Jolly terminati - Finished jokers [MULTILANGUAGE]

in hive-184714 •  2 days ago  (edited)

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L'attuale allenatore della Juventus, Thiago Motta. Pietro Luca Cassarino, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

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IL PRIMO BIVIO DELLA STAGIONE

Ero e resto convinto che dopo i tre anni sciagurati trascorsi sotto la guida di Max Allegri (non a caso sempre senza squadra nei periodi in cui non ha allenato la Juventus), qualsiasi allenatore sarebbe andato bene per la panchina della Signora, anche se, come logica impone, si sarebbe ritrovato costretto a ripartire dalle macerie lasciate da acciughina, un compito tutt'altro che facile.

Credo che nemmeno gli inguaribili ottimisti come me tuttavia, potevano pensare ad una squadra capace già da quest'anno di lottare per vincere qualcosa. O al limite, con qualche partita fortunata a fare da contorno, un torneo lungo cinque partite come la Coppa Italia.

I risultati del campionato, dove la Juventus ha rapidamente perso terreno da chi sta davanti, hanno confermato questo sentimento, mentre in Champions League, ma questo vale per buona parte delle squadre italiane, può già essere considerato un "miracolo" sportivo già andare oltre gli ottavi di finale.

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Harry Coombes, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Tutto nella norma di una squadra in costruzione, nel bel mezzo di un cambio radicale di mentalità ed infarcita di giovani, destinati, almeno si spera, a diventare l'ossatura della rosa di domani. Un progetto costruito sul medio e lungo termine deve andare avanti con il paraocchi, ovvero con la forza di non cedere alla tentazione di abbandonare tutto di fronte ai primi prevedibili insuccessi.

Ogni passo falso deve essere giustificato, quindi? Non proprio. O meglio, ciò poteva essere digerito meglio fino a qualche settimana fa, quando a mio avviso la squadra, partendo dalla gara vinta in trasferta con il Monza, ha compiuto i primi veri passi indietro della stagione.

La filosofia di gioco è finalmente mutata e di certo non si rivela più esclusivamente attendista come nel credo di Allegri. Non è un caso che l'Allianz Stadium, a dispetto anche dei risultati deludenti, continui a far registrare il tutto esaurito, persino in Coppa Italia.

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L'Allianz Stadium di Torino, forzaq8 from kuwait, kuwait, CC BY 2.0, da Wikimedia Commons

Il pubblico ora sa che la squadra non verrà presa a pallate da chiunque, ma proverà a vincere la partita con un atteggiamento offensivo e questo basta per lasciar pensare a chi acquista il biglietto che almeno allo stadio si divertirà, qualunque sia il risultato finale.

Ma questo appunto fino a tre settimane fa, quando già dalla trasferta brianzola si sono notati i primi mutamenti. Quella Juve ha vinto la sua partita, ma avrebbe tranquillamente potuto mandare a referto l'ennesimo pareggio di stagione, disputando una seconda parte di gara svogliata, molle, senza la proverbiale "bava alla bocca" che spinge a buttare il cuore oltre l'ostacolo per raggiungere il risultato.

Lo stesso atteggiamento si è visto nella gara casalinga con la Fiorentina, ma soprattutto nella semifinale di Supercoppa disputata ieri sera a Ryad contro il Milan. In entrambi i casi Madama si è fatta rimontare, due volte terminando in pareggio 2-2 con i viola, addirittura perdendo contro la squadra meneghina.

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John Elkann, Marco Alfa, CC BY-SA 2.0, da Wikimedia Commons

In entrambi i casi la sensazione è stata a lungo che gli uomini di Thiago Motta fossero in controllo della partita, ma che sia mancato qualcosa per chiuderla e che quel qualcosa si chiami "fame", "voglia di vincere", "garra" o "cazzimma", per utilizzare un termine più partenopeo.

La fiducia al progetto tecnico non può che essere confermata, ma questa specie di rilassatezza e di mondo delle favole, questa sorta di animo da perenne gita di campagna, nel quale il gruppo sembra essere caduto, deve essere abbandonato in fretta per tornare a lottare col coltello tra i denti il prima possibile.

Naturalmente per chi abbia voglia di farlo. Tutti gli altri, compresi staff tecnico e dirigenziale, possono cercarsi un posto altrove, dove la maglia pesa meno o dove la pressione del pubblico è inferiore o inesistente, per mancanza di materia prima.

Di piazze così, senza ambizioni o tifosi, in fondo se ne trovano a bizzeffe. Per una non c'è nemmeno bisogno di cambiare città.

Statemi bene, alla prossima!

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