Perché mi sono commosso con la missione Cassini-Huygens

Diverse agenzie spaziali, inclusa quella italiana di nome ASI, hanno lanciato la missione nel lontano 1997, con lo scopo di raccogliere diverse tipologie di dati dal sistema di Saturno. Fra i vari risultati, Huygens ha permesso di scoprire un satellite con montagne, fiumi di idrocarburi e criovulcani. Cassini ha permesso la rilevazione di sorgenti idrotermali nell’oceano di ghiaccio della luna Encelado, elementi che vengono reputati fondanti per supportare la vita.

La missione, costata circa 3,26 miliardi di $, ha offerto un altro posto dove cercare vita al di fuori della terra, a causa delle sorgenti idrotermali che offrono speranze.

Rappresentazione artistica di Encelado dove viene mostrato l’oceano di ghiaccio, acqua liquida sul fondo e lo sorgenti idrotermali. Cassini ha potuto individuarle grazie agli spruzzi diretti verso lo spazio. Foto di proprietà della NASA

Al di là delle continue novità con gli esopianeti, che comunque richiederanno ulteriori analisi da parte del telescopio spaziale James Webb, avviare missioni per scoprire tracce di vita all’interno di questo sistema solare rappresenta il metodo più economico, rapido, rispetto al viaggiare al sistema solare più vicino che mostra indizi simili.

Un nuovo impulso per la ricerca dell’eso-vita

Per vita al di fuori della terra, di solito si intendono batteri. Non ci si aspetta di trovare organismi più complessi, per ora. Al momento esistono più di 8 candidati nel sistema solare Sol, ma fra questi solo Marte e Venere rappresentano quelli più vicini ed economici, con una prima analisi. Personalmente mi focalizzerei su Venere ed Encelado solo perché Elon Musk non mi piace granché.
Penso che scoperte di questo tipo fornirebbero degli spunti e metodologie sul come approcciarsi a tipi di vita via via più complesse, fino ad arrivare a qualcosa di leggermente simile a noi (in difetto o in eccesso, in termini tecnologici). Però rimetterebbero in discussione diverse religioni.

Collegamento energetico

L’esplorazione spaziale ha dato inizio a varie tecnologie e miglioramenti, tipo pannelli solari, plastiche, batterie, metalli, ceramiche, etc. Nel caso di sonde con una certa percorrenza, tipo il programma Voyager, gli ingegneri hanno deciso di implementare generatori di un certo tipo piuttosto che pannelli solari, sia perché la loro efficienza decresce proporzionalmente con la distanza dal sole, sia perché maggiore risulta l’area che occupano, maggiore risulta la superficie esposta a micrometeoriti, un altro ostacolo per l’affidabilità. Nel caso della missione C-H, hanno deciso di utilizzare generatori termoelettrici a radioisotopi, detti anche RTG.

Un RTG depositato dagli astronauti della missione Apollo 14. Fonte

Serie di RTG che alimentano una sonda a propulsione ionica, su Kerbal Space Program. Fonte

Gli RTG di C-H contenevano plutonio-238, una variante più pesante del plutonio che non risulta fissile (ossia utilizzabile nelle centrali nucleari) ma radioattiva. Questa radioattività produce calore che viene convertito in energia elettrica grazie ad un convertitore. Ogni grammo di Pu-238 produce 0.568 W per svariati decenni. Però gli RTG hanno una certa efficienza nel convertire quel calore in energia.

Conclusioni

Reputo la missione un trionfo di vari aspetti dell’ingegno umano che, con pochi miliardi di $ spalmati in decenni, ha saputo ancora una volta fornire uno stimolo per sognare, stupirci, scegliere dei percorsi di studi, etc. Come coreografia di questo trionfo percepito, si aggiungono i fuochi d’artificio prodotti grazie al tuffo finale nell’atmosfera di Saturno, con lo scopo di raccogliere altri dati. Il tuffo ha acceso l’intera sonda e forse nuova fame di conoscenza.

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