Furbi e furbastri

Il 25 febbraio del 2012 è in programma a San Siro la sfida scudetto tra Milan e Juventus, con le due rivali rispettivamente prima e seconda in classifica, distanziate di un punto, in favore dei rossoneri. I padroni di casa partono meglio e si portano in vantaggio dopo un quarto d'ora grazie ad un goal dell'ex Nocerino, centrocampista piuttosto mediocre, ma in grado di esaltarsi quando vede la Juve.

La reazione della Signora, a differenza dello spirito guerriero che aveva caratterizzato il resto della stagione, sembra inesistente, tanto che il Milan sfiora più volte il raddoppio. Poco prima della mezz'ora, il portiere della Juventus, Gigi Buffon, respinge un colpo di testa di Mexes, conseguente ad un'azione di calcio d'angolo, ma arriva sulla ribattuta del milanista Muntari quando il pallone ha già scavalcato di almeno mezzo metro la linea di porta.

I giocatori di casa esultano, ma l'arbitro Tagliavento e il guardalinee Romagnoli prendono una topica clamorosa, non convalidando un goal regolarissimo. Nel secondo tempo la partita cambia, gli uomini di Antonio Conte iniziano finalmente a giocare e dopo l'ingiusto annullamento di un goal, sempre nella stessa porta, per un fuorigioco inesistente, raggiungono il meritato pareggio grazie ad Alessandro Matri, ad una manciata di minuti dalla fine.

Un po' come accade da oltre vent'anni per il presunto fallo da rigore del contatto Iuliano-Ronaldo, avvenuto nello Juventus-Inter del 1998, l'episodio del goal fantasma di Muntari è passato furbescamente alla storia, grazie al costante martellamento dei media, come l'unico responsabile dello scudetto perso dal Milan in quell'anno.

Nessuno, o quasi, cita come la squadra meneghina, allora diretta da quella "vecchia volpe" di Massimiliano Allegri, abbia in realtà concluso il campionato 2011/12 indietro di quattro punti rispetto alla Juventus, rendendo di fatto l'episodio ininfluente, né che nella stessa partita gli arbitri non videro un pugno al costato rifilato dal milanista Mexes (squalificato per tre turni dalla prova TV) allo juventino Borriello, che avrebbe portato la squadra di casa a giocare in dieci per tutto il secondo tempo.

Ma c'è di più, perché quel Milan-Juve portò in dote la crocifissione mediatica di Gigi Buffon, reo di aver dichiarato, nelle interviste post-partita, di non essersi accorto di come il pallone colpito da Muntari avesse superato la linea di porta, ma che anche in caso contrario non avrebbe comunicato nulla alla terna arbitrale, al fine di avvantaggiare la propria squadra.

Tra inviti a vergognarsi, richieste di assurde squalifiche per comportamento anti-sportivo o di revoca della fascia di capitano della nazionale, sul portiere della Signora venne riversata una quantità di bile impressionante, da quella parte di Italia che ancora non immaginava come l'incubo di una Juventus vincente si sarebbe trascinato nel tempo per altri otto anni.

Come spesso accade però, quando questioni simili riguardano protagonisti a strisce bianconere e altri colori, questi ultimi vengono visti con occhio molto più benevolo, quasi alla stregua di Robin Hood dei tempi moderni, ammantati di simpatia e aura positiva. E il caso vuole che protagonista degli ultimi fatti di cronaca sportiva sia proprio un giocatore del Milan, il centrocampista Sandro Tonali, giustamente esaltato dalla critica per le sue brillanti doti tecniche, ma ignorato per le continue furbate sul rettangolo verde.

Molti ricorderanno come, nell'ultimo derby, l'ex giocatore del Brescia sia stato beccato a gettare un secondo pallone in campo per fermare un pericoloso contropiede degli avversari, ma nella partita disputata ieri sera ad Empoli il nostro eroe si è probabilmente superato: ad una decina di minuti dal termine, sul risultato ancora inchiodato sullo 0-0, Tonali batte in maniera volutamente truffaldina una rimessa laterale almeno quindici metri più avanti, favorendo così in maniera decisiva l'azione che porterà al goal di Rebic.

_{Gianluca Rocchi, attuale designatore degli arbitri. Photo by Tommaso Fornoni, CC BY 3.0, attraverso Wikimedia Commons}

Naturalmente, come ci verrà spiegato in serata, il VAR non poteva intervenire (sembra tuttavia, come spiegato dall'AIA, che sia corretto farlo per annullare goal regolari, pur non possedendo immagini adeguate), né arbitri o guardalinee si sono accorti dell'evidente vantaggio goduto dai rossoneri con questa mossa irregolare. Ma non è tutto, perché come dichiarato candidamente dallo stesso calciatore rossonero a fine partita:

Il gol è arrivato da questa rimessa un po' furba, ma era quello che dovevo fare in quel momento.

Se come il sottoscritto siete fans delle qualità tattiche e tecniche del mediano di Stefano Pioli, potete stare tranquilli: questa volta non arriverà nessuna richiesta di scuse o di squalifiche per il comportamento anti-sportivo, inviti a vergognarsi, titoloni dei giornali o ricordi da tramandare alla storia, anche a distanza di decenni.

Guai a pretendere che la rimessa di Tonali affianchi un giorno il rigore Iuliano-Ronaldo, er go' de' Turone o quello di Muntari. Mancano troppi elementi, come la sfida di alta classifica o la risonanza mediatica, che faccia vendere qualche copia in più, ma se fossi in Buffon, due righe agli esaltati che all'epoca si divertirono a metterlo al centro del mirino, le scriverei volentieri.

I nomi, nel caso, glieli suggerisco io. Purtroppo, solo per quel che riguarda il calcio, ho buona memoria.

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