Tech-Burger: la carne sintetica è arrivata

Arriva la carne "costruita" in laboratorio.

L'aspetto e la consistenza sono gli stessi di un hamburger o una polpetta, sia da crudo che da cotto. E chi ha avuto l'occasione di assaggiarli, assicura di non aver percepito differenze: il sapore è lo stesso.

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"È più sicura, più sostenibile e destinata ad essere più economica di quella originale"

assicura David Kay, responsabile della sostenibilità di Memphis Meats, start-up della Silicon Valley specializzata nella realizzazione di carne artificiale, sintetica.

L'idea di coltivare carne non è nuova, visto che già nel 2002 la NASA aveva condotto alcuni esperimenti e già anche Winston Churchill aveva profetizzato il suo avvento, sostenendo che, una volta sviluppato un metodo adatto, sarebbe stato assurdo allevare un intero pollo per mangiarne solamente il petto o l'ala.

Dopotutto la domanda di carne nel modo sta crescendo rapidamente e il modo tradizionale in cui viene prodotta lancia sfide all'ambiente e alla sopravvivenza stessa dell'essere umano.

Allevare significa infatti riempire gli animali di nutrimento per farli ingrassare, sfruttare molto suolo e acqua, oltre al fatto di produrre molto metano specialmente allevando bovini (il metano è uno dei più potenti gas serra), che contribuiscono all'inquinamento.

Parla David Kay:

"Partiamo da cellule di alta qualità di bestiame. Determiniamo le più capaci a riprodursi da sole e garantire la migliore consistenza e aroma. Le alimentiamo con gli stessi nutrienti che gli animali mangiano normalmente, lasciamo che le cellule crescano finché non sono pronte per essere raccolte, preparare e consumate. In tutto occorrono dalle tre alle quattro settimane a seconda del taglio."

Occorre ricordare inoltre che l'impronta ambientale rispetto all'allevamento è assai ridotta.

Il procedimento richiedere il 90% in meno di acqua rispetto al modello tradizionale, oltre che di suolo e di emissioni.

In più anche la sicurezza sarà più elevata, poiché la carne non entrerà mai in contatto con batteria tipici delle feci e dell'intestino, con cui la carne tradizionale può entrare in contatto durante il macello.

Per ora il suo costo è ancora superiore a quello della carne da allevamento, ma si prevede che diminuirà in seguito alla produzione in scala, mentre per la sua commercializzazione ufficiale si sta attendendo il via libera dell'autorità sanitaria americana.

E se così fosse nemmeno i vegani potranno più avere problemi etici sulla carne e potranno tornare ad assaporarla in tutto e per tutto.