Il basa e la musica cap 14

in hive-119845 •  4 years ago 

Capitolo 14

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Come ricordavo anche nel capitolo precedente, il periodo passato intorno con l'album, fu le più divertenti musicalmente parlando, della mia vita, a ripensarci adesso, mi viene ancora da ridere, ricordo sempre a tutti, che mi dissocio dal mio io di quegli anni, prenderei a schiaffi il ventenne superbo che ero, perché poco c'era da essere superbo.

Se qualcuno vedeva i miei errori, era lui a non capire un cazzo.

' guarda che il brano che hai scritto non sta in piedi '.

' ah, ok... E tu chi cazzo sei? '

Poi i miei compagni mi facevano notare

' Roby la gente va ascoltata '.

' si certo... ma non quelli che non capiscono una cazzo... portatemi subito uno che mi venera! '.

Non erano tutti come mia mamma che quando mi sentiva fare le scale per esercizio con la chitarra veniva in cameretta e mi diceva

' bella canzone... l'hai scritta tu? '

Come mi faceva incazzare in quel periodo, complici gli ormoni da giovane e tutto il resto, ma la vita mi restituirà le mie urla direttamente dalla bocca adolescente di mia figlia che tra qualche anno me la farà pagare restituendo un equilibrio giusto nell'universo.



Ero troppo sicuro di me e di quello che suonavamo.

Quando riuscivo ad avere un contatto con una casa discografica, mi meravigliavo se dopo due o tre giorni non mi chiamava nessuno per propormi un contratto, l'unica spiegazione plausibile era che avevo scritto male il numero di telefono sul cd.

L'unica spiegazione possibile.



In realtà cominciavamo a fare qualche live e qualche sostenitore iniziava ad arrivare.

Erano amici ovviamente, ma se sei veramente un cane, la seconda volta non vengono più nemmeno quelli a vederti.



Nella nostra incoscienza comunque un po di casino lo facevamo.



In quel periodo ho iniziato a fare i tuffi a pesce sul palco, qualsiasi cosa andava bene pur di far casino.

Ovviamente la musica passava in secondo piano.

Era il periodo dei concorsi musicali nei locali di Milano.

Quando andava bene suonavi gratis, ma spesso toccava pure pagare la tassa di iscrizione.

N.B. avviso a tutti i musicisti.

NON SI PAGA PER SUONARE!



Non fatevi inculcare, come noi lo abbiamo preso nel culo in quegli anni, non tanto, ma comunque una puntina nel sedere ci è arrivata.



Abbiamo suonato in lungo e in largo senza mai vedere una lira.

Era un bagno di sangue partecipare a quei concorsi, non venivi pagato, non ti pagavano la cena, dovevi sbatterti a portare gli amici.

Eh si... più amici portavi, più probabilità avevi di  passare il turno, perché votava il pubblico.

Fa da se il conto.

I tuoi amici contro gli amici degli altri, che fregatura.

Eravamo giovani e queste cose non le capivamo, a noi bastava il palcoscenico.

In alcuni concorsi, facevano comprare i biglietti di ingresso agli amici e li facevano vendere direttamente ai gruppi.

Ti davano un carnet e tu come uno stronzo andavi in giro a cercare i papabili sostenitori della tua band.

Vieni a vedermi suonare?

Si ok... mi devi 11 euro.

Che schifo.

La sera stessa del concerto ti presentavi coi contanti per fare i conti col tizio responsabile del concorso il quale, se eri arrivato a mani vuote o con pochi biglietti ti faceva pure la menata.

' eh, dovevi impegnarti un po di più... se non credi tu nel tuo gruppo allora non ci credono neanche gli altri '.

Adesso gli ribalterei il tavolino e giù di schiaffi a due a due finché non diventano dispari.



Ricordo una sera, stavamo partendo da San Giuliano milanese per andare in centro a suonare, eravamo con due macchine ed avevamo appena fatto il conto ( che schifo ) dei soldi raccolti con le prevendite.

Al semaforo, il primo che abbiamo preso, ci si affianca un signore e ci dice che abbiamo qualcosa sul tettuccio dell'auto.



Era la busta con dentro tutti i soldi.

Più di 1000 euro in contanti stavano per volare vi col vento.



Avete capito?

Per suonare quella sera gratis, avevamo raccolto più di 1000 euro.

Con 1000 euro affitti un teatro, il fonico, l'impianto e ci fai su pure il guadagno.

Che stronzi che eravamo...

Non si paga per suonare.

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