Durante le Olimpiadi mi e' capitato di leggere alcune sagge dichiarazioni di Julio Velasco, l'allenatore argentino della nazionale di volley femminile protagonista della rassegna olimpica.
Non dimentico che nel 1990 la sua Italia dei fenomeni sconfisse ai mondiali per un soffio la Cuba dei fenomeni.
Ha parlato del fatto che l'oro, che mai l'Italia ha conquistato nella sua storia olimpica, non deve mai diventare una ossessione, quando dovra' arrivare arrivera'.
Ha raccontato come sia sbagliato caricare i giocatori, sopratutto quelli della nazionale maschile, di un simile fardello perche' al mondo ci sono almeno 7/8 squadre fortissime, a volte la vittoria o la sconfitta dipendono da pochi punti.
Un argento, un bronzo, una buona partecipazione non sono mai da buttare via, poi se si perde vuol dire che altri sono stati piu' forti, nello sport funziona cosi'.
Chi vince festeggia, chi perde spiega (sempre parole sue...)
Pubblico altri suoi pensieri ricavati da interviste.
"Ernesto Che Guevara scoprì le profonde disuguaglianze dell’America del Sud nel suo famoso viaggio in moto. Io lo compresi girando l’Argentina con le missioni religiose. Sono cose che non si dimenticano, come gli anni orribili della giunta militare".
Suo fratello fu arrestato, torturato e fatto sparire dalla giunta militare argentina quindi sa benissimo di cosa sta' parlando.
Un argomento caldo sono le naturalizzazioni dei giocatori, con relativi cambi di nazionalità. Yoandy Leal, Wilfredo Leon e Osmany Juantorena, per esempio, da Cuba sono passati a vestire la maglia di Brasile, Polonia e Italia. Cosa ne pensa?
«Credo che tutto questo sia profondamente sbagliato. Credo che sia moralmente ingiusto che accada una cosa simile. Credo che bisognerebbe mettere un freno, come ha fatto il mondo del calcio. Se giochi anche una sola partita con una Nazionale, non puoi vestire la maglia di un’altra. Ci sono casi assurdi, come nella pallamano, dove il Qatar ha vinto trofei con una pioggia di giocatori “importati”. Ecco, ribadisco che si tratta di una cosa che non mi piace per nulla e credo che servirebbe darci un freno. E mi lasci aggiungere una cosa».
Prego.
«Non ho mai visto un caso di cambio di nazionalità da un Paese ricco a uno povero. Accade sempre il contrario. Su questo credo che bisognerebbe fare profonde riflessioni».
Su questa faccenda mi sono gia' espresso diverse volte, queste naturalizzazioni sono una porcheria fatta da paesi ricchi contro paesi poveri.
Soprattutto per Cuba dove tutti i costi per far diventare campione un ragazzo sono a carico dello stato, quindi di tutta la popolazione.
Davvero per una volta il calcio insegna, se hai giocato una sola partita ufficiale in una nazionale maggiore allora non puoi in nessun modo giocare con un altra nazionale.
Semplice e lineare.
Nulla vieta all'atleta di trasferirsi, fare soldi, diventare famoso giocando in una squadra di club ma la nazionale non si cambia, anche perche' spesso si tratta di una pura e semplice acquisizione dietro compenso.
Quando poi ci sono cubani forti nel mezzo tutti gli iter si velocizzano.
Per naturalizzare turca la Vargas si e' mosso il presidente Erdogan in persona.
Ripeto una porcheria, Velasco anche in questo ha assolutamente ragione.
🇬🇧
JULIO VELASCO
During the Olympics I happened to read some wise statements by Julio Velasco, the Argentine coach of the women's national volleyball team, protagonist of the Olympic event.
I do not forget that in 1990 his phenomenal Italy defeated the phenomenal Cuba at the World Cup by a whisker.
He spoke of the fact that gold, which Italy has never won in its Olympic history, must never become an obsession, when it has to come it will come.
He explained how it is wrong to burden players, especially those of the men's national team, with such a burden because there are at least 7/8 very strong teams in the world, sometimes victory or defeat depends on a few points.
A silver, a bronze, a good participation are never to be thrown away, then if you lose it means that others were stronger, that's how it works in sport.
Winners celebrate, losers explain (always his words...)
I publish other thoughts of his taken from interviews.
"Ernesto Che Guevara discovered the deep inequalities of South America on his famous motorcycle trip. I understood it by traveling around Argentina with religious missions. These are things that are not forgotten, like the horrible years of the military junta".
His brother was arrested, tortured and disappeared by the Argentine military junta so he knows very well what he is talking about.
A hot topic is the naturalization of players, with related changes of nationality. Yoandy Leal, Wilfredo Leon and Osmany Juantorena, for example, went from Cuba to wear the jersey of Brazil, Poland and Italy. What do you think?
«I think all this is profoundly wrong. I think it is morally unjust that something like this happens. I think we should put a stop to it, as the world of football has done. If you play even just one match with one national team, you cannot wear the jersey of another. There are absurd cases, like in handball, where Qatar has won trophies with a shower of "imported" players. Here, I repeat that this is something I do not like at all and I think we should put a stop to it. And let me add something».
You're welcome.
«I have never seen a case of a change of nationality from a rich country to a poor one. The opposite always happens. I think we should reflect deeply on this».
I have already expressed myself on this issue several times, these naturalizations are a mess made by rich countries against poor countries.
Especially for Cuba where all the costs to make a boy a champion are paid by the state, therefore by the entire population.
For once, football really teaches, if you have played only one official match in a major national team then you cannot in any way play with another national team.
Simple and straightforward.
Nothing prevents the athlete from moving, making money, becoming famous playing in a club team but the national team cannot be changed, also because it is often a pure and simple acquisition for a fee.
When there are strong Cubans in the middle all the procedures are speeded up.
To naturalize Vargas as Turkish, President Erdogan himself moved.
I repeat, a disgrace, Velasco is absolutely right about this too.