L'istituto delle dimissioni 🇮🇹🇬🇧

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Il nostro paese riesce a collezionare tutta una serie di primati, a volte in situazioni memorabili, altre meno.
In una cosa pero' siamo indiscussi leader mondiali; nella assoluta non consocenza dell'istituto delle dimissioni.

In qualunque paese al mondo dove ci siano regolari elezioni, il leader della coalizione o del partito perdente, magari con un risultato molto al di sotto delle aspettative, rassegna seduta stante
le proprie dimissioni, ammettendo il proprio fallimento, consegnando la forza politica in nuove, si spera, migliori mani.
Da noi non succede praticamente mai.

Salvini fa l'ennesimo video cabarettistico dove si vanta dei 2 milioni e mezzo di voti presi, parliamo di un partito che in poco
piu' di 2 anni e' sceso dal 32% all'8%.
Letta che ha sbagliato tutto cio' che umanamente poteva sbagliare,
annuncia che al prossimo congresso non si ricandidera', ma intanto resta in sella al proprio partito.

Nessun manager di aziende statali dopo gestioni sciagurate sente il dovere di alzare le tende, deve essere buttato fuori pure con sostanziosa buona uscita.
Avete notizia di qualche nostro allenatore di serie A o B che abbia mai dato le dimissioni dopo 10 sconfitte di fila o cose simili?

Negli altri paesi se un ministro, per un errore umano, va al cinema e paga l'ingresso con la visa “aziendale” sente il dovere di dimettersi per i pochi soldi sottratti al bene pubblico.
Da noi neanche se cadono ponti, muore gente, si aprono le catacombe i responsabili alzano il culo dalla sedia.

Nessuno paga in prima persona per i propri errori, nessuno fa un passo indietro, nessuno si sente in dovere di assumersi le responsabilita' di un fallimento.
La cosa ha radici storiche, Cadorna dovette essere cacciato dopo la
invereconda gestione del nostro esercito durante la prima guerra mondiale, Schettino non e' neanche finito al gabbio dopo cio' che e' accaduto, in Corea del sud un capitano in situazioni analoghe si
e' preso l'ergastolo, suidandosi poi in carcere.
Nel declinare colpe siamo in assoluto i primi al mondo.

Our country manages to collect a whole series of firsts, sometimes in memorable situations, sometimes less so.
In one thing, however, we are the undisputed world leaders; in the absolute lack of knowledge of the institution of resignations.

In any country in the world where there are regular elections, the leader of the coalition or the losing party, perhaps with a result far below expectations, review on the spot
his resignation, admitting his failure, handing over political force in new, hopefully, better hands.
With us it practically never happens.

Salvini makes yet another cabaret video where he boasts of the 2 and a half million votes taken, we are talking about a party that in a little
over 2 years it dropped from 32% to 8%.
Read that everything that humanly could have been wrong has been wrong,
he announces that he will not be re-nominated for the next congress, but in the meantime remains in the saddle of his party.

No manager of state-owned companies after unfortunate management feels the duty to raise the curtains, he must be thrown out even with substantial good output.
Have you heard of any of our Serie A or B coaches who ever resigned after 10 losses in a row or the like?

In other countries, if a minister, by human error, goes to the cinema and pays entry with a “company” visa, he feels the duty to resign for the little money stolen from the public good.
With us even if bridges fall, people die, catacombs open, those responsible lift their asses off their chairs.

Nobody pays personally for their mistakes, nobody takes a step back, nobody feels obliged to take responsibility for a failure.
The thing has historical roots, Cadorna had to be kicked out after the
impudent management of our army during the First World War, Schettino did not even end up in the cage after what happened, in South Korea a captain in similar situations
he got a life sentence, then suid himself in prison.
In declining faults we are absolutely the first in the world.