. Dunque stampare nuova moneta per garantire un sostentamento ai disoccupati. Oppure utilizzare già quella abbondante in circolazione che è sprecata normalmente per far sopravvivere banche, istituzioni finanziarie ecc… senza parlare dello scempio di risorse per mantenere gli eserciti. In un modo o nell altro lo Stato deve garantire un reddito minimo di sopravvivenza per coloro che sono privi di un impiego e quindi di un salario.
Non crediamo alla “balla politicamente corretta” della mancanza di risorse per attuare questa riforma.
Si potrebbe anche valutare la possibiità di emettere un Reddito di cittadinanza legato ad una criptomoneta, come il bitcoin che potrebbe essere gestito in maniera equa ed automatica grazia ad una blockchain che di fatto eliminerebbe ogni disservizio
Un reddito minimo di sopravvivenza dovrebbe essere attorno ai 600 euro, per stimolare comunque la gente a lavorare piuttosto che accontentarsi della cifra garantita dallo Stato poiché al momento non è comunque possibile fare totalmente a meno del lavoro, esempio agricoltura, produzione di beni di prima necessità ecc..
Questa riforma avrebbe un riflesso importante anche sul nostro modello di sviluppo squilibrato. Attualmente pur di far lavorare i lavoratori e alimentare il circuito produzione-consumo, siamo costretti a produrre una quantità sempre crescenti di beni, spesso inutili, che finiscono per aggravare i problemi d’inquinamento, produzione di energia, cementificazione e molti altri legati a una crescita indiscriminata dello sviluppo.
Quanto potrà andare avanti lo scempio ambientale, energetico, e spirituale dell’essere umano in nome di questa crescita economica spesso insensata?
Possiamo noi occidentali continuare a sprecare ora che anche i paesi poveri cominciano anche loro, giustamente, a voler aumentare il loro tenore di vita?
E’ chiaro che a questi ritmi il sistema non è sostenibile e bisogna smettere di parlare di crescita economica, ma cominciare con un piano di decrescita programmata per noi occidentali e redistribuzione delle ricchezze del pianeta in egual misura a tutti gli abitanti del pianeta.
Inoltre il reddito minimo permetterebbe di impedire pericolosi sussulti di rivolta nelle file crescenti dei disoccupati. L’insofferenza dei ceti disagiati e l’aumento dei senza lavoro sono una miscela esplosiva che potrebbero trasformarsi presto non solo in un problema di ordine sociale, ma anche di ordine pubblico.
Non introdurre questa riforma in caso di prolungata crisi economica comporta il pericolo di far convergere lo scontento di massa già preesistente alla grande crisi in atto e la disoccupazione crescente. I tumulti di rivoluzione di un ipotetico “partito dei disperati” potrebbero avere effetti sulla stabilità politica e sociale d’intere nazioni.
DUNQUE REDDITO MINIMO GARANTITO A TUTTI I CITTADINI DISOCCUPATI.
Nella seconda fare del piano bisogna dirottare gli sforzi economici, scientifici e umani alla ricerca di nuove tecnologie per sostituire integralmente l’essere umano nei processi produttivi sia agricoli sia industriali.
L’uomo non è fatto per lavorare; ovviamente al nostro livello primitivo il lavoro è in parte indispensabile altrimenti la società si fermerebbe. Ma bisognerebbe concentrare tutti gli sforzi per far in modo che la più grande forma di schiavitù mai esistita, il lavoro, termini il prima possibile mettendo veramente la tecnologia al servizio dell’uomo.
Se dirottassimo le folli spese militari nel giro di qualche anno avremo la possibilità di automatizzare tutti i processi industriali e potremo porre fine all’obbligo dell’occupazione dei lavoratori.
Nella terza farse si completerebbe la trasformazione della nostra società primitiva, basata sul capitalismo, il profitto e lo schiavismo del lavoro, in una nuova realtà del tempo libero in cui l’essere umano non avrebbe più basse costrizioni materiali ne’dovrebbe impiegare la maggior parte del suo tempo ed energie per sopravvivere a stento.
Un nuovo Mondo in cui l’essere umano può dedicarsi a ciò per cui è fatto: pensare, creare e sbocciare. Una vita meravigliosa in cui ognuno cerca di sviluppare i propri talenti, interessi e passioni senza nessuna bassa preoccupazione materiale.
Infatti, una volta liberi dall’ incombenza del lavoro, la fase finale del piano prevede l’abolizione del denaro stesso che a quel punto non servirebbe più a nulla, essendo tutti i processi industriali e agricoli completamente svolti da robot. Questi robot e macchine produrrebbero semplicemente tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere, cibo, vestiti, case ecc…. E tutto ciò in maniera gratuita poiché i robot non hanno bisogno di soldi…Dunque a quel punto semplicemente il denaro sarà una cosa completamente inutile e scomparirà.
Uscire dalla crisi è possibile ma è necessaria UNA RIVOLUZIONE che l’ottusità mentale di chi ci governa non è in grado nemmeno di immaginare.
Mantenere l’attuale sistema socio-economico marcio e putrefatto è l’unico obiettivo dei “politicanti ritardati” che ci governano e il cui unico scopo è di preservare gelosamente i privilegi e il potere che essi hanno acquisito nel tempo.
I “Politicanti” non sono realmente interessati al bene comune, ma a mantenere la loro poltrona.
Devono mantenere le forme di schiavismo che hanno inventato come il lavoro, il denaro e il debito, moderni strumenti di sottomissione e schiavitù.
Vi mentiranno, come lo fanno da secoli, dicendo che “certe riforme non sono possibili……..” oppure “sarebbe bello ma non è attuabile…….” o “mancano le risorse per una tale riforma……” e altre sciocchezze per impedire un reale cambiamento sociale ed economico.
E mentre per garantire il benessere di tutti i soldi non ci sono mai per gli aumenti dei loro stipendi faraonici si trovano sempre, così come li si trovano per salvare i “bankster” (banche e compagnia bella….) e per aumentare senza sosta le spese militari.
C’e’ una congiura internazionale Politico-Economica per far sopravvivere l’attuale sistema fallimentare e più si ritardano le riforme e peggio sarà quando il collasso globale avrà luogo. Essi vogliono illuderci che riusciranno a far ripartire la mostruosa macchina dei consumi, della crescita forsennata e che tutto ritornerà come prima; ma ciò non avverrà, se non per un periodo limitato di tempo, prima di una nuova crisi ancora più devastante.
A noi non interessa di ritornare a fare gli schiavi in fabbrica e a continuare lo scempio dell’ambiente e delle risorse in nome del “dio PIL”; non ci interessa di riprendere a essere dei buoni “consumatori spreconi”, cavie per alimentare questo spaventoso schema in cui siamo solo “carne da macello” fatti per lavorare, comprare, consumare, sprecare ….. in un ciclo infinito in cui alla fine siamo solo vittime del sistema.
Tutto questo deve cambiare e la SPERANZA PER UN FUTURO MIGLIORE, passa necessariamente per il crollo dell’attuale sistema.
I riferimenti della nuova società che andiamo a costruire non saranno più il lavoro, il denaro e il profitto; i nuovi ideali su cui costruire un nuovo Mondo sono libertà da ogni forma di schiavismo, sboccio della propria personalità e uguaglianza sociale.
La crescita economica ha sostituito la crescita filosofica e spirituale e questo deve cambiare.
La cultura dell’avere, del profitto hanno sostituito la cultura dell’essere e ha asservito l’uomo al denaro e ai beni materiali svuotando completamente la dimensione spirituale dell’essere umano. Occorre riequilibrare il tutto rimettendo le cose al loro posto. Noi abbiamo bisogno di avere un po’ di beni e benessere anche materiale, ma ciò non deve essere fatto a scapito del benessere interiore.
Permettetemi ora, per terminare il discorso, uno slogan non forse educato, ma che meglio di altri può esprimere in sintesi il mio sentimento che sto cercando di comunicarvi:
“BASTA AL SISTEMA”.
Con l’augurio che ognuno di noi possa fare del suo meglio per far crollare il Sistema attuale e rovesciare il Regime che attualmente ci governa, o meglio dovrei dire che ci sottomette ai suoi sporchi interessi, vi auguro BUONA RIVOLUZIONE A TUTTI!