๐ฎ๐น
Un discreto numero di anni fa lessi un libro che parlava di Cuba, uno dei tanti che mi e' capitato fra le mani.
โA Est dell'Avanaโ di Roberto Goracci con prefazione di Luca Barbarossa.
Goracci faceva lo skipper a Guardalavaca, provincia di Holguin,
probabilmente per una compagnia privata, fino a quando gli organi
competenti in materia decisero di non avere piu' bisogno di lui, uno straniero, per mettere al suo posto dei cubani.
In quel libro, dove si raccontava lo stile di vita dell'epoca riferito
all'oriente cubano, ricordo un passaggio che mi trovo' e mi trova
assolutamente concorde, anche col passare degli anni.
Se tu vai a Cuba politicamente schierato da una parte torni a casa
ancora piu' schierato di quando eri partito.
Chi visita Cuba con idee di sinistra mettera' in risalto la sanita' e
l'istruzione gratuita, l'assistenza alle puerpere, la libreta ed altre cose che conosciamo bene.
Chi ci mette piede con idee destrose tornera' raccontando di code infinite, questuanti che lo fermavano per strada, poverta', l'immancabile ingegnere che faceva il taxista per vivere e via discorrendo.
Quindi alla fine difficilmente Cuba ti fa cambiare idea.
Personalmente, pur essendo le mie idee politiche piuttosto note, gia' dal primo viaggio ho cercato di rendere il meno stretti possibile i laccioli ideologici.
C'era gia' stata mia madre prima di me per motivi legati alla politica, una in famiglia poteva ampiamente bastare.
Quindi andai a Cuba la prima volta su invito di un italiano residente, italiano barbaramente assassinato un paio di anni fa a Las Tunas.
Era la Cuba, anzi la Las Tunas di inizio secolo, siamo a dicembre del 2000, molte cose sono rimaste come allora ma moltissimo negli anni si e' modificato, ma questo lo sapete anche meglio di me.
Ho notato le disparita' sociali che gia' allora esistevano, anche se
decisamente meno di oggi.
Ero gia' stato nell'est Europa, sapevo benissimo che โl'uomo nuovoโ che il Comunismo avrebbe dovuto creare era una pura utopia, a meno di non essere Pol Pot e di fare fuori chiunque con piu' di 30 anni o che avesse mai aperto un libro.
Quindi andai con la mente aperta, cercando di capire come funzionavano le cose.
Mi imbattei in un popolo fiero, allegro e sorridente, che cercava di
sopravvivere in un paese strangolato dal bloqueo e dall'incapacita' dei suoi governanti, molto lontano dello stress e dalle menate in cui siamo immersi nell'opulento occidente.
Cercai, col denaro in saccoccia, di prendere il meglio, mettendo da
parte le cose che non andavano bene.
Al mio rientro raccontai esattamente le cose come stavano, sia il bello che il brutto senza nascondermi dietro a paraventi ideologici.
Cosa resta oggi nel 2023 di quelle idee?
Molto, non moltissimo.
Tutto il continente o quasi intanto ha virato su posizioni progressiste, Cuba resta una utopia realizzata solo in parte ma che continua il suo cammino.
Le cose si potevano fare meglio?
Sicuramente.
Tornai piu' Comunista o Socialista di quando ero partito?
Non saprei, sicuramente il mio essere di sinistra e' legato al fatto di non lasciare indietro nessuno, di dare ad ognuno in funzione delle proprie capacita', di vivere in una societa' in cui un Gagarin figlio di contadini possa andare nello spazio, che il figlio di un tagliatore di canna da zucchero possa diventare chirurgo.
Questo e' stato realizzato poi
certo....non posso nascondere le
cazzate fatte, le ruberie, le meccaniche.
Ma chi siamo proprio noi
italiani per dare giudizi morali in materia ad altri popoli?
Quindi si, Goracci aveva ragione.
๐ฌ๐ง
HE WAS RIGHT
A fair number of years ago I read a book that spoke of Cuba, one of the many that I came across.
"East of Havana" by Roberto Goracci with a preface by Luca Barbarossa.
Goracci was the skipper in Guardalavaca, province of Holguin,
probably for a private company, until he bodies
experts in the matter decided they no longer needed him, a foreigner, to put Cubans in his place.
In that book, where the lifestyle of the time was reported
in the Cuban east, I remember a passage that found and found me
absolutely agree, even as the years go by.
If you go to Cuba politically aligned with one side you go home
even more deployed than when you left.
Those who visit Cuba with leftist ideas will highlight health care and
free education, assistance to new mothers, libreta and other things that we know well.
Those who set foot there with clever ideas will come back telling of endless queues, beggars who stopped them on the street, poverty, the ever-present engineer who was a taxi driver for a living and so on.
So in the end Cuba hardly makes you change your mind.
Personally, although my political ideas are quite well known, since my first trip I have tried to make the ideological ties as loose as possible.
My mother had already been there before me for reasons related to politics, one in the family could largely suffice.
So I went to Cuba for the first time at the invitation of an Italian resident, an Italian barbarously murdered a couple of years ago in Las Tunas.
It was Cuba, or rather Las Tunas at the beginning of the century, we are in December 2000, many things have remained as they were then but a lot has changed over the years, but you know this even better than me.
I noticed the social disparities that already existed then, even if
definitely less than today.
I had already been to Eastern Europe, I knew very well that the "new man" that Communism was supposed to create was a pure utopia, unless you were Pol Pot and killed anyone over 30 or who had never opened a book.
So I went with an open mind, trying to figure out how things worked.
I came across a proud, cheerful and smiling people, who were trying to
survive in a country strangled by the blockade and the incapacity of its rulers, very far from the stress and bullshit in which we are immersed in the opulent West.
I tried, with the money in my pocket, to get the best, putting from
aside the things that weren't right.
On my return I told things exactly as they were, both the good and the bad without hiding behind ideological screens.
What remains today in 2023 of those ideas?
A lot, not a lot.
The whole continent, or almost in the meantime, has veered towards progressive positions, Cuba remains a utopia only partially realized but which continues on its path.
Could things have been done better?
Surely.
Did I come back more Communist or Socialist than when I left?
I don't know, surely my being on the left is linked to the fact of not leaving anyone behind, of giving to everyone according to their abilities, of living in a society in which a Gagarin, son of peasants, can go into space, which the son of a sugar cane cutter can become a surgeon.
This was done then
Sure....I can't hide the
bullshit done, the robbery, the mechanics.
But who are we?
Italians to give moral judgments on the subject to other peoples?
So yes, Goracci was right.
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