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Dopo i recenti dolorosi addii dell'eroe del Mundial '82, Paolo Rossi, e di uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi, Diego Armando Maradona, il mondo del pallone italiano piange oggi la scomparsa di un altro protagonista, forse meno conosciuto e avvezzo alle cronache dei primi due, ma dal carisma e dalle conoscenze calcistiche inferiori a quelle di nessun altro.
Se ne è andato Gianni Di Marzio, storico allenatore "di provincia", al culmine della carriera tra la fine degli anni '70 e l'inizio del decennio successivo, oltre che papà del celebre giornalista Gianluca Di Marzio, che da anni cura la rubrica di calciomercato per l'emittente satellitare Sky. E' toccato proprio a quest'ultimo annunciare, questa mattina, il decesso del padre, tramite un lungo e commovente post scritto in suo ricordo.
Di Marzio, napoletano verace, ebbe una carriera da calciatore breve e piuttosto irrilevante, per via dei numerosi problemi fisici, ma divenne nel 1977, a soli 37 anni, il primo allenatore partenopeo alla guida del Napoli. La sua nomina, voluta dall'allora presidente Corrado Ferlaino, anticipò in tempi non sospetti la moda degli allenatori identitari, diventata celebre trent'anni più tardi con la panchina blaugrana affidata a Pep Guardiola, e proseguita successivamente con i vari Conte, Inzaghi, Gattuso, Xavi e Pirlo.
La prima stagione sulla panchina del Napoli rimane destinata a rappresentare l'apice della sua carriera, nella quale incomprensibilmente, nonostante i numerosi successi ottenuti nelle categorie minori, non gli verrà più data l'occasione di guidare una grande squadra. Grazie al coraggio nello schierare tra i titolari diversi giovani e a metodi rivoluzionari per l'epoca, opposti a quelli duri e militareschi di molti colleghi, Di Marzio condusse la formazione campana ad un'insperata qualificazione in Coppa Uefa.
Il 5-0 rifilato alla Juventus, nel girone di semifinale della Coppa Italia, di fronte ad oltre cinquantamila cuori azzurri entusiasti, coincide con il momento più bello di quella incredibile stagione, per il Napoli e per il suo particolarissimo "Guardiola" di una volta, che tuttavia si vedranno sfuggire il successo nella finale disputata a Roma contro l'Inter soltanto a tre minuti dalla fine.
Le cose, purtroppo o per fortuna, nel calcio cambiano in maniera repentina, e Di Marzio verrà incredibilmente esonerato la stagione successiva dopo una manciata di partite, perché accusato di difensivismo dal presidente Ferlaino. Al numero uno partenopeo si dice non andasse giù il modo di giocare della propria creatura, soprattutto dopo le spese fatte per portare a Napoli il miglior calciatore del precedente campionato, il vicentino Roberto Filippi, e gli scudettati granata, Castellini e Caporale; tuttavia, la leggenda dell'epoca vuole che in realtà a pesare fossero più di tutto le idee politiche di sinistra dell'allenatore, invise all'ex presidente ed armatore Achille Lauro, una vera e propria istituzione in città.
Nonostante la delusione, il mister campano non faticò a trovare altri impieghi, nonché a diventare presenza fissa in numerosi talk-show a tema sportivo, grazie alla brillante parlantina e a conoscenze tecniche sopra la media. Memorabile l'annata che gli permise di tornare agli onori della cronaca calcistica, nel 1983, quando ottenne la promozione in Serie A, agli spareggi di Roma, con il suo Catania.
Quattro anni più tardi, Di Marzio diventa l'eroe di Cosenza, riportando la squadra in Serie B dopo un'attesa durata un quarto di secolo e, seppur non confermato nella stagione successiva, torna sulla panchina calabrese due anni dopo, invocato a furor di popolo, questa volta per compiere il "miracolo" di centrare una disperata salvezza all'ultima giornata.
Sarà l'ultimo squillo di una carriera in panchina, che gli ha regalato la soddisfazione di vincere due volte il premio "Seminatore d'oro" (vecchia versione della "Panchina d'oro") e che, grazie ai crediti ottenuti, lo porterà a diventare osservatore per club di primo livello, riuscendo paradossalmente a raggiungere quelle vette mai toccate da allenatore.
Dal 2001 al 2006, Di Marzio assume il comando dell'area tecnica della Juventus, per quel che riguarda il mercato estero. E' lui a segnalare a Luciano Moggi, allora direttore generale della società piemontese, il diciottenne Cristiano Ronaldo, per un affare destinato a non concretizzarsi solo per le bizze di Marcelo Salas, così come anni prima aveva fatto con il presidente Ferlaino, quando per primo potò all'attenzione il nome di un futuro fuoriclasse, il diciassettenne argentino Diego Armando Maradona.
Arrivedeci mister, averti con noi è stato un onore.
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He was one of the best players ever. Even though his name is not much highlighted in the world.
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Thank you for your comment, but Gianni Di Marzio was not a great footballer, he was a coach 😉
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Oh, sorry. I think I confused his look with another player. Who was one of the famous Italian footballers. I watched some video clips in Youtube
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Soccer like other sports and life itself is a circle , we move and we leave a mark as we go , some people will always be remembered , even people who are not famous , like our relatives , we all leave a mark , and it is what makes us always present.
Well today I woke up a little philosophical, but that's what I think
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Your philosophical discourse is really appreciable 😄
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Mi spiace......
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Non era un personaggio molto conosciuto, ma una di quelle figure alle quali ci si affeziona 😉
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