Saper perdere 🇮🇹🇬🇧

🇮🇹
L'altro giorno guardavo in rete una conferenza di Julio Velasco, allenatore della nazionale italiana di pallavolo femminile, campione olimpico, fra le altre cose, conferenza riguardante la leadership.
Dall'argentino c'e' sempre da imparare qualcosa.
Un paio di passaggi potrebbero tranquillamente riguardare noi stranieri che frequentiamo, a diverso titolo e da diverso tempo, Cuba.
Noi stranieri e le vicissitudini che, nei decenni, piu' o meno tutti abbiamo vissuto.

"No alla cultura degli alibi, cioe' attribuire agli altri la responsabilita' dei nostri fallimenti", dice Velasco.
Molto dell'astio che si legge in giro riguardante l'isola, astio manifestato da italiani, e' figlio proprio di questo concetto.
Come dico spesso Cuba non e' su Marte, certe situazioni le si possono riscontrare anche in Italia.
Alla fine il vincente trova sempre una soluzione, il perdente cerca sempre un alibi.

Cerchiamo di essere intellettualmente onesti, a chi non e' capitato qualcosa a Cuba con un epilogo non esattamente sperato?
Puo' essere una donna che si e' dimostrata diversa da cio' che sembrava (per la poca esperienza nel settore ed il pantalone di flanella fin sotto le ascelle, si e' scambiato il rognone per la carne di vacca) una casa intestata alla tipa che ha preso il volo (la casa e la tipa), un investimento in una attivita' che si e' rivelato fallimentare perche' probabilmente mancavano le basi di partenza perche' potesse riuscire meglio.
La donna l'abbiamo scelta noi, la casa acquistata noi, l'investimento lo abbiamo fatto noi.

Il libero arbitrio poteva spingerci a fare altro ma abbiamo scelto di fare proprio quelle cose, nessuno ci ha puntato una pistola alla tempia.
Non e' andata.
Quindi?
Cuba e' una merda, le cubane tutte mignotte, "meglio buttare soldi nel cesso che investire a Cuba" e via discorrendo?
Poi ci guardiamo intorno e vediamo gente che si e' sposata, vive in Italia o a Cuba, ha fatto dei figli, ha comperato una casa dove ci abita, ha aperto una attivita' che, pur con le difficolta' che conosciamo, funziona.
Non e' che questi siano dei geni e gli altri degli idioti (oddio...qualcuno forse).

Semplicemente nella vita alcune cose riescono ed altre no, perche' incolpare Cuba se la donna (magari di 30 anni piu' giovane) era sbagliata, quella casa non andava presa e l'attivita' e' andata male perche non si e' stati in grado di gestirla bene?
Le stesse cazzate si potevano fare in mille altre parti del mondo Italia compresa, che cosa c'entra Cuba con i fallimenti che inevitabilmente nella vita prima o poi ci aspettano al varco?

Non e' andata?
Lascia perdere, se Cuba e' stata una delusione, vai altrove e non ammorbare il mondo (ed il web) con il tuo livore e gli alibi che ti sei inventato per giustificare una sconfitta.
Velasco ha concluso con; " Accettare di perdere significa sapere perdere. Invece nei comportamenti prevalenti c'e' sempre un colpevole, c'e' sempre un motivo. Saper perdere significa non dare la colpa a nessuno, non dire niente..."
Grandissimo!
🇬🇧
The other day I was watching a conference online by Julio Velasco, coach of the Italian women's volleyball team, Olympic champion, among other things, a conference about leadership.
There is always something to learn from the Argentine.
A couple of passages could easily concern us foreigners who have frequented Cuba, in various capacities and for a long time.
We foreigners and the vicissitudes that, over the decades, more or less all of us have experienced.

"No to the culture of alibis, that is, attributing responsibility for our failures to others", says Velasco.
Much of the hatred that you read about the island, hatred expressed by Italians, is the result of this very concept.
As I often say, Cuba is not on Mars, certain situations can also be found in Italy.
In the end, the winner always finds a solution, the loser always looks for an alibi.

Let's try to be intellectually honest, who hasn't had something happen to them in Cuba with an epilogue that wasn't exactly hoped for?
It could be a woman who turned out to be different from what she seemed (due to her lack of experience in the sector and flannel pants up to her armpits, she mistook kidneys for cow meat), a house registered to the girl who took flight (the house and the girl), an investment in a business that turned out to be a failure because it probably lacked the starting bases for it to be more successful.
We chose the woman, we bought the house, we made the investment.

Free will could have pushed us to do something else but we chose to do exactly those things, no one put a gun to our heads.
It didn't work out.
So?
Cuba is shit, Cuban women are all whores, "it's better to throw money down the toilet than invest in Cuba" and so on?
Then we look around and see people who got married, live in Italy or Cuba, have had children, bought a house where they live, opened a business that, despite the difficulties we know, works.
It's not that these are geniuses and the others are idiots (well, maybe some).

Simply in life some things work out and others don't, why blame Cuba if the woman (maybe 30 years younger) was wrong, that house shouldn't have been taken and the business went badly because they weren't able to manage it well?
The same bullshit could have been done in a thousand other parts of the world, including Italy, what does Cuba have to do with the failures that inevitably await us in life sooner or later?

It didn't work out?
Forget it, if Cuba was a disappointment, go elsewhere and don't plague the world (and the web) with your rancor and the alibis you invented to justify a defeat.
Velasco concluded with; "Accepting to lose means knowing how to lose. Instead in the prevailing behaviors there is always someone to blame, there is always a reason. Knowing how to lose means not blaming anyone, not saying anything..."
Great!