JACK NUNN, DAI DILETTANTI ALLA SERIE A |
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Immaginate un ragazzo di diciotto anni, come tutti i suoi coetanei arrivato ad un momento della vita in cui occorre cominciare ad avere le idee chiare su cosa fare in futuro. Si chiama Jack, abita nel sud-ovest dell'Inghilterra e nutre una sana passione per il calcio, che pratica con buoni risultati fin da quando era bambino.
All'età di dieci anni è di gran lunga il migliore della sua squadra, tanto che l'allenatore suggerisce ai genitori di farlo partecipare ad alcuni provini, per provare ad entrare nei team più grandi della regione. Il giovanotto prova così per l'Exeter prima e per il Bristol poi, per ben due volte, ma si emoziona troppo e non riesce a dare quello che avrebbe potuto.
La delusione è forte, tanto che a volte pensa di abbandonare, ma continua a giocare, pur vedendo ormai il treno per una carriera ad alto livello irrimediabilmente passato. Il talento cristallino però rimane immutato e Jack diventa la stella del Mangotsfield United, squadra dilettantistica che trascina fino alla vittoria della Gloucestershire County Cup, una competizione regionale piuttosto seguita.
Da bravo ragazzo pensa anche al futuro: si iscrive al College, studia economia e comincia a mettersi nell'ottica, presto o tardi, di guadagnarsi da vivere, magari lavorando insieme al padre nel settore edile. Nel frattempo il calcio è sempre presente e la scorsa primavera Jack supera le rigide selezioni per unirsi alla squadra inglese dei college chiamata a partecipare alla Roma Caput Mundi, un torneo giovanile programmato nella nostra capitale da oltre vent'anni.
Sebbene assista a tutto il primo tempo dalla panchina, le sue qualità di centrocampista totale emergono fin dalla prima partita, contribuendo al primo successo della squadra inglese contro una italiana nella storia della competizione. Memore delle precedenti occasioni fallite, questa volta il ragazzo non si intimidisce né si "nasconde", ma cerca la palla dai compagni ed entra nel vivo del gioco.
Il suo stile è paragonabile a quello della leggenda tedesca Bastian Schweinsteiger, all'uruguaiano del Real Madrid, Federico Valverde o, per un riferimento più vicino al nostro calcio, a quello del cileno Arturo Vidal, nel suo periodo alla Juventus. Paragoni non da poco.
Bastian Schweinsteiger, Marcello Casal Jr/Agência Brasil, CC BY 3.0 BR, via Wikimedia Commons
Il primo ad accorgersene è Nereo Bonato, il direttore sportivo del Cagliari, presente in tribuna insieme ad altri osservatori. Per chiedergli conferma dell'identità, ma soprattutto anticipare la concorrenza, contatta il calciatore in maniera piuttosto insolita, su Instagram, tanto che quest'ultimo ne ride con i compagni di squadra, pensando ad uno scherzo.
Ma Bonato non è affatto uno che ama giocare sul lavoro, tanto che torna a seguirlo anche nella partita successiva, nella quale viene schierato titolare. All'intervallo il direttore sportivo del club sardo si presenta al ragazzo, confidandogli i motivi della sua presenza e testandone in maniera indiretta la maturazione.
Jack, a differenza di quanto successo in passato, non si lascia scalfire dalle emozioni, torna in campo e viene premiato con il riconoscimento di "Man of the match". Il dirigente degli isolani si compiace di osservarlo anche nelle altre due partite del torneo e alla fine dell'ultima gli propone un provino con il club.
Il CRAI Sport Center, campo di allenamento del Cagliari. Regione Autonoma della Sardegna, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons
Mentre i suoi compagni prendono l'aereo per tornare a casa, il protagonista della nostra storia, stravolto ma felice, si imbarca per Cagliari. Conosce la squadra, compreso l'ex allenatore, Claudio Ranieri, partecipa a qualche allenamento, nel quale conferma le buone impressioni, e accetta la proposta di un contratto biennale per aggregarsi alla squadra under 20, che partecipa al campionato Primavera 1.
Quella che vi ho raccontato non è la trama di un libro o di un film leggero da guardare accoccolati sul divano il sabato pomeriggio, ma la vera storia di Jack Nunn, che a fine agosto ha esordito con la maglia numero 73 del Cagliari sulle spalle, nella vittoriosa partita disputata club rossoblù con il Monza.
Oggi quel ragazzo dalle grandi qualità, ma ritenuto troppo timido ed emotivo per sfondare nel mondo del calcio, abita vicino al campo di allenamento, studia l'italiano e ha realizzato il suo sogno: essere pagato per fare quello che gli piace di più. Impossibile sapere se Jack diventerà una stella della Serie A e se inizierà una carriera da grande calciatore, ma per il momento come dare torto al papà:
Il peggio che gli potrà capitare sarà tornare a casa tra due anni, con una invidiabile tintarella e una bella storia da raccontare ai nipoti.
Statemi bene, alla prossima!
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