Immensa Alicia 🇮🇹🇬🇧🇪🇦

in hive-184714 •  5 months ago 

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🇮🇹
Scrissi questo pezzo una decina di anni fa, ora lei non c'è più ma, come avviene solo per i grandi, il ricordo delle sue opere è vivo in chi l'ha amata e nel popolo di Cuba.

L'altro giorno, su Rai 5, hanno trasmesso uno special dedicato ad Alicia Alonso.
Se, en el sendido comune, Fidel e' il Rey de Cuba, senza ombra di dubbio Alicia Alonso ne e' la Regina.
Giusto per fare un termine di paragone, sicuramente inadeguato; quando penso a un giocatore di tennis che rappresenta il tennis stesso penso a Federer, se penso a una interprete della danza che E' la danza stessa non posso non pensare ad Alicia Alonso.

La sua storia e' del tutto particolare, fuori dall'ordinario, come spesso accade a cubani entrati nella leggenda.
Basti pensare che, a 20 anni, era gia l'etoille del New York Ballet.
Dieci anni dopo, semplicemente, era la ballerina piu' famosa del mondo, parlo di 10 anni prima del Triunfo de la Revolucion.
La sua formazione dal punto di vista artistico fu italiana, infatti il suo primo vero maestro fu' un paisa'.
Successivamente amplio' il suo repertorio grazie ad alcuni ballerini russi fuoriusciti che vivevano negli Stati Uniti.

Dopo la Rivoluzione, venne in contatto con la scuola sovietica vera e propria, come ha affermato lei, l'attuale balletto cubano e' un mix fra il gusto italico, il rigore sovietico e la fantasia caraibica.
Quando Fidel diede inizio all'epopea rivoluzionaria aderi' subito all'idea, facendo giungere una missiva al Comandante en Jefe mentre quest'ultimo si trovava nella Sierra Maestra, ricordandogli che nella nuova Cuba la cultura doveva avere uno spazio importante.
Quando i barbudos presero il potere torno' in Patria, decidendo di mettersi al servizio totale del suo paese.

Racconta spesso di come, una sera, mentre stava cenando con il marito e il fratello nella sua casa de La Habana, a un certo punto la strada sotto casa si riempi' di camionette militari e di policia.
Era Fidel.
Le chiese, eravamo appena dopo il Triunfo de la Revolucion, se era pronta a mettere in piedi un'accademia di Danza, una scuola che sarebbe stata di esempio al mondo.
Le domando quanto denaro le serviva, lei disse la cifra e lui le rispose “ti do' il doppio ma datti da fare”.

Da quel momento si mise all'opera per creare prima fisicamente un'istituto dove sarebbero potute nascere le nuove stelle della danza cubana, poi formando e dirigendo, fino ad oggi, il ballet de Cuba.
Anche nei momenti piu' bui del periodo especial quando a Cuba non c'era nulla, il ballet de Cuba poteva uscire dal paese e andare in giro per il mondo rappresentando l'immagine dell'isola in lotta col potente vicino del nord.

A 19 anni inizio a perdere la vista, dall'eta' di 30 anni, nonostante varie operazioni, era praticamente quasi cieca.
La aiutavano, sul palco, le luci e il sapere che i suoi compagni si trovavano esattamente dove lei si aspettava che fossero.
Ha ballato fino ad oltre 60 anni condividendo il palco coi piu' grandi ballerini di ogni epoca.
Ballo' anche, in un'unica esibizione in Italia, col divino Nereyev, gia' malato di aids.
Il suo cavallo di battaglia fu Giselle, un opera che la consacro' nel mondo.

Una delle sue peculiarita', imparata dal maestro italiano, erano i salti.
Di solito le ballerine evitano questo fondamentale, specifico dei ballerini maschi.
Troppi rischi di farsi male e troppo esposte caviglie e ginocchia.
Lei invece zompava come un grillo e questo, nel panorama della danza mondiale, la rendeva unica.
Oggi, a 94 anni, ma c'e' chi giura che ha passato il secolo di vita, e' ancora al suo posto anche se le gambe l'hanno abbandonata definitivamente.
Ogni 2 anni a La Habana si organizza un festival di balletto dove arrivano compagnie da tutto il mondo, le migliori, appositamente in onore suo, per renderle omaggio.

Certo anche il Ballet de Cuba ha i suoi bravi problemi, ogni tanto qualche ballerino, durante le tournee si....dimentica di rientrare in patria ma e' il problema di sempre.
Come mi disse due anni fa, la capitana di allora della nazionale di hockey su prato; “sarai anche una stella, una gloria del deporte ma con quel salario...non vivi”.
Alicia Alonso poteva fare una vita milionaria, scegliere l'occidente luminoso, le grandi riviste e i grandi teatri.
Invece ha scelto di tornare a Cuba, di aiutare la Rivoluzione, ha messo la sua faccia e il suo enorme talento a disposizione del suo popolo.
🇬🇧
I wrote this piece about ten years ago, now she is no longer with us but, as only happens with the greats, the memory of her works is alive in those who loved her and in the people of Cuba.

The other day, on Rai 5, they broadcast a special dedicated to Alicia Alonso.
If, in the common sense, Fidel is the King of Cuba, without a shadow of a doubt Alicia Alonso is its Queen.
Just to make a comparison, certainly inadequate; when I think of a tennis player who represents tennis itself I think of Federer, if I think of a dance interpreter who IS dance itself I can't help but think of Alicia Alonso.

Her story is completely special, out of the ordinary, as often happens to Cubans who have become legends.
Suffice it to say that, at the age of 20, she was already the star of the New York Ballet.
Ten years later, simply, she was the most famous dancer in the world, I'm talking about 10 years before the Triunfo de la Revolucion.
Her training from an artistic point of view was Italian, in fact her first real teacher was 'un paisa'.
She later expanded her repertoire thanks to some Russian exile dancers living in the United States.

After the Revolution, she came into contact with the actual Soviet school, as she stated, the current Cuban ballet is 'a mix of Italic taste, Soviet rigor and Caribbean fantasy.
When Fidel began the revolutionary epic, he immediately agreed to the idea, sending a letter to Comandante en Jefe while the latter was in the Sierra Maestra, reminding him that culture had to have an important space in the new Cuba.
When the Barbudos took power he returned to his homeland, deciding to put himself at the total service of his country.

She often talks about how, one evening, while she was having dinner with her husband and her brother in her house in Havana, at a certain point the street under her house was filled with military trucks and police.
It was Fidel.
He asked her, we were just after the Triunfo de la Revolucion, if she was ready to set up a dance academy, a school that would be an example to the world.
I asked her how much money she needed, she said her amount and he replied “I'll give you double but get busy”.

From that moment he set to work to first physically create an institute where the new stars of Cuban dance could be born, then forming and directing, to this day, the ballet de Cuba.
Even in the darkest moments of the special period when there was nothing in Cuba, the ballet de Cuba could leave the country and go around the world representing the image of the island in struggle with its powerful neighbor to the north.

At 19 she began to lose her sight, by the age of 30, despite various operations, she was practically almost blind.
On stage, the lights and the knowledge that her companions were exactly where she expected them to be helped her.
She danced until she was over 60 years old, sharing the stage with the greatest dancers of every era.
She also dances, in a single performance in Italy, with the divine Nereyev, already suffering from AIDS.
Her workhorse was Giselle, a work of hers that consecrated her in the world.

One of her peculiarities, learned from the Italian master, were the jumps.
Usually female dancers avoid this fundamental, specific to male dancers.
Too many risks of getting hurt and too exposed ankles and knees.
She, on the other hand, hopped like a cricket and this, in the panorama of world dance, made her unique.
Today, at 94 years old, but there are those who swear that she has passed the century of life, she is still in her place even if her legs have definitively abandoned her.
Every 2 years a ballet festival is organized in La Habana where companies from all over the world come, the best of her, specifically in honor of her, to pay homage to her.

Of course, the Ballet de Cuba also has its problems, every now and then some dancers, during tours... forget to return home but it's the same problem as always.
As she, the then captain of the national field hockey team, told me two years ago; “you may be a star, a glory of the deporte but with that salary... you can't live”.
Alicia Alonso could live a millionaire's life, choose the bright West, the great magazines and the great theaters.
Instead she chose to return to Cuba, to help the Revolution, she put her face and her enormous talent at the disposal of her people.
🇪🇦
LA DIVINA ALICIA

Esta pieza la escribí hace unos diez años, ahora ya no está entre nosotros pero, como sólo ocurre con los grandes, el recuerdo de sus obras está vivo en quienes la amaron y en el pueblo de Cuba.

El otro día, en Rai 5, emitieron un especial dedicado a Alicia Alonso.
Si en el sentido común Fidel es el Rey de Cuba, sin lugar a dudas Alicia Alonso es su Reina.
Sólo para hacer una comparación, ciertamente inadecuada; cuando pienso en un tenista que representa el tenis mismo pienso en Federer, si pienso en un intérprete de danza que ES el baile mismo no puedo evitar pensar en Alicia Alonso.

Su historia es muy especial, fuera de lo común, como suele sucederles a los cubanos convertidos en leyenda.
Baste decir que, con 20 años, ya era la estrella del Ballet de Nueva York.
Diez años después, ella era simplemente la bailarina más famosa del mundo, hablo de 10 años antes del Triunfo de la Revolución.
Su formación desde el punto de vista artístico fue italiana, de hecho su primer maestro real fue un paisa'.
Posteriormente amplió su repertorio gracias a algunos bailarines rusos que vivían en Estados Unidos.

Después de la Revolución entró en contacto con la actual escuela soviética, pues según afirmó, el ballet cubano actual es una mezcla de gusto itálico, rigor soviético y fantasía caribeña.
Cuando Fidel inició la epopeya revolucionaria, inmediatamente accedió a la idea, enviando una carta al Comandante en Jefe mientras este se encontraba en la Sierra Maestra, recordándole que la cultura debía tener un espacio importante en la nueva Cuba.
Cuando los Barbudo tomaron el poder regresó a su tierra natal, decidiendo ponerse al servicio total de su país.

A menudo cuenta que una noche, mientras cenaba con su marido y su hermano en su casa de La Habana, en cierto momento la calle debajo de su casa se llenó de camiones militares y de policías.
Fue Fidel.
Él le preguntó, estábamos justo después del Triunfo de la Revolución, si ella estaba lista para montar una academia de baile, una escuela que fuera un ejemplo para el mundo.
Le pregunté cuánto dinero necesitaba, ella dijo la cantidad y él respondió: "Te daré el doble, pero ocúpate".

A partir de ese momento se puso a trabajar para crear primero físicamente un instituto donde pudieran nacer las nuevas estrellas de la danza cubana, formando luego y dirigiendo, hasta el día de hoy, el ballet de Cuba.
Incluso en los momentos más oscuros del período especial cuando no había nada en Cuba, el ballet de Cuba pudo salir del país y dar la vuelta al mundo representando la imagen de la isla en lucha con su poderoso vecino del norte.

A los 19 años comencé a perder la vista, a los 30 años, a pesar de varias operaciones, estaba prácticamente casi ciega.
Lo que la ayudó en el escenario fueron las luces y saber que sus compañeros estaban exactamente donde ella esperaba que estuvieran.
Bailó hasta los más de 60 años, compartiendo escenario con los más grandes bailarines de cada época.
También bailó, en una sola actuación en Italia, con el divino Nereyev, que ya padecía SIDA.
Su punto fuerte fue Giselle, obra que la consagró en el mundo.

Una de sus peculiaridades, aprendida del maestro italiano, fueron los saltos.
Por lo general, las bailarinas evitan este fundamental, específico de los bailarines.
Demasiados riesgos de lastimarse y tobillos y rodillas demasiado expuestos.
Ella, en cambio, saltaba como un grillo y eso, en el panorama de la danza mundial, la hacía única.
Hoy, a sus 94 años, pero hay quien jura que ha superado el siglo de vida, sigue en su sitio aunque sus piernas la hayan abandonado definitivamente.
Cada 2 años se organiza en La Habana un festival de ballet donde llegan las mejores compañías de todo el mundo, específicamente en su honor, para rendirle homenaje.

Por supuesto, el Ballet de Cuba también tiene sus problemas, de vez en cuando algunos bailarines, durante las giras... se olvidan de regresar a casa pero es el mismo problema de siempre.
Como me dijo hace dos años el entonces capitán de la selección nacional de hockey sobre césped; “Puedes ser una estrella, una gloria del deporte pero con ese salario... no puedes vivir”.
Alicia Alonso podría vivir una vida millonaria, elegir el brillante Oeste, las grandes revistas y los grandes teatros.
En cambio optó por regresar a Cuba, para ayudar a la Revolución, puso su rostro y su enorme talento a disposición de su pueblo.

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