Qualvhe tempo fa ho collaborato alla stesura di questo interessante articolo pubblicato su medium facendo un breve intervento. Date un occhiata ed asprimete un opinione se vi và
Gruppi facebook, siti di informazione, blog e forum, spazi per community di appassionati e nerd che animano disparate discussioni “hot” del momento: gli “analisti” del prezzo che postano grafici e analisi vettoriali per capire come e quando si uscirà dal dump, i fanboy di quel progetto o di quell’altro che vantano le maggiori tx/s del loro “gioiello”, gli hodler che sognano la lambo e tutti quegl’altri che sono sia pubblico che parte attiva di questa bolgia di sapere incontrollato.
Tantissimi argomenti vengono passati in rassegna, ma probabilmente uno dei meno discussi è proprio quello dell’adozione di massa, bistrattato e sottovalutato forse perchè non appartiene a questo caotico presente.
“A purely peer-to-peer version of electronic cash would allow online payments to be sent directly from one party to another without going through a financial institution.”
si legge nell’incipit del white paper di Nakamoto: ma allora è una moneta? Eureka! E qual è la caratteristica intrinseca di una moneta se non quella di essere spesa?! E’ stato così sin dalla sua introduzione come mezzo di pagamento alternativo al baratto, ma in questi anni il nostro amato “oro digitale” ci ha abituato a ben altro.
Bitcoin ci dà una serie di dati sulla sua blockchain grazie ai quali possiamo evincere “quanto” questa valuta digitale sia scambiata nei mercati:
queste cifre sono molto positive, sopratutto in un momento storico molto ribassista come quello attuale (nel momento in cui scrivo Bitcoin viene scambiato a 3,571$); ma qualche conto non torna non trovate?! nonostante gli scambi aumentino di anno in anno la sua adozione non segue parallelamente questa curva, analizziamo un pò la situazione:
In Italia Bitcoin viene accettato da poche realtà individuali, al momento infatti nessuna grossa catena ha all’interno dei suoi pagamenti una voce “criptovalute”, ed anche quelle piccole realtà individuali vanno via via abbandonando questo metodo di pagamento: mi è capitato di “convertire” io stesso qualche amico e la sua attività al mondo delle criptovalute, per chi se lo stesse chiedendo non è stato fatto così a caso con metodi home-made, mi è stata data la possibilità di entrare in un team-develop che ha sviluppato un gateway di pagamento Bitcoin molto semplice ed assolutamente gratuito, due qualità che a mio avviso possono favorire l’adozione in un mondo dove i metodi di pagamento risultano oltremodo ostici nell’utilizzo, nell’installazione ma sopratutto onerosi nei costi dei canoni mensili o del noleggio hardware; qualcuno si ostina a voler replicare tale modus operandi anche nell’ambito criptovalute: ma siamo sicuri che sia il modo giusto per convincere degli esercenti ad accettare una moneta posseduta solo da una ristretta cerchia di nerd?
Una delle serate divulgative in cui ho parlato di Bitcoin con nuovi “adopters”
Ho cercato in quest’ultimo anno di avvalermi non solo del mezzo (il gateway di cui sopra) ma anche di mettere in contatto la domanda con l’offerta tramite la creazione di una community locale che potesse essere luogo di scambio di opinioni, aggregazione e sopratutto di fiducia. Tutto questo lo sto scrivendo per spiegare bene che non sono un critico dietro una tastiera, ma uno che ci ha provato, e ci sta provando perchè ha sempre creduto in Bitcoin, innamorato di una tecnologia che potrebbe cambiare il mondo e che in parte sta cambiando la mia vita.
Eppure qualcosa non va: il gateway è semplice, ma come se non bastasse sul mercato ce ne sono altri, gratis e non, ognuno con diverse funzionalità, per tutti i tipi di esigenze. Le transizioni giornaliere crescono, i media ne parlano sempre di più, gli amici mi chiamano per sapere come avere la lambo, l’hype è alle stelle ma….ma gli esercenti abbandonano: Berlino era dipinta come la città bitcoin-friendly d’Europa, ed è così che, armato di tante belle aspettative sono partito a inizi del 2018 alla volta del terra teutonica, pronto con il mio wallet e la mia crypto-map per mettere alla prova questa community di esercenti che tanto viene venerata online, scoprendo però mio malgrado che il 70% locali indicati a Berlino corrispondente al numero massimo che sono riuscito a visitare, avevano abbandonato l’adozione perchè nessuno più si presentava a spendere satoshi, i clienti preferivano spendere fiat. Quel 70% rappresenta in ogni modo il 100% del mio test, nessun esercente utilizzava più Bitcoin. La stessa cosa è poi capitata poi al mio progetto di evangelizzazione nel mio piccolo paese e alla mia community. Tutto è andato in una stasi soporifera, un letargo forse inevitabile.
Ma dove sta il problema?
Andiamo per logica: se l’offerta è pronta a ricevere, allora il problema sta nella domanda. Che tipo di individuo è il bitcoiner medio? A mio avviso sta tutta qua la risposta, nell’analizzare la psicologia dell’individuo per capire perchè non spende i suoi coin.
Tolte le piccole differenze e caratterizzazioni tipo, sono più che convinto che l’utente medio di bitcoin si divida in due macro categorie: l’hodler (holder)e lo speculatore, che sono però, se ci riflettiamo, due facce della stessa medaglia: entrambi infatti mirano a “guadagnare”, ad accrescere il proprio patrimonio, con la differenza che uno utilizza il trading per “accorciare” i tempi e convertire in valuta fiat tutti i “gain” accumulati, l’altro invece sa che la gallina è sempre meglio dell’uovo ed ha il poster della Huracan nella cantina dove vive ancora coi genitori.
Ormai è palese, chi ha bitcoin non vuole spenderli, non vuole separarsene, persino io in quel viaggio a Berlino avevo acquistato “nuovi bitcoin” da spendere per non intaccare il tesoretto sapientemente protetto nel mio Ledger: non si trovano forse più guide sui vari wallet e su come proteggere le proprie criptovalute online che esempi di come si possano spendere?! Forse in queste righe ho solo perso del tempo per descrivere me stesso, ma scommetto che se stai leggendo e non ti sei riconosciuto in questa disamina, conoscerai sicuramente qualcuno che incarna le caratteristiche che ho appena descritto.
E’ un ciclo storico e sociale.
La Mass Adoption è un’utopia?
Una moneta è un mezzo di pagamento per l’acquisto di beni e servizi, ma opera a più livelli:
come "); background-size: 1px 1px; background-position: 0px calc(1em + 1px);">unità di contocome strumento di pagamentocome "); background-size: 1px 1px; background-position: 0px calc(1em + 1px);">riserva di valore
applicando questa definizione a Bitcoin ci accorgiamo subito che allo stato attuale esso rappresenti come moneta “solo” una riserva di valore data non tanto dalla sua possibilità come strumento di pagamento ma dal lavoro che è stato profuso per produrla (mining).
Un’adozione di massa prevede che la maggioranza di una comunità accetti una forma di pagamento a discapito di un’altra, e come sappiamo Bitcoin attualmente non gode di tale rilevanza. Nonostante ciò esistono in Italia tantissime realtà che ogni giorno si spendono per divulgare, fare formazione, “evangelizzare” (termine diffuso ma che non condivido) e far accettare questa criptovaluta in sempre più esercenti; sono realtà che credono fortissimamente in questo progetto, e che non vogliono mollare il colpo, sono sempre più comuni e diffuse e cercano costantemente “altri” che sposino la causa, nel sogno che ha avuto nascita 10 anni fa, nella sfiducia ormai diffusa per le banche colpevoli di aver mostrato la loro fallibilità, la loro insicurezza; queste realtà nascono e muoiono, e ne muoiono e nascono altre, una sorta di passaggio di testimone, da qualcuno che ha smesso di sognare a chi ha appena aperto gli occhi ed è carico di aspettative, d'altronde lo stesso Nakamoto si è defilato lasciando il testimone a noi, e riflettendoci a lungo sono arrivato alla conclusione che forse, quest’agognata adozione, dovrà avvenire necessariamente tramite la divulgazione, perchè anche io un giorno potrei smettere di scriverne a riguardo, ma queste righe potrebbero ispirare qualcun altro a parlarne, ed ogni vera rivoluzione da internet allo smartphone è passata da un gruppo di nerd a degli early adopters seguendo i vari stadi dell’adozione: e allora no, non fermiamoci, passiamo il testimone, ma non fermiamo il sapere:
Ogni movimento rivoluzionario è romantico, per definizione.
(Antonio Gramsci)
Voglio, sentitamente e fortissimamente, ringraziare tutti i divulgatori, appassionati e amici qui di seguito che hanno deciso spontaneamente di fornire un loro contributo a questo scritto un pò biografico, un pò fuori dai miei soliti schemi, più informale e colloquiale del solito. I commenti di seguito sono molto importanti e andrebbero considerati nella loro totalità, a mio avviso rappresentato il pensiero medio della comunità attuale, uno spaccato di storia odierna che andrebbe riletto fra molti anni quando l’adozione di massa avrà un suo epilogo, sia esso positivo che negativo, e che renderà questi commenti un vero documento storico.
A tutti voi… GRAZIE.
Danilo
I Pensieri di altri divulgatori e appassionatiIvan Rizzo
cofondatore di STEEM-pool-club
Per quanto mi concerne l’adozione di massa non è un utopia, ma non è nemmeno scontato che prima o poi avvenga; mio malgrado vedo come reale anche la possibilità che l’interesse per questo mercato vada via via scemando e di conseguenza il prezzo delle principali criptovalute possa approssimarsi allo zero. A questo proposito vorrei dire ai miei colleghi appassionati che tentano quasi disperatamene di “diffondere il messaggio”, cercando di mostrare il lato romantico della blockchain, quello che affonda le proprie radici in ideali di libertà e decentralizzazione, che non è questo che attirerà l’interesse delle masse.
Penso oltremodo che il motivo per cui la maggior parte delle persone si sia avvicinata negli ultimi anni sia la possibilità o quanto meno la speranza di un guadagno “facile” veloce ed esponenziale, però questi tre aggettivi messi assieme e riportati in qualsiasi investimento rappresentano l’identikit perfetto di una truffa e questo ovviamente spaventa. L’interesse riuscira a crescere quando i media ricominceranno a parlarne quotidianamente come è successo a fine 2017 quando settimana dopo settimana si era innescata una reazione a catena per cui il prezzo di bitcoin saliva, i media ne parlavano e l’interesse cresceva, questo interesse si trasformava in capitali investiti e quindi il prezzo continuava a salire facendo si che i media ne continuassero a parlare facendo crescere ancora di piu l’interesse fino a quando a fine dicembre chi aveva saputo cavalcare quest’onda ha realizzato guadagni impressionanti e ha deciso di monetizzare riconvertendo i bitcoin in fiat e togliendo quindi capitali facendo scendere il prezzo e innescando una reazione inversa a quella precedente, portando interesse e prezzo al valore attale. Ma questo pur essendo lo step piu importante non è l’unico ma bisogna fare i conti con la facilità di utilizzo. Negli ultimi anni sono stati fatti molti passi avanti rispetto alla facilità di utilizzo; gli exchange sono molto piu user friendly di quando non lo fossero prima, ci sono anche carte di debito che accettano criptovalute e ci sono anche dei wallet on line accessibili semplicemente scaricando delle app di cui una delle piu famose è Coinbase.
Nonostante questo la procedura per acquistare e spendere criptovalute è ancora troppo complessa e macchinosa. Quando le criptovalute saranno davvero alla portata di tutti e saranno facili da utilizzare come oggi sono per noi banconota, assegni e carte di credito e se questo momento coinciderà con una nuova reazione a catena simile a quella che ha guidato l’ascesa di bitcoin ai media nel 2017 allora avverrà l’adozione di massa.
Ing. Tommaso Coppola
co-founder Crowdmine.it, membro di Cultura Digitale e volontario esperto progetto BC-Napoli
Per un anno o poco più abbiamo assistito ad una delle più grandi speculazioni della storia finanziaria; il tutto è iniziato con la scoperta da parte delle grandi major finanziare di un potenziale enorme, immagazzinato in nuovi assets: le cryptovalute, ed in particolare in bitcoin. L’innesco speculativo è iniziato a metà settembre 2017, quando il valore di bitcoin ha iniziato una bull run ovvero un aumento inarrestabile del suo valore di mercato, da circa 3.000,00€ fino ad arrivare, alla metà di dicembre, al valore di circa 16.000,00€, per poi ritornare agli attuali valori di circa 3.180,00€. Questo manovra finanziaria, coadiuvata da una divulgazione mediatica che ne esaltava il fenomeno, ha spinto la massa all’acquisto di bitcoin facendone lievitare ancora di più il valore, fino al punto in cui chi consapevolmente ha comprato bitcoin prima dell’innesco speculativo ne ha provocato il crollo effettuando delle massicce vendite ed incassando così i relativi guadagni. Male!: tale fenomeno che ha coinvolto numerose persone che ancora oggi ne divulgano l’esperienza negativa ed in aggiunta la conseguente implicita denigrazione dei mass media, hanno bollato bitcoin e le cryptovalute con il marchio “scam” (truffa), dunque affinchè avvenga la tanto sperata adozione di massa sarà necessario in primis attendere che tale marchio sbiadisca con il tempo e poi che non si ripresentino più tali fenomeni speculativi. In totale controtendenza si è molto più diffusa la tecnologia alla base delle cryptovalute, la blockchain, il complesso sistema tecnologico, realizzato per la prima volta dal fantomatico Satoshi Nakamoto, che rende le transazioni (nel caso specifico, di valuta digitale bitcoin) sicure, decentralizzate e trasparenti, e che rappresenta il futuro e presto costituirà il modo più economico ed efficiente per condividere le informazioni tra reti aperte e private. Moltissime aziende tecnologiche stanno valutando l’utilizzo di tale tecnologia per risparmiare tempo e costi di amministrazione: progetti pilota possono essere già riscontrati in vari settori come la logistica (vedi progetto Maersk in partnership con IBM), l’assistenza sanitaria (vedi progetto HEALTHCARE di Reply) e altri molteplici esempi concreti. Purtroppo anche in tal caso stiamo assistendo ad un fenomeno speculativo, poiché la divulgazione di tale tecnologia non sta avvenendo in modo corretto; molto spesso capita di ascoltare ed incontrare persone che si ergono ad esperti in materia e che si propongono come consulenti o si spacciano per tali, senza avere una adeguata formazione che li aiuterebbe a capire tutti gli aspetti della tecnologia informatica che si sta cercando di divulgare. Questo scempio atteggiamento porterà alla realizzazione di numerosi progetti, che sarebbe più corretto realizzare con i già conosciuti strumenti IT piuttosto che con la tecnologia blockchain, a discapito delle aziende che hanno creduto negli “azzeccagarbugli” di turno. Ma non ci preoccupiamo più di tanto, la storia ci insegna che l’alba di ogni innovazione tecnologica è stata oggetto di speculazione e che, al tendere, questi impulsi determinati dalla fase transitoria iniziale verranno spazzati via dalla successiva fase di stazionarietà e di regime, fino a quando l’ecosistema delle cryptovalute raggiungerà la sua migliore fitness.
Simone Monetti
co-founder Chainblock.it
Bitcoin è una rivoluzione, e in quanto rivoluzione prevede un cambiamento senza punto di ritorno. Ciò che ha avuto modo di creare e di mettere in discussione in questi anni è incredibile, a partire dal ruolo centrale delle banche nella stampa e nella custodia del valore degli esseri umani. Mettere in discussione certe tematiche significa mettere in discussione le fondamenta della nostra economia. La strada per l’adozione di massa a mio parere è lunga e tortuosa ma al tempo stesso brutale ed immediata. Basti pensare a quanto successo nel Venezuela in seguito alla recente crisi economica: per comprare il pane è stato necessario acquistare e pagare con Bitcoin. C’è una netta differenza tra il ricorrere a Bitcoin per mangiare e l’acquistare caffè o gadget in un Paese del G8: il bisogno di farlo. Se oggi ti svegli e non senti il bisogno di dover pagare (o accettare pagamenti) con Bitcoin , questo può significare semplicemente che tu e/o il Paese in cui vivi non siete pronti per farlo.Non per questo un domani non ne avrai bisogno: la tecnologia prevede sempre un impatto iniziale su una cerchia di early adopters e una scia di utilizzatori successivi che subentrano per scelta o per pura necessità. A mio parere Bitcoin non è una rivoluzione gentile, non chiede permesso e non ha niente da dimostrare: è qui per restare.
Stefano Paravani
Content Maker di Bitcoin & Blockchain per HackTricks
La mia visione sulla mass adoption di Bitcoin è che in termini brevi resta ancora utopia (anche dopo 10 anni dalla sua nascita), la massa non è pronta e forse nemmeno noi che ne stiamo parlando qui e nemmeno molti suoi fan.
In questi ultimi anni Bitcoin ha avuto molta pubblicità e divulgazione rispetto agli esordi (sia seria che a scopo di scam e marketing), oggi in molti conoscono la parola Bitcoin, ma realmente ha preso vita nella mente dei più solo a scopo speculativo; a ciò hanno contribuito tutti i trader e guru della finanza tradizionale che si sono fiondati nel mondo crypto e che hanno portato l’interesse dei “nuovi” solo sui grafici, dump, pump, code di gatto, orsi e tori. Quindi Bitcoin solo come mezzo per arricchirsi in valuta Fiat, non come sistema rivoluzionario, a parte che in qualche raro caso sporadico di nicchia, nerd, informatici e “appassionati della tecnologia” sottostante.
Il pensiero comune è sempre solo quello di “vendere alto” e “comprare basso” sperando alla futura “lambo” o “alla pensione”. E la mia domanda è, ma se tutti pensano a “vendere alto e comprare basso” perchè mai una qualsiasi crypto dovrebbe avere un futuro roseo ? La mia risposta in merito è che semplicemente non siamo ancora pronti mentalmente e né Bitcoin è ancora alla portata di tutti, quindi potrà anche non avere mai vita per come lo conosciamo oggi o non avere mai una mass adoption.
È troppo difficile da capire e da usare? Da capire sicuramente, perché anche chi lo studia da anni afferma che ancora non l’ha capito del tutto in tutti i suoi aspetti. Ma questo non dovrebbe essere un problema grosso per la sua diffusione, perché quante persone ad oggi conoscono realmente il sistema monetario delle valute Fiat ? Quanti conoscono il funzionamento di un motore di un auto? Pochi, eppure tutti usano euro e quasi tutti portano l’auto. Quindi a mio avviso la difficoltà di comprensione di Bitcoin in termini tecnici è un problema marginale, mentre nonostante i progressi in tal senso è ancora un problema fondamentale la sua difficoltà di utilizzo e di conservazione per chi ha poche conoscenze informatiche, oltre al problema della sua alta volatilità e la mancanza di intermediari a cui dà sempre si affidano le persone.
Per cui una maggiore adozione ci potrà essere solo con ulteriori semplificazioni per l’utilizzatore finale, con un aumento di divulgazione semplificata (quindi senza troppe spiegazioni fighe ma di difficile comprensione) e almeno per la fase iniziale, con un aumento di intermediari che rendano Bitcoin facile per chi non riuscisse da solo (anche se ciò andrebbe contro la natura stessa di Bitcoin — don’t trust, verify ).
Luca Vallone
Presidente e fondatore di Cultura Digitale
Le Cryptovalute e bitcoin in particolare vengono utilizzate se chi le possiede ha un motivo per farlo (pagamenti di beni o servizi, investimenti, donazioni o risparmio); l’adozione di massa delle crypto è quindi proporzionale alla quantità di motivi (servizi) che la Comunità Crypto riesce ad offrire, tanto più vari saranno i servizi e i beni acquistabili con esse tanto sarà maggiore la potenziale diffusione; allo stato attuale Bitcoin viene visto (in Europa e America sopratutto) come un Asset finanziario, acquistato quindi per motivo prettamente speculativo; è compito della community quello di offrire più servizi possibili che rendano appetibili le crypto a tutti i potenziali utilizzatori. L’alta volatilità, inoltre, rappresenta un deterrente, anche se da un lato avvicina persone interessate all’asset finanziario, dall’altro allontana la massa silenziosa che preferisce comunque valori più stabili che non siano così influenzati da domanda/offerta e che siano usabili e accettati da tutti e non solo da uno sparuto gruppo di pionieri. La volatilità verrà meno lasciando il passo ad un asset finalmente stasbile, solo quando l’adozione di massa sarà avvenuta, e lo sarà solo con la creazione di un sistema economico parallelo o sostitutivo a quello Fiat, tramite presa di coscienza da parte degli utilizzatori del valore delle Crypto rispetto alle valute Fiat, oppure parallelamente, per necessità imposta a causa un forte choc di natura finanziaria (in alto o in basso vedi Venezuela ). Il compito della community Crypto è quindi quello di creare questo sistema economico parallelo o alternativo a quello attuale prima che lo choc avvenga, dando così “motivi” di utilizzo alla platea dei non conoscitori della materia.
Marco Pallini
Bitcoin Enthusiast
La «mass adoption» è un discorso molto complesso: bisogna rendere facile questo strumento che obiettivamente non è alla portata di tutti, almeno per adesso. Saranno i pochi che l’avranno ben compreso a spiegarlo alle nuove generazioni, che non vi avranno speculato come molti, coloro che non sono inquinati da secoli di fiducia verso una terza parte, le banche. Ci vorrà tempo ma sono fiducioso che ciò avverrà in modo naturale come è successo per Internet.
Dr. David Meschino
Early Adopters, Membro di alcuni progetti di mining e di ICO, Divulgatore nella piccola realtà quotidiana.
Mi sono avvicinato in questo settore per caso navigando sul web, nei primi mesi del 2015. Cominciai ad informarmi leggendo forum che trattavano l’argomento (ben pochi all’epoca), confrontandomi e circondandomi di personaggi (sempre nel web) che come me volevano capire meglio dove si poteva “andare” con questa nuova tecnologia. Rimasi subito affascinato di come un anonimo e fantomatico Satoshi Nakamoto sia riuscito a trovare la “formula magica” per cambiare il mondo, ma nel contempo capìi che era un settore molto ostico e dalla difficile comprensione (vista la mia formazione non prettamente informatica, ma comunque da gran appassionato). Ci volle circa un anno e mezzo per osservare/studiare i fenomeni e per confermare che il mistico Nakamoto aveva trovato la giusta equazione per risolvere tanti problemi nel nostro mondo odierno: Fu allora che decisi di comprare le mie prime frazioni di Bitcoin.
Inizialmente, seguendo la piccola nicchia di Holder, cominciai ad accantonare sempre più moneta, ma nel tempo capì che era necessario esplorare anche i tanti concorrenti (Eth, Ltc, Xrp, Ebc ecc…) ed iniziai a far parte di altri progetti, sempre basati sulla Blockchain, ma che a mio avviso potevano dare ancora più contributo alla nascita e alla rivoluzione della nostra vita.
Si Bitcoin è una vera e propria RIVOLUZIONE ed è il CARDINE PRINCIPALE di questo cambiamento.
“È strano come un semplice strumento possa essere in grado di creare così scompiglio”, questo era il mio pensiero ogni giorno che passava, ed ogni giorno che passava mi ripetevo che forse potevo essere uno tra i primi che poteva dire di esserci entrato nel momento giusto, nel momento in cui tante certezze erano svanite, e che sperava in una vera rivoluzione. L’adozione di massa, a mio avviso, non è assolutamente un’utopia, in quanto tutte le rivoluzioni passate che si sono poi successivamente assestate nel nostro ambiente, ci hanno messo del tempo, molto tempo (vedi Internet, le prime mail, i cellulari, ecc…). Per quanto riguarda il processo mediatico che sta subendo “Bitcoin”, sono sempre stato convinto dell’aforisma di O.Wilde: “NON IMPORTA CHE SE NE PARLI BENE O MALE, L’ IMPORTANTE È CHE SE NE PARLI”.
Alessandro Loprieno
Responsabile Puglia Comaan
La nuova tecnologia trova nell’uso comune una spessa barriera fatta di giudizi e pregiudizi che si basano sul nulla. Qualcuno disse ad Henry Ford che l’automobile non sarebbe stata utile visto che avevano i cavalli. Qualcuno disse a Steve Jobs che il suo IPhone non avrebbe mai funzionato perché i primi utilizzatori ovvero gli imprenditori si sarebbero rifiutati di utilizzare uno strumento dove non ci sono i tasti e mandare mail sarebbe stato complicato. Dopo che l’Iphone é diventato uno dei devices più venduti della storia nonostante il suo alto prezzo di mercato, anche chi non possiede oggi un Iphone non disdegna averne uno. È figo.
Bitcoin e crypto…parliamone… tecnologicamente una rivoluzione. Esiste troppa speculazione attorno queste due parole, non solo una speculazione finanziaria o meglio “fin-tech”, ma anche una bolla speculativa mediatica che come tutte le cose belle, bisogna per forza drogarle di giudizi, costruendo attorno a tutto ciò una serie di psycho-business deleteri che sicuramente non aiutano ad arrivare all’obiettivo principale di una innovazione senza precedenti: la MASS ADOPTION. Per questo chi oggi ha almeno una volta sentito la parola Bitcoin, blockchain e criptovalute, può esserne spaventato visto il terrore mediatico che gira attorno a questo argomento, semplicemente stupendo nella sue essenza: poter avere il pieno controllo delle proprie finanze senza delegare a terzi intermediari la detenzione dei propri fondi. Difficile esaurire il discorso sulla mass-ADOPTION in quanto oggi viviamo in un mondo davvero variegato e addirittura esiste chi si rifiuta all’uso dei social network e degli smartphone. Nel momento in cui si sarà stabilita una tranquillità dove sarà possibile ai professionisti del settore educare serenamente le persone interessate all’uso di questa tecnologia senza proporre investimenti improbabili in “stink0coin”,la mass-adoption sarà più vicina.
Marco Crotta
Divulgatore, formatore, dev, e caffeinomane @Blockchain Caffe
La mass adoption delle criptovalute è una previsione molto facile da fare. Si, ci sarà. Ma a parte questo dato che possiamo dare quasi per certo ci sono molti altri fattori complessi che restano da affrontare. Come? Quando? E soprattutto cosa?
Nel giro di pochi anni le nostre vite saranno cashless, per una lunga serie di ragioni note (comodità, velocità, controllo). I pagamenti con carte di ogni tipo, app sul telefonino, canali di pagamento sono già presenti e si faranno strada in modo analogo a quando i dvd detronizzarono il vhs, rivisto poi quando lo streaming on demand soppianto’ ogni altro media basato su supporto. Anche il denaro nel giro di poco si muoverà in assenza di un supporto ad esso dedicato come già accaduto per musica e film.
Ma quale tipo di moneta avremo? La scelta probabilmente sarà tra una moneta fiat travestita da digitale, monete dedicate a specifici servizi (AmazonCoin, FaceBookCoin, AppleCoin) oppure le criptovalute libere. Non mi sorprenderebbe affatto vedere un periodo di feroci battaglie tra queste diverse economie, gestite soprattutto a livello politico e legale. Anche questo tipo di attriti durante i cambiamenti epocali portati dalle tecnologie è un film che abbiamo visto in diverse salse e remake, ma la trama è sempre stata simile: alla fine le norme e le regole perdono sempre davanti alla pressione dell’utilizzo da parte della maggior parte delle persone. La battaglia sta quindi tutta nell’influenzare la domanda dell’utenza.
Da una parte le non-cryptomonete di stato e altre iniziative istituzionali o di marketing che ci spingeranno al cashless ci faranno gioco: la dematerializzazione è una tendenza che fa comodo
anche a bitcoin e le altre cripto (quelle vere). Oltre a questo la blockchain verrà sdoganata al pubblico (anche qui quelle vere, si spera). Quindi le casalinghe di voghera (esseri mitologici, cartine di Tornasole della nostra società) saranno abituate a non avere più un portafogli dove tenere il contante.
Questa sarà però solo una piccola variazione delle abitudini quotidiane che impallidisce davanti alla più grande epocale rivoluzione dell’avere denaro libero, che davvero appartiene a chi lo possiede, lontano dal controllo degli Stati e delle banche.
La speranza è che sempre più persone scelgano la via delle cryptovalute libere e decentralizzate. Credo, come molti altri, che sia una sorta di strada in discesa e a senso unico: è molto difficile che chi ha capito la potenza di queste monete torni poi sui suoi passi per tornare a sistemi diversi se non sotto costrizione.
Quindi succederà. Bitcoin sarà usato, sarà nella vita di tutti i giorni. Probabilmente
un bitcoin 3.12, una versione migliorata rispetto all’attuale, con features che
ancora non immaginiamoe resa stabile da una adozione via via crescente. E vivrà affiancato da altre monete, avremo quindi wallet multicurrency da cui attingeremo selezionando di volta in volta cosa pagare e come e come farci pagare. Cambieremo radicalmente il modo di pensare ai soldi e questo avrà un impatto enorme nelle nostre vite e in quelle delle generazioni future.
Siamo fortunati a vivere in questo periodo perchè saremo testimoni di un cambiamento netto che resterà evidente nei libri di storia. Non c’è quindi valido motivo per non fare parte di questo cambiamento e contribuire a realizzarlo.
Bitcoiners di tutto il mondo, unitevi !
Dan Rusnac
Web, UX and Blockchain developer and consultant at C O R P 13 7
Interessante lettura.
Non mi trovo d’accordo con te però su un paio di cose.
Innanzitutto secondo me oltre al Bitcoiner medio (hodler e speculatore) ci sono tutti quelli che sono veramente dentro questo mondo e che lo costruiscono e ci vivono con le crypto. Non lo fanno né per hodlare né per speculare, semplicemente vengono pagati in crypto, lavorano in ambiti crypto e gli piace l’ideologia e tutto quello che sta dietro. Tu mi dirai giustamente che é un numero basso rispetto ai Bitcoiner medi, e hai ragione, ma sono questi i numeri che contano secondo me, perchè queste persone stanno creando i nuovi standard e un ecosistema tutto nuovo all’interno del quale puoi sopravvivere con le crypto.
Tutta questa generazione di persone che ricevono stipendi in crypto sta venendo fuori, é un modo di vivere.
Devi guardare loro come spendono i soldi, non quelli che parlano sui gruppi crypto e che sperano nel pump.
La seconda cosa che secondo me in troppi ancora non stanno capendo é che Bitcoin é prima di tutto la moneta di INTERNET. É qui che deve nascere l’adozione ed é qui che si vedrà l’adozione veramente di massa. Online già ci puoi comprare tantissime cose con Bitcoin ed é lì che si gioca la partita. Quando su tutti i siti avrai la possibilità di pagare in Bitcoin non ti fregherà nulla di sapere se al bar quel caffè lo devi pagare in euro.
Se aspetti di vedere accettato il Bitcoin su tutti i negozi allora te ne serviranno altre due di vite forse per vederlo succedere. Ma su internet, ecco io li l’adozione di massa la sto vedendo: sempre più spesso vedo il simbolo di Bitcoin accanto ad altre modalità di pagamento sui vari siti, siamo sulla giusta strada.
p.s: per “comprare online” non intendo solo comprare oggetti fisici ma soprattutto comprare servizi.
Thanks to Simone Monetti.