Su Andrea Pirlo ho avuto, forse un po' come tutti, opinioni diverse dall'inizio dell'anno ad oggi. Non avendolo mai visto allenare, dato che quella che sta per terminare è stata in assoluto la sua prima stagione sulla panchina di una squadra, mi aveva un po' spaventato, oltre che sorpreso, la rapida promozione da tecnico dell'under 23 a guida della prima squadra, all'indomani dell'esonero di Maurizio Sarri.

Nessuno lo ha mai detto chiaramente, anche perché alla Juventus, a differenza di altre piazze dove la stagione si può salvare anche solo con un paio di vittorie nelle partite giuste, non sono ammessi anni di transizione, ma l'obiettivo della società nell'affidare una fuori serie ad un neo patentato è sembrato piuttosto evidente; dalla dirigenza si è continuato a ripetere il solito mantra di voler puntare a tutti gli obiettivi, ma il messaggio nascosto, mandato ai tifosi, poteva suonare più o meno così:

In un anno in cui la crisi economica ha travolto tutti, pensare di affidare la panchina ad un grandissimo come Klopp o Guardiola appare quanto meno fuori luogo. Puntare sui Sarri o sugli Allegri, ottimi allenatori ma evidentemente senza quel qualcosa in più che ci permetta di vincere anche in Europa, lascerà sempre la piazza insoddisfatta; tanto vale provare a costruirci in casa l'allenatore del futuro, che se confermerà in panchina di essere geniale come lo era in campo, potrebbe anche farci supplire con le idee al gap tecnico con le più grandi d'Europa .

Semplice, lineare e cristallino. Molti tifosi lo hanno capito e accettato subito, e si sarebbero accontentati per quest'anno di un secondo o di un terzo posto, un buon cammino in Champions League e magari di aggiungere in bacheca qualche trofeo minore, ma a complicare i piani è giunta inesorabile quella Maledetta Primavera profetizzata già negli anni '60 da Loretta Goggi, che piano piano ha spinto la squadra fuori dalle prime quattro posizioni.

Nessuno sa se effettivamente Pirlo diventerà mai abile come i migliori tecnici del mondo, ma con due trofei in bacheca vinti in un anno, si trova già molto più avanti di alcuni colleghi decisamente più considerati di lui, come Gattuso, Pioli, o lo stesso Gasperini, ancora a secco di successi nonostante la pluridecennale carriera ; in caso di raggiungimento domenica del quarto posto, mandare via il bresciano a questo punto diventerebbe non solo insensato, ma probabilmente anche controproducente, dato che magari lo si regalerebbe, con un un anno in più di esperienza, ad una diretta concorrente.

E vi dirò di più: il modo in cui la squadra ha reagito nell'ultimo mese, nonostante la profonda spirale depressiva nella quale era stata risucchiata dopo l'eliminazione patita col Porto, lascia intendere che di qualità che covano sotto la cenere, il "Maestro", ne ha a sufficienza da poter venire riconfermato anche in caso di piccolo biscotto tra Milan e Atalanta (ipotesi alla quale non credo) domenica sera, e quindi di retrocessione dopo dieci anni all'Europa League.

Potete stare certi che un allenatore senza attributi o con poche idee e scarso di carisma, come ad esempio fu l'altro esordiente visto a Torino non troppi anni fa, Ciro Ferrara, (non a caso sparito dal mondo del calcio) non sarebbe stato in grado di mettere un freno alla discesa ripida intrapresa dalla squadra, nè ieri, dopo un primo tempo passato a contare le pallate degli avversari, di ribaltare l'inerzia della gara, tutta dalla parte dei bergamaschi alla fine dei primi quarantacinque minuti.

Pirlo può contare sulla benevolenza di tutto il gruppo, che normalmente quando è costretto ad attraversare le acque tempestose di una stagione storta, abbandona il proprio capitano per dividersi in mille gruppetti alla ricerca della prima scialuppa di salvataggio, e poi, siamo così sicuri che la squadra messagli a disposizione potesse davvero ambire a qualcosa di più di quanto fatto fin ora?

Del resto, in caso di vittoria domenica, e del raggiungimento della quarta piazza, la Juventus potrebbe concludere terza o quarta, a soli tre punti dal secondo posto, occupato dall'Atalanta. E visto che, come volevasi dimostrare, dopo la finale di Coppa Italia sono stati tirati in ballo gli errori arbitrali (un grande classico quando a vincere è la Juve), si potrebbe anche ricordare che i tre punti di differenza tra Juventus e Atalanta dipendono dal pareggio nella partita d'andata, agguantata dagli ospiti anche per la mancata espulsione di De Roon. A meno che per riscrivere la storia non conti solo quella di Pjanic.

_{Photo by sferrario1968, CC0 Pixabay}

Dopo la splendida tappa di ieri, con la battaglia senza esclusione di colpi intercorsa sullo sterrato prima e sulla salita conclusiva del Passo del Lume Spento poi, capace di incoronare sempre di più Egal Bernal* quale padrone della corsa, c'era grande attesa nella giornata di oggi per vedere all'opera i rivali del corridore colombiano, chiamati ad un pronto riscatto nel tentativo di minare le certezza del capitano della Ineos.

La solita fuga da lontano tuttavia sembra aver smorzato l'animosità di quasi tutti i big, rimasti con il gruppo senza tanta voglia di scoprirsi, e la poca necessità di faticare della squadra della maglia rosa alla caccia di corridori fuori classifica, ha di fatto addormentato la corsa. I sedici attaccanti sono così arrivati a distacchi superiori ai dodici minuti, separandosi e ricompattandosi su ciascuno dei quattro gran premi della montagna.

A 17 Km dall'arrivo ci ha provato Andrea Vendrame a seminare i compagni di fuga, raggiunto dopo qualche pedalata da Bennet, Brambilla ed Hamilton. I quattro procedono insieme fino ai meno due al traguardo, quando Vendrame ed Hamilton hanno staccato gli altri due, con l'azzurro, terzo ai campionati europei, bravo a vincere la volata ristretta che ha fatto registrare il primo successo italiano in linea.

Dietro si è proceduto in maniera regolare e solo Nibali e Ciccone hanno provato a farsi vedere scattando in discesa, anche se la loro generosità si è tradotta unicamente in un guadagno di sei secondi sul traguardo da parte dello squalo di Messina. Il gruppo dei migliori è giunto così compatto a Bagno di Romagna, dopo 212 Km percorsi senza particolari emozioni.

Domani 198 chilometri completamente pianeggianti, previsti a mo'di trasferimento dagli organizzatori (che evidentemente oggi si aspettavano una battglia ben più cruenta) porteranno la carovana da Ravenna a Verona, per quella che sarà probabilmente l'ultima frazione adatta ai velocisti.

Classifica Generale

1. Egan Bernal (Col) in 48:29:23
2. Alexandr Vlasov (Rus) a 00:45
3. Damiano Caruso (Ita) a 01:12
4. Hugh John Carty (Gbr) a 01:17
5. Simon Yates (Gbr) a 01:22
6. Emanuel Buchmann (Ger) a 01:50
7. Remco Evenepoel (Bel) a 02:22
8. Giulio Ciccone (Ita) a 02:24
9. Tobias Foss (Den) a 02:49
10. Daniel Martinez (Col) a 03:15

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Photo by geralt (Pixabay), CC0

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