Dimentichiamoci Sean Connery e Tom Cruise. I tempi di James Bond e Mission Impossible sono passati. Agli 007, oggi non serve più nemmeno la licenza di uccidere: basta una connessione a internet. Virus, attacchi informatici, codici violati: questi sono i nuovi strumenti dei servizi segreti. Il web è il nuovo campo di battaglia dei servizi segreti di tutto il mondo, che ormai non si preoccupano più nemmeno di nasconderlo troppo.
Stuxnet: come un virus informatico ha fermato il programma nucleare iraniano
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Stuxnet è stato scoperto per la prima volta nel 2010, ma il suo sviluppo è iniziato molto prima, probabilmente nel 2005, e ha rivoluzionato il modo in cui pensiamo alla guerra cibernetica. Questo malware è stato progettato per colpire specificamente i sistemi di controllo industriale utilizzati negli impianti nucleari iraniani. Nel mondo della sicurezza informatica, pochi nomi evocano lo stesso livello di intrigo e mistero come Stuxnet. Creato presumibilmente dai governi degli Stati Uniti e di Israele, Stuxnet è stato progettato per sabotare il programma nucleare iraniano, alterando il funzionamento delle centrifughe utilizzate per l’arricchimento dell’uranio.
La vicenda del "supervirus" ha segnato un'epoca nel campo della sicurezza informatica. Stuxnet attaccava in particolare programmi per l’automazione industriale prodotti dalla Siemens, utilizzati tra l’altro nelle piattaforme petrolifere, negli oleodotti e nelle centrali elettriche. Pur essendo stato segnalato anche in Pakistan, India e Indonesia, il virus, che era in grado di provocare anche danni materiali agli impianti, era apparso più diffuso in Iran, dove questo malware ha infettato i computer dello staff dell'impianto nucleare di Bushehr, che era in procinto di avviarsi. Le autorità iraniane avevano inizialmente affermato che i punti critici della centrale non erano stati compromessi e che non ci sarebbero state conseguenze per le installazioni nucleari. Tuttavia, l'attacco si era rivelato estremamente sofisticato, causando danni significativi. Il responsabile per la tecnologia informatica al ministero dell'Industria iraniano, aveva dichiarato che circa 30.000 computer erano stati infettati, sostenendo che l'attacco fosse il risultato di una guerra elettronica orchestrata da una potenza straniera piuttosto che da semplici hacker. Questo evento ha evidenziato la vulnerabilità delle infrastrutture critiche, quali le centrali nucleari, e l'evoluzione della cyber warfare, segnando un punto di svolta nella storia della sicurezza informatica globale.
Come si è diffuso Stuxnet?
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Probabilmente come tutti i malware nel modo più banale. Un malware può diffondersi tramite una chiavetta USB in diversi modi. Ecco i passaggi principali:
- Autoplay/Autorun: Quando colleghi una chiavetta USB al computer, il sistema operativo può eseguire automaticamente i file presenti sulla chiavetta. Se uno di questi file è un malware, può infettare il computer immediatamente.
- File infetti: I malware possono essere nascosti in file apparentemente innocui come documenti, immagini o programmi. Quando apri questi file, il malware si attiva e infetta il sistema.
- BadUSB: Questo tipo di attacco sfrutta la possibilità di programmare il firmware della chiavetta USB per comportarsi come un dispositivo di input (come una tastiera). Una volta collegata, la chiavetta può inviare comandi malevoli al computer senza che l’utente se ne accorga.
- Propagazione attraverso reti: Una volta che il malware è sul computer, può propagarsi ad altri dispositivi collegati alla stessa rete, infettando ulteriori sistemi.
Per proteggerti, è importante disabilitare l’autoplay, utilizzare software antivirus aggiornati e fare attenzione ai file che apri da dispositivi esterni.
Ma come funzionava?
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Stuxnet sfruttava diverse vulnerabilità zero-day nei sistemi operativi Windows, ovvero falle sconosciute al produttore e per le quali non esistevano patch correttive, per infettare i computer e diffondersi ai sistemi di controllo industriale. Una volta all'interno, in particolare nelle centrali iraniane, alterava il funzionamento delle centrifughe, facendole girare a velocità pericolose e causando danni fisici significativi. Il malware ha avuto un impatto devastante sul programma nucleare iraniano, distruggendo quasi un quinto delle centrifughe utilizzate per l'arricchimento dell'uranio. Questo ha ritardato notevolmente i progressi dell'Iran verso la produzione di armi nucleari.
Stuxnet ha dimostrato che i cyber attacchi possono avere effetti fisici reali e devastanti. Questo malware ha sollevato importanti questioni etiche e legali riguardo all'uso di software malevolo come arma di guerra, segnando un punto di svolta nella storia della sicurezza informatica. Ha rivelato al mondo che i cyber attacchi possono essere utilizzati come potenti strumenti offensivi e ha aperto nuove riflessioni su come proteggere le infrastrutture critiche.
Sebbene oggi Stuxnet non sia più attivo come in passato, il suo codice e le tecniche impiegate hanno influenzato una vasta gamma di altri malware e attacchi informatici. Anche se non rappresenta più una minaccia diretta, le sue varianti e le tecniche derivate possono ancora essere sfruttate in attacchi moderni. Pertanto, mentre continuiamo a sviluppare nuove tecnologie, è essenziale mantenere alta la vigilanza e prepararci a difenderci contro minacce sempre più sofisticate.
Fonti e approfondimenti
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Che cos'è Stuxnet? - NinjaOne https://www.ninjaone.com/it/it-hub/sicurezza-degli-endpoint/cos-e-stuxnet/.
Stuxnet - Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Stuxnet
Stuxnet: il malware che fece conoscere al mondo la guerra cibernetica
https://www.redhotcyber.com/post/la-storia-dei-malware-stuxnet/
Stuxnet explained — the worm that went nuclear - NordVPN https://nordvpn.com/blog/stuxnet-virus/.
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