Il ciclista e la brasiliana 🇮🇹🇬🇧

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Ogni tanto mi capita di imbattermi in notizie che attirano la mia attenzione.
Il 9 agosto Fabio Ravasio, un 52 enne che viveva nel milanese e' stato ucciso da un atuo mentre era in bicicletta dalle parti di Parabiago.
Ho una querelle aperta coi ciclisti, dove vivo, in Val Susa, zona pademontana c'e una sttada comunale che collega Giaveno alla mia piccola borgata, una strada in salita che arriva fino alla Sacra di San Michele, santuario conosciuto nel mondo e meta di pellegrinaggi, per poi scendere verso Avigliana con paesaggi mozzafiato.

Quella strada comunale, quindi ad una corsia, e' presa d'assalto da ogni sorta di ciclista, sia quelli che in bici ci sanno andare sia, la maggioranza, da parte di sfigati che credono di farsi una scampagnata su una salita decisamente impegnativa finendo regolarmente a centro strada mentre scendo o salgo in auto o in scooter.
Se gli suoni di spostarsi sulla destra ti mandano pure a fare in culo.
Quindi quando leggo queste notizie capisco che qualcuno, ciclista o automobilista, era dove non avrebbe dovuto essere.

Pero' questo caso e' diverso.
Non si e' trattato di un ciclista idiota o di un pirata della strada ma di una vera e propria esecuzione con mandante la moglie brasiliana del tipo.
Lo scopo e' sempre il solito, brabargli il grano dell'eredita', uno dei 3 indagati ha confessato che la signora non soportava piu' il marito e che voleva ucciderlo.
Il tipo, insieme al nuovo amante, ad un figlio ed all'ex marito (la signora...non buttava via nulla) si e' recato a casa della brasiliana, ai 3 e' stato promesso un appartamento ciascuno in una cascina.

La "banda" ha formulato un piano d'azione approssimativo per dare atto all'omicidio, avvenuto grazie ad una Opel Corsa a cui era stata modificata la targa.
La macchina ritrovata in un box di Parabiago col parabrezza sfondato e' stata la chiava grazie alla quale la polizia ha risolto il caso.
Per una volta, una sola volta, ho provato un po' di solidarieta' maschile per il ciclista scomparso che, forse, doveva scegliersi meglio la moglie.
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THE CYCLIST AND THE BRAZILIAN

Every now and then I come across news that catch my attention.
On August 9, Fabio Ravasio, a 52-year-old who lived in the Milan area, was killed by an attacker while he was cycling near Parabiago.
I have an ongoing quarrel with cyclists, where I live, in Val Susa, in the Pademont area, there is a municipal road that connects Giaveno to my small village, an uphill road that reaches the Sacra di San Michele, a sanctuary known throughout the world and a destination for pilgrimages, and then descends towards Avigliana with breathtaking landscapes.

That municipal road, therefore with one lane, is taken by storm by all sorts of cyclists, both those who know how to ride a bike and, the majority, by losers who think they are having a picnic on a decidedly challenging climb, regularly ending up in the middle of the road while I get on or off in my car or scooter.
If you tell them to move to the right, they'll tell you to go fuck yourself.
So when I read these news I understand that someone, a cyclist or a driver, was where they shouldn't have been.

But this case is different.
It wasn't an idiot cyclist or a hit-and-run driver but a real execution with the guy's Brazilian wife as the instigator.
The goal is always the same, to steal his inheritance, one of the 3 suspects confessed that the lady couldn't stand her husband anymore and wanted to kill him.
The guy, together with his new lover, a son and her ex-husband (the lady... didn't throw anything away) went to the Brazilian's house, the 3 were promised an apartment each in a farmhouse.

The "gang" formulated a rough plan of action to carry out the murder, which took place thanks to an Opel Corsa whose license plate had been modified.
The car found in a garage in Parabiago with the windshield smashed was the key that helped the police solve the case.
For once, just once, I felt a bit of male solidarity for the missing cyclist who, perhaps, should have chosen his wife better.