๐ฎ๐น
Nella foto vedete il podio del salto triplo alle recenti olimpiadi di Parigi.
Nessuno spagnolo, portoghese o italiano.
3 cubani.
In un pezzo di qualche giorno fa ho riportato il pensiero di Velasco che sottoscrivo in pieno, se non lo avete letto andate a vederlo.
A Cuba c'e' un sistema Socialista anche nello sport, il ragazzo diventa un atleta, di livello da definire, grazie al fatto che lo stato si sobbarca tutti i costi per farlo diventare tale.
Quanto hanno speso i genitori di Sinner o di Tomba per far diventare il pargolo un campione assoluto?
Quindi mentre il ragazzo si allena ci sono il muratore, l'idraulico e il tagliatore di canna da zucchero che si fanno il culo sotto il sole per permettergli di fare "l'atleta".
Quindi, a mio modesto parere, nel momento in cui arriva un po' di gloria l'atleta qualcosa deve restituire allo stato che lo ha formato.
Del resto anche negli Stati Uniti il governo presta denaro agli studenti universitari, denaro che poi gli studenti, nel frattempo entrati nel mondo del lavoro, devono restituire al governo ratealmente.
Se l'atleta cubano decide di espatriare illegalmente priva lo stato, quindi il popolo, del giusto risarcimento.
Non avete mai letto una parola da parte mia contro chi decide di lasciare il Cuba in cerca di fortuna, atleti compresi (fermo restando il danno allo stato) la situazione del paese e' quella che e', le glorie passate dello sport vivono con una pensione che non e' adeguata al costo della vita, come il resto della popolazione cubana.
Quindi ci sta' che un atleta cerchi di monetizzare il suo talento, lo facciamo tutti in fondo, tutti quelli che hanno un mercato nel proprio lavoro intendo.
Diverso, molto diverso il discorso di cambiare bandiera e gareggiare per un altro paese.
Se hai fatto parte della tua nazionale maggiore, a mio avviso, nessuno dovrebbe permetterti di farlo per un altro paese, puoi fare l'atleta professionista se il tuo sport lo permette, oppure ti rifai una vita facendo altro ma la bandiera non si cambia.
L'atleta cubano che ha vinto un bronzo per l'Italia nell'atletica e' fuggito dal ritiro della sua nazionale in Francia rifugiandosi a casa di un noto triplista italiano oggi allenatore.
L'iter per diventare italiano e' stato brevissimo, questo mentre qualunque povero disgraziato aspetta anni vivendo in clandestinita' o quasi nel nostro paese, a questo si sono aperte tutte le porte.
Credo che faccia gia' parte di un gruppo sportivo militare, quindi ce lo abbiamo tutti sul groppone.
A mio avviso questo non dovrebbe essere permesso, ogni scelta personale ha delle conseguenze, se scegli legittimamente di lasciare il tuo paese allora sai a cosa puoi andare incontro e puoi accettarlo o meno.
Cambiare bandiera e' uno degli atti piu' vili che un atleta possa fare, almeno questo e' il mio pensiero.
๐ฌ๐ง
In the photo you see the triple jump podium at the recent Paris Olympics.
No Spanish, Portuguese or Italian.
3 Cubans.
In an article from a few days ago I reported Velasco's thoughts that I fully agree with, if you haven't read it go and watch it.
In Cuba there is a Socialist system even in sports, the boy becomes an athlete, of a level to be defined, thanks to the fact that the state takes on all the costs to make him one.
How much did Sinner's or Tomba's parents spend to make their child an absolute champion?
So while the boy trains there are the bricklayer, the plumber and the sugar cane cutter who work their asses off under the sun to allow him to be an "athlete".
So, in my humble opinion, when a bit of glory arrives the athlete must give something back to the state that trained him.
Moreover, even in the United States the government lends money to university students, money that the students, who have entered the world of work in the meantime, must pay back to the government in installments.
If the Cuban athlete decides to expatriate illegally, he deprives the state, and therefore the people, of just compensation.
You have never read a word from me against those who decide to leave Cuba in search of fortune, including athletes (without prejudice to the damage to the state) the situation of the country is what it is, the past glories of sport live on a pension that is not adequate to the cost of living, like the rest of the Cuban population.
So it is normal for an athlete to try to monetize his talent, we all do it after all, all those who have a market in their work I mean.
The issue of changing flag and competing for another country is different, very different.
If you were part of your senior national team, in my opinion, no one should allow you to do it for another country, you can be a professional athlete if your sport allows it, or you can rebuild your life doing something else but you don't change your flag.
The Cuban athlete who won a bronze for Italy in athletics escaped from his national team's retreat in France, taking refuge in the home of a well-known Italian triple jumper who is now a coach.
The process to become Italian was very short, this while any poor wretch waits years living in clandestinity or almost in our country, all doors have opened to this one.
I believe he is already part of a military sports group, so we all have it on our backs.
In my opinion this should not be allowed, every personal choice has consequences, if you legitimately choose to leave your country then you know what you can face and you can accept it or not.
Changing flag is one of the most vile acts an athlete can do, at least that's my opinion.
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