Per le notifiche delle cartelle arriva la proroga fino al 31 gennaio. E’ questa la momentanea scelta, tra le ipotesi al vaglio, decisa dal Consiglio dei ministri nella seduta notturna 14 gennaio 2021, per far fronte al previsto invio, dal 18 gennaio, da parte degli uffici della riscossione di cartelle ed altri atti sospesi l’8 marzo 2020.
Intanto è fervida l’attività intorno al nuovo decreto Ristori, il n. 5, e al conseguente innalzamento del deficit italiano.
Rinvio della notifica delle cartelle. Tutto fermo fino al 31 gennaio
Nello specifico, il nuovo decreto-legge approvato differisce dal 31 dicembre 2020 al 31 gennaio 2021 i termini previsti per la notifica degli atti di accertamento, di contestazione, di irrogazione delle sanzioni, di recupero dei crediti di imposta, di liquidazione e di rettifica e liquidazione, nonché degli altri atti tributari di cui all’articolo 157 del DL n. 34/2020.
Fissato al 31 gennaio 2021, dal precedente 31 dicembre 2020, anche il termine finale di scadenza dei versamenti, derivanti da cartelle di pagamento, nonché dagli avvisi esecutivi previsti dalla legge, relativi alle entrate tributarie e non, sospesi dall’articolo 68, comma 1, del DL n. 18/2020.
Tale sospensione opera senza soluzione di continuità dal 21 febbraio 2020 per i soggetti residenti nella prima “zona rossa” e dall’8 marzo 2020 per tutti gli altri fino alla data del 31 gennaio 2021.
Tale soluzione, si è detto, è un intervento-ponte: l’intenzione è di varare, forse nello stesso Decreto Ristori 5, una serie di misure per scaglionare in un tempo molto più lungo gli invii degli atti. All’ipotesi c’è anche una nuova rottamazione e un nuovo saldo e stralcio.
Rinvio imposta servizi digitali - Il nuovo decreto legge, inoltre, in sede di prima applicazione, dispone il rinvio del termine per i versamenti relativi all’imposta sui servizi digitali per il 2020 dal 16 febbraio al 16 marzo 2021 e il rinvio del termine per la presentazione della relativa dichiarazione dal 31 marzo al 30 aprile 2021.
Decreto Ristori 5: i settori coinvolti
Stante tutte le problematiche economiche derivanti dal perdurare della pandemia, rientra nelle intenzioni del Governo richiedere al Parlamento l’innalzamento del deficit a 32 miliardi.
Le necessità economiche si alzano giornalmente e buona parte di questi 32 miliardi, oltre al settore fiscale, saranno diretti a concedere nuovi contributi a fondo perduto per le attività colpite dalla crisi, con un meccanismo “perequativo” che dovrebbe misurare le perdite almeno su sei mesi. Ma sono previsti aiuti anche a chi è stato penalizzato dalla prima ondata di contributi.
Circa 5 miliardi sarebbero destinati al settore lavoro, dove è necessario rifinanziare la Cig Covid e le indennità per i lavoratori stagionali di turismo e sport.
1,2 miliardi andranno ad aumentare i fondi per il reddito di cittadinanza e 4 miliardi alla sanità, di cui 1,5 dedicati all’acquisto dei vaccini anti-Covid.
Autore: Cinzia Pichirallo
Saluti
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